NEWS

Concluso il girone di serie A   di Luigi Rezzuti   Si è concluso il girone di andata del campionato di calcio di Serie A. Al primo posto si sono...
continua...
Chiesa della Madonna Assunta in via San Giacomo dei Capri    di Antonio La Gala   Nel 1962 le suore Passioniste che erano allocate nelle stanzette...
continua...
La castagna. Antichi sapori sempre attuali   di Luigi Rezzuti   Dentro un riccio spinoso la castagna racchiude una parte importante della nostra...
continua...
Il Medio Evo del Gambrinus   di Antonio La Gala   Il Gambrinus è una delle "glorie" riconosciute della nostra città. Anche le personalità più...
continua...
Papa Francesco Il Papa che ha cambiato la storia   di Mariarosaria Figliola*   La morte del Papa è avvenuta in un momento storico particolare e in un...
continua...
Il poeta del giorno   di Romano Rizzo   Antonino Alonge (Palermo, 20 Settembre 1871 - Milano, 13 Agosto 1958) Poeta e giornalista, visse fin da...
continua...
I 40 ANNI DEL MELARANCIO, UN RICORDO CHE FA PENSARE (26/04/1983 – 26/04/2023)   di Annamaria Riccio   Tanto è il tempo trascorso da quel tragico...
continua...
"Zia Natascia"   Riprende la stagione eventistica con "Zia Natascia" in una suggestiva location: al Chiostro San Domenico Maggiore, sabato 22 maggio...
continua...
    Gita sul Vesuvio   di Alfredo Imperatore   Il venir meno al vincolo matrimoniale, da parte di uno dei due coniugi, è una delle cause di addebito...
continua...
Un paese di anziani   di Gilda Rezzuti   Il passaggio dalla società tradizionale alla società moderna, tra le tante cose, ha segnato anche l’inizio...
continua...

Miti napoletani di oggi.46

 

Pompei

 

di Sergio Zazzera

 

Fra i tanti esempi di urbanistica del mondo romano, pervenuti fino ai giorni nostri, Pompei è, forse – e benché meno ben conservato di altri, come Ercolano –, quello più interessante, perché più esteso e più eterogeneo; e a provvedere a tramandarlo alla posterità furono proprio quella colata lavica e quella pioggia di ceneri vulcaniche, che nel 79 d. C. seppellirono la città. Naturalmente, quando i lavori di scavo, realizzati durante la monarchia borbonica, sotto la direzione dell’archeologo Giuseppe Fiorelli, fecero riapparire la città, dei suoi edifici emerse soltanto la parte che non era crollata, né era stata arsa dalla lava infocata del Vesuvio. Ciò ha determinato la formazione del mito di Pompei, città «distrutta» dall’eruzione.

Perché io abbia definito “mitica” tale affermazione, è presto detto. Quanto meno, negli ultimi tempi, crolli si sono verificati, qua e là, in tutta l’area del parco archeologico, e la loro causa è ravvisabile, sostanzialmente, nell’omissione di quella manutenzione, della quale un bene culturale di tal genere – e soprattutto di tale natura, per giunta, pervenuto fino a noi – necessita. Per intenderci, se altrove – come a Palmira–, è occorsa la barbara azione distruttrice dell’Isis, perché la devastazione di un patrimonio archeologico avvenisse, a Pompei, viceversa, conservata dalla colata lavica, tutto è avvenuto, per così dire, “in famiglia”. Ovvero: Quod non fecerunt barbari…

(Ottobre 2016)



BilerChildrenLeg og SpilAutobranchen