NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA
MI RITROVAI IN UNA SELVA OSCURA
di Luigi Rezzuti
Una sera d’estate, quelle sere calde, dove veramente l’afa ti riduce ad essere senza voglie ed interessi, oppresso dalla canicola decido di andare a fare un giro in auto, tanto per rimanere un po' di tempo con l’aria condizionata e riprendermi un attimino. Dove vado, dove non vado, sono bastati due spifferi di aria fresca per farmi decidere di andare in un boschetto dove non ero mai andato perché troppo lontano dalla mia abitazione, quindi decido di andarci. Guido per quasi mezz’ora pensando se il mio abbigliamento fosse adeguato al posto. Ho nel baule dell’auto dei calzoncini corti, mi fermo in un piazzale dal quale parte un sentiero che finisce in un boschetto adiacente, la zona è molto tranquilla c’è qualche auto posteggiata ma nessun movimento di esseri umani. Rimango in auto per qualche minuto, arriva un’auto, scende una donna molto alta e magra, indossa una minigonna, ha i capelli a caschetto neri, si guarda un po’ intorno, poi si dirige sicura verso il sentiero scomparendo nel bischetto. Un’altra auto passa vicino alla mia guardando dentro, si ferma un po' più in là, scende un uomo molto grasso, avrà sui cinquant’anni, si accende una sigaretta, fa due tiri, la butta, la spegne schiacciandola col piede e si incammina nel bosco. Qualcuno esce dal bosco, risale in auto e se ne va. Arriva un Suv di lusso, scendono un uomo in giacca e cravatta, sui cinquant’anni e una donna molto elegante e piacente, almeno così sembra, poco più di quarant’anni, ridono e scherzano ad alta voce, sembrano molto a loro agio. Restano vicino all’auto alcuni minuti e poi anche loro si inoltrano chiacchierando nel boschetto. A questo punto, attendo ancora un minuto poi prendo a camminare nel buio della notte tra i rami e i cespugli, cammino senza trovare traccia di alcun essere vivente, ad un cero punto sento un vociare provenire da poco lontano, risate sguaiate, schiamazzi di gente che sembra stia divertendosi. Cammino in direzione della festicciola, ormai ci sono, tra la vegetazione abbastanza fitta c’è uno spiazzo dove l’erba è e schiacciata dal continuo transitare di chi si avventura nella selva, la donna, col vestito rosso, ride sguaiata attorniata da un gruppetto di uomini e donne mentre l’uomo che l’accompagnava guarda appoggiato ad un albero. Guardo ma preferisco proseguire nel mio esplorare questo posto. Mi inoltro ancora di più nella boscaglia e qualche metro più in là noto quella donna con la minigonna. Mi sembra che amoreggia con il grassone. Vado oltre e mi inoltro ulteriormente nel bosco che sembra farsi più fitto, curioso di vedere cosa mi riserva ancora questo posto. Cammino per qualche minuto ma non trovo nulla di nuovo, sto quasi per tornare indietro quando vengo preso dalla strana sensazione di essere seguito. Mi fermo e volutamente volto le spalle nella direzione in cui potrebbe giungere il mio inseguitore, anzi faccio di più, mi fermo, non devo aspettare troppo tempo che un uomo alto, con pochi capelli, mi sorride per rassicurarmi e prosegue il suo cammino. Mi sono inoltrato parecchio bel bosco, sono molto lontano dal parcheggio, dopo un aio di minuti rallento e riprendo normalmente a camminare verso l’uscita dal bosco, nessuno mi sta seguendo e non incontro nessuno. Sono quasi al parcheggio che nel frattempo si è quasi svuotato, quando a pochi passi dall’auto mi accorgo di non avere con me il marsupio con le chiavi dell’auto. E adesso cosa faccio? devo averlo smarrito nel bosco, torno sui miei passi guardando per terra per quello che si poteva vedere con il buio pesto che era sceso dopo che la luna era stata coperta da una nuvola. Con qualche difficoltà ritrovo finalmente il mio marsupio con le chiavi dall’auto e rivedo il grassone e la donna con la minigonna che fanno ritorno verso il parcheggio. Il grassone mi saluta: “Ciao! Cosa fai qui tutto solo?” gli spiego il perché sono tornato indietro e che probabilmente non ci tornerò più perché per me è un posto molto scomodo da raggiungere. All’improvviso il grassone tira fuori un coltello a serramanico e mi obbliga a dargli il mio portafogli se voglio fare ritorno a casa, gli consegno il portafogli e mi lascia andare. Mi incammino ancora tutto impaurito verso il parcheggio, ho fortunatamente il mio marsupio e le chiavi dell’auto, il cielo si sta già schiarendo, sembra quasi albeggiare, ma che ora si sarà fatta?
(Settembre 2023)