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CONVEGNO A CASTELCAPUANO (Aprile 2024)
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In campeggio ad Ischia   di Luigi Rezzuti   Avevo diciotto anni e da diciassette, ogni anno, durante l’estate, andavo a villeggiare ad Ischia con la...
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Napoli in festa Uno spettacolo indimenticabile di Vittorio Ferrara Nel mese di maggio, diversi funzionari del Comune di Napoli, della prefettura e...
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L’ARTE DI LEGARE LE PERSONE, di Paolo Milone   di Luigi Alviggi   Si riesce a lavorare in Psichiatria solo se ci si diverte. Io mi sono divertito...
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OSIMHEN E LA CLAUSOLA RESCISSORIA   di Luigi Rezzuti   Mancano ancora tante partite al termine del campionato di Serie A, ma le società stanno già...
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CALCIO NAPOLI: IL DOPO INSIGNE   di Luigi Rezzuti   Negli ultimi dieci anni la fascia sinistra ha avuto un solo ed unico padrone, Lorenzo Insigne. Il...
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Gioacchino Toma, pittura e mestizia   di Antonio La Gala   Gioacchino Toma nacque a Galatina (Lecce), nel 1836. Rimase orfano a sei anni e trascorse...
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Ingiustizia è fatta   di Romano Rizzo   E’ stata sancita l’improponibilità del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata (vedasi sul tema il...
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LESSICO FAMILIARE   di Luigi Rezzuti   Come lo prendete voi il caffè? Amaro? Zuccherato? Io amaro. Vi assicuro però che un po' di zucchero lo...
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Manzoni e i parenti terribili

 

di Bernardina Moriconi

 

Qualche tempo fa leggendo su Facebook il post di uno scrittore su di un suo antenato di un certo prestigio, ma dalla condotta non del tutto irreprensibile, mi è venuto in mente il caso di Manzoni. Il quale, come alcuni sapranno, non dovette arrovellarsi troppo nel cercare referenti per le figure di cattivissimi per il suo romanzo. Gli bastò sfogliare un pò l’album di famiglia, sia quello di mamma che quello di papà. Dal primo attinse la figura di riferimento per l’Innominato, ispirandosi a tal Bernardino Visconti, vissuto nella prima metà del XVII secolo e imparentato con l’importante famiglia milanese nonché fratello di un antenato dello scrittore. Orbene, pare che ‘sto Bernardino ne combinasse di cotte e di crude scorrazzando in lungo e in largo per il Ducato di Milano in compagnia di una ventina di fidi bravi. Il   tutto, fino alla conversione, avvenuta grazie all’incontro col cardinale Borromeo, in seguito alla quale si sarebbe ritirato a vita di meditazione ed espiazione fino alla morte. Per il personaggio di don Rodrigo, invece, Don Lisander si rivolse a un antenato dal ramo paterno di quel ramo del lago di Como su cui affaccia Lecco: precisamente a Giacomo Manzoni vissuto tra Cinque e Seicento e primo inquilino dell’elegante villa di Lecco in cui  soggiornerà Alessandro Manzoni fanciullo (e che consiglio di  visitare a chi si trovasse in quei luoghi ameni). Tornando a Giacomo Manzoni, costui era una sorta di imprenditore ante litteram in campo siderurgico, attività con cui arricchì sé e la famiglia anche perché pare non andasse molto per il sottile nel fare fuori (letteralmente, intendo) i concorrenti: tipino prepotente e dai modi tanto spicci quanto bruschi, si macchiò di numerosi crimini commessi dai suoi bravi. E non contento, piegò a suo utile anche la grande sciagura della pestilenza per eliminare altri rivali in affari, incaricando due monatti di ungere le porte delle loro abitazioni. I monatti furono poi individuati e condannati a morte con l’accusa di propagare il morbo, mentre l’antenato di Alessandro se la cavò perseverando in crimini e misfatti: morì infatti mentre era in corso contro di lui un procedimento giudiziario per un ennesimo omicidio. Mi sentirei di dire a questo punto che il Manzoni con I Promessi Sposi abbia dato vita a un nuovo genere di romanzo: il romanzo di espiazione. D’altronde se non è possibile scegliersi i familiari, figuriamoci un po' gli antenati…

(Aprile 2024)

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