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Pensando al futuro…   di Romano Rizzo   Ciò che più mi spaventa, in questi anni, è l’indifferibile necessità di una presa di coscienza sulle mutate...
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Un rinnovato equilibrio   di Gilda Rezzuti   Sulla terra il cielo era terso, in una tiepida mattina dell’anno 3789. I mandorli iniziavano a fiorire,...
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Pensieri ad alta voce   di Marisa Pumpo Pica   Il peggio e il meglio della TV  Ballando con le stelle   Del peggio non v’è mai fine... Fu questa...
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L’ANTICA ICONOGRAFIA DEL VOMERO   di Antonio La Gala   Le vecchie immagini di un luogo sono uno strumento per la conoscenza di quel luogo, dei...
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IL NOSTRO VIAGGIO IN CAMPER   di Luigi Rezzuti   Questa estate abbiamo programmato un viaggio in camper visitando le località italiane di Portovenere...
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Positano in prosa   di Antonio La Gala   Le cronache estive si soffermano volentieri su località turistiche, evidenziandone il movimento turistico, le...
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Ingiustizia è fatta   di Romano Rizzo   E’ stata sancita l’improponibilità del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata (vedasi sul tema il...
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Pensieri ad alta voce di Marisa Pumpo Pica   Le “Lettere al Direttore”   Un recente articolo dell’amico Sergio Zazzera ha come tema “Lettere al...
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  Le donne spagnole che hanno lasciato un segno nella storia di Napoli   Incontro con Yvonne Carbonaro per la Giornata Mondiale del Libro   Martedì...
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Federico Fellini, realista e visionario, di Luigi Mazzella   di Luigi Alviggi   Il sottotitolo del libro recita: “L’armoniosa complessità di un...
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Quale idea di futuro?

 

di Gabriella Pagnotta

 

 

Sanremo – Giù le mani dalla musica dei giovani

Ciò che mi preoccupa delle polemiche su Sanremo è il pensiero malevolo che è alla loro base e di cui esse si alimentano: un disegno malcelato di mettere a tacere i giovani e, con loro, il dissenso di cui sono portatori, da sempre e dovunque. I giovani sono coloro che portano le idee nuove, sono la speranza a cui ci dovremmo rivolgere mentre viviamo, noi che giovani non siamo più. Invece di appoggiarli li mettiamo a tacere con fischi in diretta e condanne nel dopo festival, uniche vere note stonate, dimostrando di essere una società anziana, non solo anagraficamente, oscurantista, che combatte contro i suoi figli. Di fronte a ragazzi impegnati, sensibili, interessati ai temi sociali, noi alziamo rigide barriere nascondendo, dietro lo scandalo per un dialetto, usato come lingua d’arte, e una parola di pace, vista come minaccia all’atlantismo, la vera paura di perdere il potere di guidare le nuove generazioni, conformandole ai nostri gusti e al nostro modo di pensare. Geolier e Ghali sono i bersagli di chi, con questa mentalità, mostra di aver paura dei giovani quando essi altro non sono se non espressione del nostro tempo complesso e plurale. L’Italia che loro rappresentano è quella delle periferie, un’Italia ignorata e nascosta nelle pieghe della narrazione ufficiale.

La musica unisce, non può dividere

Il Festival di Sanremo ci ha dimostrato che la musica unisce ragazzi del Nord e del Sud, Italiani di prima, seconda, terza generazione, neo arrivati. La musica dà voce a chi voce e non ha mai avuto. Dovremmo interrogarci su quale futuro vogliamo per la nostra nazione, se vogliamo davvero far crescere i nostri giovani dando loro spazio e fiducia o se vogliamo continuare ad ignorarli e a combattere contro di loro.

La più bella immagine di Sanremo è quella di Vecchioni nel suo duetto con Alfa: la scena di loro due sul palco diventa l’iconografia di una speranza: “Sogna ragazzo sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”.

(Febbraio 2024)

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