NEWS

Un romanzo tragico. Filippo Cifariello   di Antonio La Gala   La vicenda artistica e umana dello scultore Filippo Cifariello sembra uscire da un...
continua...
GRETA THUNBERG, l’Eroina del 2019   di Mariacarla Rubinacci       Irriverente, sfidante dei leader del mondo, inermi nella loro incapacità di...
continua...
UNA STAGIONE CALCISTICA STORTA   di Luigi Rezzuti    Durante il periodo precampionato tutti affermavano che questa stagione 2019/2020 sarebbe stata...
continua...
ASSEMBLEA ANPI SEZIONE COLLINARE "AEDO VIOLANTE"   (Marzo 2024)
continua...
Federico Fellini, realista e visionario, di Luigi Mazzella   di Luigi Alviggi   Il sottotitolo del libro recita: “L’armoniosa complessità di un...
continua...
In ricordo di Giulio Mendozza   di Marisa Pumpo Pica   E’ venuto a mancare all’affetto dei suoi cari il professor Giulio Mendozza, uomo di grande...
continua...
LA FESTA DI CARNEVALE   di Luigi Rezzuti   La festa di Carnevale è una festa dalle radici profonde, di liberazione e spensieratezza, che attraversa...
continua...
SANTO SUBITO!   di Sergio Zazzera   La vigente normativa della Chiesa in materia di canonizzazione prevede un procedimento particolarmente complesso,...
continua...
E’ MORTO GIGI PROIETTI   di Luigi Rezzuti   Nel cordoglio di tanti, si è spento, per problemi cardiaci, Gigi Proietti, all’età di 80 anni, proprio...
continua...
UNA STORIA COMMOVENTE   di Luigi Rezzuti   Miguel e Maria Garcia si sono conosciuti per le strade colombiane quando, entrambi senzatetto, erano...
continua...

Il “Parco Marcolini”

 

di Antonio La Gala

 

La vasta area vomerese attorno alle attuali vie Luigia Sanfelice, Toma e Palizzi, in passato veniva denominata Palazzolo, perché appartenente alla villa Ruffo-Palazzolo e denominata anche Parco Marcolini, perché fra fine Ottocento e inizio Novecento l’ingegnere romagnolo Gaetano Marcolini vi edificò molte sue costruzioni.

In quel periodo prevaleva l’idea di realizzare zone residenziali differenziate per fasce sociali, e nel caso di via Palizzi, l’orografia accidentata della zona suggeriva un’edificazione a tornanti che ben si adattava alla sua panoramicità, orientata verso la costruzione di begli edifici di piccole dimensioni, a pianta libera, ben inseriti nel declivio, destinata quindi a una committenza esigente, ad una fascia agiata, tutti fattori che combinati fra loro, e in piena belle époque, portavano alla realizzazione di un rione visto come un’estensione architettonica e anche socio-economica, dei coevi nascenti rione Amedeo e parco Margherita, ai quali peraltro il parco Marcolini, come previsto fin dall’inizio, sarebbe stato materialmente congiunto dalla funicolare di Chiaia.

Marcolini prevedeva di collegare il parco alla città, prolungando via Palizzi direttamente fino al corso Vittorio Emanuele e di convogliare l’utenza pedonale nella stazione intermedia della funicolare di Chiaia.

Previsione, grazie anche alla sua attiva presenza nella politica cittadina locale, risultò rispettata

Il parco fu sviluppato sull’unico percorso che l’attraversava, la sinuosa via Palizzi, sfruttandone le notevoli doti panoramiche.

La lottizzazione di Marcolini vide il sorgere di pregevoli villini liberty “firmati” dai maggiori architetti del settore (fra cui Stanislao Sorrentino, Adolfo Avena, Michele Platania), ma anche di edifici con numerosi piani, vagamente riecheggianti gli stessi modi stilistici, edifici anche allora edificati con disinvoltura rispetto all’equilibrio urbanistico, al paesaggio, tant’è che la parte di via Palizzi costruita in quella fase presenta un casuale alternarsi di edifici di diversa grandezza e impostazione, spesso dissonanti, insomma un’urbanizzazione “anarchica” che a nostro giudizio ben anticipa la iper-vituperata anarchia laurina.

(Luglio 2024)

BilerChildrenLeg og SpilAutobranchen