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IL TEATRO

EMOZIONIAMOCI

di Gilda Rezzuti

Esistono due modi di fare o studiare teatro, uno è imparare a fingere, immedesimarsi in un personaggio, memorizzare un copione, interpretare un ruolo, esercitarsi a recitare una parte, utilizzando metaforicamente “ la maschera”, al solo fine di portare sul palco una recita ordinata.

L’altro, invece è esattamente il contrario, ha delle caratteristiche e tecniche molto diverse. Lo si può paragonare ad un laboratorio emozionale, dove avviene una messa in scena, risultato di un processo di sperimentazioni, che non sono prettamente teatrali. Si chiama, appunto, teatro sperimentale e non comprende nessuna spiegazione particolare, ma rappresenta un’opportunità di cambiamento, una scoperta di sé stessi. Attraverso un costante e profondo lavoro introspettivo, si porta in superficie il personale e meraviglioso universo umano, che appartiene a ciascun individuo. Tramite questa esperienza si dà libertà all’espressione. In questo genere di teatro si sviluppa l’improvvisazione, la capacità narrativa, la creatività, la forza rappresentativa, attraverso la contaminazione di nuovi linguaggi e visioni. In uno spazio neutro di autenticità, si lasciano cadere la maschera, i giudizi, le insicurezze, per permettere una trasformazione, poiché nessuna spiegazione, nozione, ragionamento o insegnamento potranno mai determinare la conquista di una soggettiva consapevolezza, che genera cambiamento, come tale esperienza pratica vissuta.

In questo luogo di pensiero-azione, non si insegna a recitare ma ad essere autentici, si liberano energie, si vivono esperienze, si elaborano sentimenti, emozioni, ricordi, ci si esercita all’ascolto empatico, alla creatività, diventando reattivi, responsabili di quello che accade sulla scena. E’ un approccio innovativo, dove ciascuno diventa lo sceneggiatore-autore del proprio sentire, attraverso lo sviluppo di potenzialità inimmaginabili, in un teatro sempre vivo. In questo modo non ci saranno ripetizioni, ma sempre nuove creazioni, non prefissate o decise, ma spontanee, che di volta in volta risulteranno vive e mutevoli.

Nel gioco teatrale si sperimenta l’abbandono della rigidità delle regole e degli automatismi, per far straripare energie indipendenti, in aree mai ispezionate, per dare valore all’essere nella sua pienezza e non nell’apparenza, nella costante ricerca di libertà, per chi non teme le novità ma ne risulta affascinato.

L’improvvisazione teatrale è un vero e proprio gioco di ruolo, un ingranaggio collettivo di azioni e reazioni per le quali occorre, soprattutto, armonizzare i vari elementi in scena. Questa modalità aiuta, chi la segue, a riconoscere la propria identità e il proprio valore, a recuperare consapevolezza, abbandonando il proprio convenzionale copione di vita per scriverne e interpretarne uno esclusivo, senza filtri. L’intreccio di vari elementi permette di creare uno spettacolo originale, facendo vivere l’arte in tutte le sue sfumature, per donare e vivere emozioni.

È una modalità, ricca di versatili sfaccettature creative e ben si racchiude nell’idea di presenza attiva, fatta di scambio, gioco, contatto, legame, ricerca, esperienza e apprendimento, un insieme, che si fa insieme. Questa idea di partecipazione apre ad infiniti percorsi, che si legano in maniera indefinita alle più profonde emozioni, al sentire di ognuno, partendo dalla propria personale storia e interiorità.

Intraprendere insieme un percorso seducente, trasformativo, interattivo, dalle tante potenzialità e dai finali non scritti, che si sviluppano e si modificano, rappresenta un’esperienza unica, fa uscire fuori dagli spazi comunemente etichettati, tramite l’interconnessione tra le varie forme d’arte, consente, a chi inizia questo viaggio, di esprimersi e immergersi in un mondo inesplorato. Un nuovo disegno progettuale che dona una percezione emotiva, densa di significato.

La partecipazione ludica e interattiva, in definitiva, come abbiamo tentato di dimostrare, guida il processo e la realizzazione di un nuovo modo di intendere il teatro.

Aprile 2025

 

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