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Il pittore Gaetano Ricchizzi   di Antonio La Gala   Figura singolare di uomo e di artista, Gaetano Ricchizzi, (Napoli 1879 - Napoli 1950), è fra i...
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Miti napoletani di oggi.82 I LUOGHI COMUNI   di Sergio Zazzera   Male intendendo il significato della locuzione, nel cortile di un condominio, nei...
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Miti napoletani di oggi.84 IL TURISMO   di Sergio Zazzera   Che il turismo sia una delle più redditizie risorse economiche dell’Italia intera, è un...
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IN UN PAESINO SPERDUTO DI MONTAGNA   di Luigi Rezzuti   Quello che sto per raccontare non esce da una bella penna di un autore di storie romantiche,...
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NON C’E’ PIU’ TEMPO   di Mariacarla Rubinacci    Da perdere. Irriverente, sfidante dei leader del mondo, inermi a non frenare il cambio climatico,...
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CONVEGNO ANPI A PAESTUM   (Aprile 2024)
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Angela Luce Cantante e attrice napoletana   di Luigi Rezzuti   Angela Luce, con ben 75 anni all’attivo tra teatro, musica e cinema, è un’icona dello...
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DAD? Non solo una sigla!   di Elvira Pica   A partire dal mese di marzo e per effetto della chiusura delle scuole, con la conseguente sospensione...
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Napoli in festa Uno spettacolo indimenticabile di Vittorio Ferrara Nel mese di maggio, diversi funzionari del Comune di Napoli, della prefettura e...
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  Gli sciaraballi   di Antonio La Gala   Nell'Ottocento, fino all'avvento della ferrovia, lo stato dell’arte nel campo dei trasporti per via di...
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Quale idea di futuro?

 

di Gabriella Pagnotta

 

 

Sanremo – Giù le mani dalla musica dei giovani

Ciò che mi preoccupa delle polemiche su Sanremo è il pensiero malevolo che è alla loro base e di cui esse si alimentano: un disegno malcelato di mettere a tacere i giovani e, con loro, il dissenso di cui sono portatori, da sempre e dovunque. I giovani sono coloro che portano le idee nuove, sono la speranza a cui ci dovremmo rivolgere mentre viviamo, noi che giovani non siamo più. Invece di appoggiarli li mettiamo a tacere con fischi in diretta e condanne nel dopo festival, uniche vere note stonate, dimostrando di essere una società anziana, non solo anagraficamente, oscurantista, che combatte contro i suoi figli. Di fronte a ragazzi impegnati, sensibili, interessati ai temi sociali, noi alziamo rigide barriere nascondendo, dietro lo scandalo per un dialetto, usato come lingua d’arte, e una parola di pace, vista come minaccia all’atlantismo, la vera paura di perdere il potere di guidare le nuove generazioni, conformandole ai nostri gusti e al nostro modo di pensare. Geolier e Ghali sono i bersagli di chi, con questa mentalità, mostra di aver paura dei giovani quando essi altro non sono se non espressione del nostro tempo complesso e plurale. L’Italia che loro rappresentano è quella delle periferie, un’Italia ignorata e nascosta nelle pieghe della narrazione ufficiale.

La musica unisce, non può dividere

Il Festival di Sanremo ci ha dimostrato che la musica unisce ragazzi del Nord e del Sud, Italiani di prima, seconda, terza generazione, neo arrivati. La musica dà voce a chi voce e non ha mai avuto. Dovremmo interrogarci su quale futuro vogliamo per la nostra nazione, se vogliamo davvero far crescere i nostri giovani dando loro spazio e fiducia o se vogliamo continuare ad ignorarli e a combattere contro di loro.

La più bella immagine di Sanremo è quella di Vecchioni nel suo duetto con Alfa: la scena di loro due sul palco diventa l’iconografia di una speranza: “Sogna ragazzo sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”.

(Febbraio 2024)

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