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GLI ILLECITI DELLA “SIGNORA”   di Luigi Rezzuti   A partire dal processo di calciopoli dove la Juventus se la cavò con una retrocessione in Serie B,...
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L’INFORMATIVA FISCALE a cura di Lello Lampedusa   Spread - Benefici per imprese e famiglie   Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato...
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Testimonianze artistiche nel borgo dei Vergini   di Antonio La Gala   In un precedente articolo abbiamo esposto brevemente, dal punto di vista...
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FESTIVAL DI SANREMO   di Luigi Rezzuti   Non vedo il Festival perché mi annoia, tutto qui. Però mi dispiace perché questo mi fa sentire tagliato fuori...
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IN AUMENTO I DISTURBI ALIMENTARI   15 marzo: Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata ai Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione   di...
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Nascita della stazione di Napoli Centrale   di Antonio La Gala   Tutti i napoletani, quelli meno giovani, per esperienza diretta, gli altri,...
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Il paesaggismo napoletano   di Antonio La Gala   La pittura napoletana prodotta fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento viene  biasimata...
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INVECCHIARE   di Luigi Rezzuti   Il bello di invecchiare … Hai voglia a dire “la maturità raggiunta, una certa serenità, e poi le rughe sono segno di...
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Un agosto di tanti anni fa   di Luigi Rezzuti   Era l’agosto del 1960, in discoteca si ballava e ovunque imperversavan Peppino di Capri e Fred...
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Criminalità minorile in Italia   di Luigi Rezzuti   In Italia la criminalità minorile è diventata un fenomeno molto preoccupante e rientra tra le...
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Caffè sempre più costoso

di Luigi Rezzuti

 

Il prezzo del caffè in Italia sta aumentando a causa di fattori, come le condizioni climatiche estreme nei paesi produttori, la speculazione sui mercati finanziari e l’incremento dei costi di energia e logistica. Questo ha causato un aumento del prezzo medio della tazzina al bar che, in alcune città, ha superato 1,20 euro, con la previsione che potrebbe raggiungere i 2 euro entro la fine del 2025. Insomma ci vogliono togliere quel rito, sacro per molti milioni di italiani e, in particolar modo, per noi napoletani. Non si placa la corsa al caro-tazzina che dal 2021 ha reso l’appuntamento quotidiano degli italiani più caro di oltre il 30%. La tazzina di espresso, infatti, continua a subire rincari, il prezzo medio nelle grandi città è passato, soltanto in quattro anni, da 1 euro, nel 2021, a 1,50, nell’agosto del 2025. Di questo passo l’ipotesi di pagare presto 2 euro per un espresso appare sempre più concreta, rischiando di modificare le abitudini degli italiani, spingendoli a ridurne il consumo al bar, dirottando tutti verso la classica, e più economica, moka in casa, oppure verso cialde o capsule che, comunque, sono anch’esse aumentate. Fino a qualche anno fa 100 capsule o cialde costavano 18 euro oggi costano 26 euro.

Alla fine non resterà, dunque, che accontentarsi di sentirne l’aroma, a distanza, attraverso le canzoni. Ed io già ora comincio a farlo , con una carrellata delle canzoni sul caffè. Ricordiamo che il primo ad avere scritto un inno al caffè fu Johann Sebastian Bach “La cantata del caffè” (1734). La “tazzulella” di caffè è stata celebrata anche da tanti compositori e cantanti. Solo la tradizione napoletana ne vanta a decine: “ ‘A tazza ‘e cafè” scritta nel 1918 e ripresa negli anni da artisti come Roberto Murolo. Nel 1949 Ella Fitzgerald cantava “Black caffè”, il Duo Fasano, nel 1956, “Hermando un caffè”, nel 1969 Riccardo del Turco cantava “Cosa hai messo nel caffè”, mentre, due anni prima, Fred Bongusto cantava “Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffé”. “Caffè nero bollente” è invece il marchio di Fiorella Mannoia, “Seduto a quel caffè io pensavo a te” è una frase cantata da Lucio Battista e poi ripresa dall’Equipe 84. Nel 1970 ”La mattina c’è chi prepara il caffè”, cantata ancora da Franco Battiato. Nel 1977 Pino Daniele cantava “Na tazzulella ‘e café”, “Ah che bell ‘o café, pure in carcere ‘o sanno fa…. cantata da Fabrizio de André e ripresa dall’orchestra italiana e Gabriella Ferri. Infine chi da bambino non ha cantato “Il caffè della Peppina”? Insomma l’aumento della tazzina di caffè sta distruggendo una tradizione, un rito sacro, tanto caro a noi napoletani.

Ottobre 2025

Agosto in città

 

di Vittorio Marra

 

Trascorrere il mese di agosto in città non deve essere sinonimo di noia. Io ho approfittato di questo periodo per esplorare la mia città, fare nuove esperienze concedermi un po' di meritato relax, in totale tranquillità. Agosto in città può suonare come un paradosso. Mentre il mondo intero sembra essere in vacanza, tu sei li, immerso nella solita routine, tra il caldo soffocante e la città che sembra deserta. É facile sentirsi fuori posto quando tutti gli altri sono in destinazioni da sogno e tu resti in città, intrappolato nel tran tran quotidiano. Ma non è la fine del mondo, anzi, agosto in città può essere un’opportunità unica e - perché no? - puoi goderti la città da un altro punto di vista, sotto una diversa angolazione. La prima cosa che ho fatto per sopravvivere all’agosto in città è stata quella di accettare che, sì, è vero, tutto sembra rallentare, ma non è la fine del mondo, lo ripeto, è un’occasione unica per godermi la città in un modo che raramente avrei potuto fare. In estate, le strade si svuotano, il traffico si riduce, le code nei negozi e nei ristoranti sono meno lunghe e noiose e i parchi diventano luoghi di tranquillità. Lontano dal caos, ho potuto finalmente respirare e scoprire angoli nascosti che, in altri periodi dell’anno, sarebbero stati introvabili. Ho approfittato di questa calma per fare quelle cose che solitamente rimandavo per mancanza di tempo. Ho passeggiato nei quartieri che non conoscevo e ho goduto l’atmosfera silenziosa che solo l’estate può regalare. La città mi sembra deserta, in realtà è solo più intima, meno frenetica e tutta mia. É il momento perfetto per riscoprire i miei angoli preferiti, senza la folla che mi distrae, per prendermi una pausa dai ritmi frenetici e concedermi del tempo tutto per me. Ho approfittato della quiete estiva per fare lunghe passeggiate nei parchi, organizzare pic-nic improvvisati, con gli amici rimasti in città, andare alla scoperta di nuovi bar, che magari non avrei mai notato in altri periodi dell’anno. Le città, in estate, offrono anche eventi gratuiti, come concerti all’aperto, film sotto le stelle. Se sei un’amante della cultura, agosto è il mese giusto per visitare gallerie d’arte e mostre. Non lasciare che il pensiero di non essere in vacanza ti faccia perdere il piacere di vivere la città in modo diverso. Anche se non sei partito puoi trascorrere delle vacanze a modo tuo. La vera vacanza non è solo una questione di luogo. Ho messo via il telefono e ho fatto una maratona dei miei film preferiti. Non essere triste se non stai facendo un viaggio e se i tuoi amici sono in vacanza perché, alla fine, agosto non è solo un mese di transizione tra l’estate e il ritorno alla routine, ma una vera e propria opportunità per reinventarsi e prendersi cura di sè.

Settembre 2025

Bradisismo ai Campi Flegrei

 

di Luigi Rezzuti

 

I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva, caratterizzata dal fenomeno dal “bradisismo”: una deformazione del suolo che comporta fasi di lento abbassamento, alternate a fasi di sollevamento più rapido, queste ultime accompagnate generalmente da terremoti superficiali e di bassa magnitudo. Nel 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera, ancora in atto. Dal 2023 si era registrato un graduale incremento nella frequenza dei terremoti. Nello stesso anno, gli eventi più forti si sono verificati il 27 settembre e il 2 ottobre e hanno avuto rispettivamente magnitudo 4.2 e 4.0. Nel 2025, l’evento maggiore è stato registrato con una magnitudo di 4.4, a seguito del quale sono stati effettuati i primi controlli dei fabbricati. Ultimamente ben nove scosse, tra le quali le maggiori di magnitudo 3.2 e due di 2.1 sono state registrate dai sismografi dell’Osservatorio Vesuviano. Epicentro tra Agnano e la Solfatara. Sono state avvertite distintamente dalla popolazione anche a Napoli, in particolare nei quartieri occidentali come Fuorigrotta, Bagnoli e Pianura. Eal Vomero . Non si tratta di terremoti ma di bradisismo. Il sollevamento del suolo continua e c’è il problema delle esalazioni di anidride carbonica, CO2, fortemente inquinante. Sono scosse, quasi tutte, fortunatamente brevi e di scarsa entità, ma incessanti, uno stillicidio per chi vive in quella zona. Il problema, in tutta questa storia del bradisismo ai Campi Flegrei, è che ad ogni scossa aumenta lo spavento e si fa largo la domanda; “Che si fa, ora?” Per ora i danni sono limitati, ma occorre pensare, con grande senso di responsabilità e senza allarmarsi, anche a possibili e futuri scenari non rassicuranti. Non basta ciò che è stato fatto finora, bisogna conoscere come spostarsi in determinate aree. Serve rafforzare la Protezione Civile con unità specifiche, destinate al bradisismo. C’è chi ha fatto la borsa e la tiene davanti alla porta. C’è chi dorme in auto, chi in garage, c’è chi dorme nelle tende, come negli anni Ottanta e chi cercherà di dormire a casa, almeno tentare! La verità è che non si è preparati, non si sa cosa fare. Chi ha figli piccoli sta cercando di non spaventarli. Pochissimi i bambini che hanno imparato qualcosa a scuola, pochissime le persone che sanno come comportarsi. Tutti fanno video e dirette Tik tok, ma nessuno sa veramente cosa fare in caso di terremoti, dove andare quando andare da qualche parte per mettersi in sicurezza. Tutti attaccati ai cellulari, sperando di trovare riferimenti e informazioni. Bisogna accelerare le campagne informative, per evitareil rischio che arrivino fuori tempo massimo. Ancora, pochi giorni fa, verso le 12,47 della tarda mattinata del 30 giugno, una nuova scossa di terremoto nella zona dei Campi Flegrei, localiBacoli, magnitudo 4.6, una scossa forte e prolungata, che ha spaventato anche i cittadini dei dintorni di Napoli, ivi compreso il Vomero. Diverse località hanno sentito la forte scossa, in particolare Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Procida e Quarto. Tra i danni, si registra il cedimento del costone dell’isolotto di Pannata, a Miseno.

Luglio 2025

 

Il tifoso napoletano

Per anni non c’è stata partita del Napoli in cui i tifosi non lanciassero questo coro: “Vinci solo tu” Frase che riassume le critiche ad Aurelio de Laurentiis per le modalità di gestione aziendale. Il presidente è stato sempre accusato, da buona parte del popolo napoletano, di lucrare sugli interessi dei tifosi, di tenere in ostaggio i loro sentimenti e il Napoli, ma Venerdì l’ex nemico della tifoseria ha vinto il suo secondo scudetto in tre anni. Impresa mai riuscita a nessun club che non fosse quello della Juventus, Inter o Milan. De Laurentiis è sbarcato sul pianeta calcio nel 2004. A stento sapeva come fosse fatto un campo da gioco, eppure ha stravolto il sistema calcio italiano riuscendo là dove tutti avevano fallito: applicare i principi imprenditoriali al pallone. L’obbiettivo principale era far girare l’azienda, farla chiudere in attivo. Prima l’equilibrio di bilancio, poi un colpo ad effetto sul mercato, sempre con parsimonia e oculatezza. Così facendo, ha imposto la sua visione non solo agli altri presidenti, ma al sistema calcio tutto. Per anni, i tifosi si sono accapigliati rivendicando il loro ruolo di sognatori, rifiutandosi sdegnosamente di mettersi a fare i conti della serva tra ammortamenti, plusvalenze e commissioni. “Siamo tifosi o commercialisti?” Ora sono diventati tutti tifosi commercialisti. Esultano per un acquisto prospettico o per una cessione particolarmente generosa. É la grande vittoria culturale di Aurelio de Laurentiis, che ha portato tutti a parlare la sua lingua, la lingua dell’economia d’impresa.

23 Maggio 2025

 

PAPA FRANCESCO

L’UOMO DELLA PACE

 

di Luciana Alboreto

 

 

Papa Francesco. Padre dei popoli, Padre degli ultimi, Padre di ciascuno. Misericordia, Conversione, Perdono, Pace. La costellazione della cristianità che ha coronato il suo Papato, le parole chiave usate a sigillo dell’Anno Giubilare 2025. Senza la conversione sincera dei cuori, senza il perdono e senza l’amore ardente per la pace, l’umanità non può reclamare la Misericordia di Dio. Papa Francesco lo ha testimoniato con umiltà, rendendosi capace di fornire un orizzonte di senso dei più nobili valori cristiani, con una comunicativa fluida ed accessibile a tutti. Nessun orpello in lui, nulla mai da ostentare, nella piena coerenza della sobrietà e del rigore dei Gesuiti. Una presenza costante nelle questioni diplomatiche mondiali più complesse, sempre pronto a spegnere e ridimensionare ogni conflitto ed ogni focolaio belligerante. La Pace è un dono intriso nell’anima. Se non inizia ad esprimersi da ogni singolo, non può espandersi e coinvolgere comunità intere. L’unica guerra vinta è quella che non si fa. La malattia fisica lo ha provato, ma non ha devastato il suo cuore che ha offerto, con consapevolezza, tutte le sofferenze per la agognata Pace. Meritare una tale eredità spirituale, nella gratitudine di riconoscere in essa un dono di Grazia, è quanto si auspica. L’umanità intera, orfana di un Padre, attende una nuova Guida che gli succeda in Terra, con animo colmo di fiducia e speranza. Mancherà il suo sorriso, l’ironia pronta a sdrammatizzare ogni cosa e la capacità di soddisfare ogni perplessità sulla vita e sulla fede. Ricambiandolo dell’amore gratuito che ci ha donato ricordiamolo così: “Quando vediamo una persona generosa e servizievole, mite, paziente, che non è invidiosa, non chiacchiera, non si vanta, non manca di rispetto, questa è una persona che costruisce il Cielo in Terra. Magari non avrà visibilità, non farà carriera, eppure quello che fa non andrà perduto. Perché il bene non va mai perduto, rimane per sempre”.

 

 

INVECCHIARE

 

di Luigi Rezzuti

 

Il bello di invecchiare … Hai voglia a dire “la maturità raggiunta, una certa serenità, e poi le rughe sono segno di una vita intensamente vissuta.”

Invecchiare è brutto. Diciamocelo. È triste. Però, da ragazzo, pensavo che una cosa, almeno una cosa, mi avrebbe rallegrato, dinanzi all’avanzare degli anni: non dover più cedere il mio posto sull’autobus all’anziano di turno, per il semplice fatto che sarei stato io l’anziano di turno. Bene. Cioè male, perché adesso che il senile traguardo è raggiunto, quando mi trovo in un bus o metrò con i posti a sedere occupati, sto lì a guardarmi intorno, come a dire: “Beh, non mi vedete? Sono qui!!! Sono l’anziano di turno!!!” Niente, rimango all’ erta, in attesa di un giovane di buon cuore o meglio, per dirla in napoletano verace, propio allerta

Ci ho meditato un po' su e, delle due, l’una:

1) l’umanità si è molto imbarbarita, ignorando o tralasciando le buone, vecchie maniere del tempo che fu.

2) non sono ancora così vegliardo da essere gratificato del posto a sedere.

Anche su questo ho meditato a lungo. E propendo tristemente per la prima delle due ipotesi …

 

TRA TISANE E CAFFÈ

 

Tirano molto le tisane. Ve ne siete accorti?Anche a me capita che, ogni tanto, andando a trovare un amico, la padrona di casa mi accoglie con la fatidica frase: “Che ne dite di una bella tisana?”

il caffè, in certi ambienti, è passato di moda, la cioccolata è bandita per eccessi calorici, viviamo nel tisana time. Sarà che Pinterest e altri ameni virtuali pullulano di disegni e illustrazioni della fanciulla di turno, in pigiamone, immancabilmente sola, accoccolata, su di un’avvolgente poltrona, accanto a una finestra, oltre la quale c’è sempre una pioggia battente, e lei, lì, con la sua tazza di tisana fumante stretta tra le mani, e l’immancabile gatto arrototolato ai suoi piedi.

Per un minuto, l’immagine ti trasmette senso di calore e intimità. Per un minuto, appunto. Poi la tisana rasserenante finisce, il gatto non ti fila per niente proprio perché è un gatto, mica un cane, e la pioggia continua a scendere, deprimente. Mi chiedo quante di queste ragazze, dalla tisana facile, vedremmo lanciarsi giù dalla finestra, se ci fosse fornita anche l’illustrazione successive. Il classico suicidio post tisana.

Vedi se questo avviene con il caffè. Solo per decidere come prenderlo, devi mettere in moto tanti di quei neuroni che sarà quello a scetarti, mica il caffè.

Io lo prendo amaro, no, magari zuccherato con dolcificante, no zucchero di canna, macchiato, meglio schiumato, con cacao, senza, stavolta, visto che è il quarto da stamattina. Decido... con il latte freddo ma in tazza calda, no, mi sono sbagliato, tazza fredda e latte caldo o, magari, nel bicchierino di vetro, no, una tazzina sottile e delicata di buona porcellana…

Ora, ditemi voi, con tutto questo turbinio decisionale, chi mai penserebbe ad uccidersi dopo un caffè?

Perciò, ascoltatemi bene, la tisana non ti sana, il caffè tì sana.

 

Aprile 2025

Ingiustizia è fatta

 

di Romano Rizzo

 

E’ stata sancita l’improponibilità del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata (vedasi sul tema il nostro precedente articolo – Attualità, luglio 2024, ndr), progetto di legge voluto dalla Lega con l’intento malcelato di favorire le Regioni del Nord a danno delle regioni più disagiate del Sud, aumentando il già grande divario dalle prime. Si dice che questo progetto, nato dalla fervida mente di Calderoli, che aveva già donato al popolo italiano l’odierno sistema elettorale, abbia costituito una parte necessaria per l’accordo di formazione del governo. A nulla sono valse le tante battaglie, portate avanti dalle opposizioni che, vedendo vanificate le loro proteste, hanno creduto di servirsi dell’arma del Referendum abrogativo, raccogliendo le adesioni, molte, di quanti hanno ritenuto che il progetto di legge mirasse a dare un colpo anche all’Unità d’Italia. A questo punto, per evitare il peggio, non resta altro che sperare in un consistente e qualificato numero di emendamenti da proporre al momento del decreto di attuazione, per tentare di ridurre, ma non eliminare, i più nefasti effetti di questa legge. Auguriamoci che vengano definiti al meglio, cioè, in misura applicabile a tutte le regioni, i LEP e i LES. livelli essenziali di prestazioni e di servizi, e che sia precisato, in maniera chiara ed obiettiva, il funzionamento del Fondo di coesione. Conoscendo la triste storia dei LEP, previsti dal legislatore, ma mai attuati perché risultati troppo onerosi, ho ritenuto che il loro inserimento nella legge di attuazione dell’Autonomia differenziata da parte, credo, dell’opposizione, mirasse a rallentarne l’attuazione.

In pratica, purtroppo, vedo che alcune Regioni (Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria) hanno, invece, già iniziato i negoziati con lo Stato per definire le materie che saranno a loro cedute…realizzando, nei fatti, l’anticipata attuazione di una parte più significativa del progetto solo in quattro regioni, cosa che a me pare assai lontana da ciò che era lecito attendere.

Non vi è dubbio che, così facendo, non curandosi delle indicazioni legislative, si realizzerà qualcosa che contribuirà a distinguere le predette regioni dalle altre, acuendo il gap già. esistente Se si continuerà a procedere in una maniera tanto balzana, temo che tutti i benpensanti dovranno alla fine rassegnarsi perché è evidente che questa è la strada scelta dal governo chè è più che deciso ad andare avantì, a tutti i costi, fino in fondo… Povera Italia !!!

Criminalità minorile in Italia

 

di Luigi Rezzuti

 

In Italia la criminalità minorile è diventata un fenomeno molto preoccupante e rientra tra le problematiche che destano maggiore preoccupazione a livello sociale. I dati nazionali, confermano una situazione che si avvicina pericolosamente ad una vera e propria emergenza. La delinquenza minorile aumenta a dismisura, giorno dopo giorno. Il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio, nelle diverse fasce sociali, senza distinzione di classi: lo si rileva in quelle più disagiate come nel ceto benestante e, senza dubbio alcuno, ha radici e sviluppi in quei comportamenti che si allontanano dalle norme in vigore, violandole senza ritegno. Nella criminalità giovanile, infatti, si passa da atti di vandalismo a forme cruenti di violenza contro le persone. Molte le cause, individuate dagli esperti come quelle che, con maggiore frequenza, spingono i ragazzi a commettere reati. Una di esse, pur se non è la sola, va ricercata, nelle difficoltà economiche familiari, che si legano al sentimento di esclusione, provato da alcuni adolescenti. Può capitare spesso, e con molta probabilità, che l’esigenza di sentirsi parte del gruppo, rafforzata dalla necessità di affermarsi ed essere accettati in un modo o nell’altro, a livello sociale, induca il ragazzo ad identificare il proprio gruppo dei pari in aggregazioni di giovani criminali. E’ così che si formano le baby gang, i cui componenti sono accomunati dal desiderio di trasgredire e di sentirsi invincibili. Oggi, il fenomeno, come si è appena detto, è in forte aumento e la cronaca di questi giorni lo conferma: si sente sempre più spesso parlare di reati compiuti da gruppi di ragazzini giovanissimi, che si uniscono fra loro con l’obiettivo di seminare violenza e terrore fra i propri coetanei e fra gli adulti. Per contrastare tutto ciò è fondamentale il ruolo delle famiglie, il cui compito è, innanzi tutto, quello di educare. Il ruolo genitoriale, per quanto possa risultare difficile nell’attuale società, deve includere, bilanciandoli, elementi di comprensione, severità e controllo, nella giusta misura. Un altro tassello fondamentale per controllare e combattere questo fenomeno è rappresentato dalla scuola, il primo vero contesto in cui i ragazzi iniziano a costruire relazioni sociali. Ma in tal senso, bisogna, purtroppo, mettere in luce una grande falla nel sistema scolastico italiano, troppo spesso distratto rispetto a quelli che sono i disagi, le esigenze e le richieste di sostegno del mondo giovanile. In risposta, poi, al degrado di talune zone in grande difficoltà, il governo italiano ha introdotto il “decreto Caivano”, insieme all’adozione di norme più restrittive, sul piano della sicurezza e della tutela pubblica. Esse prevedono l’ammonimento del questore per i minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni, estendendosi, in casi gravi, anche ai minori di 12 e 14 anni. Nonostante tutto ciò, il numero elevato di crimini permane, determinando comunque, un grave problema, che va molto al di là della modifica di alcuni aspetti del codice penale. Gli episodi di violenza tra i minori sono caratterizzati da una brutalità senza precedenti e da una crudeltà inenarrabile, che spingono gli esperti a ritenere che le misure più restrittive nei confronti dei giovani, pur necessarie, non siano sufficienti. Essi concordano sul fatto che vadano indagate ed approfondite le cause in quanto, al fondo della complessa problematica, non possono essere ignorati quei fattori sociali profondi, come la disgregazione familiare, la mancanza di opportunità educative e lavorative. Il governo sta cercando di combattere questa crisi con leggi più severe e misure restrittive, ma saranno efficaci nel lungo periodo? Per evitare che la criminalità minorile sfoci in una crisi sociale più ampia, è essenziale l’inclusione e il sostegno per i giovani. E’ altrettanto importante rafforzare il dialogo tra famiglia, scuola e istituzioni sociali.

(Febbraio 2025)

La desertificazione industriale

 

di Romano Rizzo

 

Uno dei più gravi pericoli del nostro tempo è costituito, a parere di molti studiosi, da un fenomeno quasi sconosciuto in passato o meglio poco diffuso quale è la desertificazione industriale che interessa precipuamente paesi anche abbastanza evoluti, come il nostro, e determinaSSSto in primo luogo dagli effetti collaterali della liberalizzazione e della tanto decantata globalizzazione.

In Campania e nei paesi del Sud, ma in particolare nel Napoletano, ne abbiamo già visto i nefasti effetti con la progressiva chiusura, delocalizzazione o varie vicissitudini di industrie come Ilva, Cirio, Resia, Manifatture Cotoniere meridionali e via via tante altre con conseguente aumento della disoccupazione, diminuzione dei posti di lavoro per i giovani che, se possono, cercano altrove quelle opportune sistemazioni che non riescono più a trovare nei nostri paesi. Questo fenomeno, anche se ancora poco avvertito e forse sottovalutato, è in realtà imposto dalle stesse leggi dell’ Economia che suggerisce o meglio impone ad un imprenditore di posizionare la propria impresa nei luoghi in cui può trarre i massimi profitti con i costi più contenuti e cioè laddove minori sono i costi di approvvigionamento delle materie prime, delle energie occorrenti per la produzione  e più contenuto sia il costo della manodopera da impiegare. E’ facile immaginare che alcune di tali condizioni si ritrovino nei paesi più poveri, nelle nazioni emergenti che sono quelle che stanno beneficiando e continueranno a beneficiare di tale inarrestabile processo che, di contro, procura un progressivo ed inarrestabile depauperamento delle risorse in paesi più evoluti come il nostro.

Non vi è chi non veda che, col tempo, l’Italia rischia di subire una desertificazione industriale completa che ci renderebbe succubi di altri mercati per l’approvvigionamento di tutte quelle produzioni dismesse e traslocate in altri lidi. In termini più espliciti, la nostra situazione si avvicinerebbe sempre più a quella di quei paesi che noi ora definiamo del terzo mondo.

Occorrerebbero degli interventi mirati a contenere o ridurre l’esodo delle nostre imprese verso altri luoghi, offrendo alle imprese che restano nel nostro paese agevolazioni fiscali e/o bonus che riducano i costi della energia, delle materie prime e della manodopera in modo tale da rendere competitive le condizioni da noi offerte alle imprese rispetto a quelle di cui potrebbero godere altrove. Sarà oltremodo difficile operare in tale senso, ma, ad esempio, per quanto concerne l’approvvigionamento di materiali disponibili solo su particolari mercati, come il litio, accentrandone l’acquisto da parte dell’Unione europea per i quantitativi occorrenti alle varie nazioni sarebbe facile riuscire ad ottenere delle notevolissime economie di scala…

Credo che altre  azioni possano essere tentate con premi, vantaggi per chi è disposto ad impegnarsi nella difesa della industria nazionale tutelandola con brevetti, marchi etc.

Sono costretto a rilevare, però, che, fino ad oggi, non si comprende, per una sottovalutazione del fenomeno o per altre ragioni, che sfuggono alla nostra comprensione, perché nulla sia stato effettuato dall’Italia per tentare di combatterlo, di ridurne i rischi o, quanto meno, di ritardarne gli effetti. Ci resta solo da sperare che in un domani vicino quanto mai ci sia qualcuno che faccia sentire la sua voce in maniera molto più autorevole della mia in modo tale da riuscire a vincere la attuale apatica indifferenza e colpevole inerzia.

(Gennaio 2025)

IL MELOGRANO: un portafortuna per l’anno nuovo

 

di Luigi Rezzuti

 

Alla mensa natalizia non può mancare. La tradizione vuole, però, che lo si regali a Natale perché sia consumato a Capodanno, come buon auspicio per il nuovo anno.

Il melograno è un frutto ricco di nutrienti ed offre numerosi benefici alla salute. Le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e il supporto alla funzione muscolare lo rendono un alimento molto utile. È una pianta orientale, originaria dell’Asia Minore e si è diffusa nel bacino del Mediterraneo, prima, e in altre zone del mondo, poi. Ormai è coltivata in diversi paesi  del mondo,  come Israele. Turchia e Spagna,  nelle varietà tradizionali e in quelle di nuova introduzione. Per non tralasciare alcuna zona, diciamo che anche l’Australia è ormai terra di melagrane, qui  si stanno  vagliando, infatti, le diverse coltivazioni. L’interesse per il frutto della salute è tale che  nel 2021  si è tenuto il simposio internazionale dell’ISHS, che ha visto anche il melograno come protagonista nel dibattito sulla scienza dell’Orticultura. In Italia questo frutto viene coltivato in Emilia Romagna, nel Lazio, in Puglia e in Sicilia. In Campania viene coltivato nel casertano, nell’avellinese e nel salernitano. l’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati, castagne, melograni e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove trascorrere una giornata tra i boschi a raccogliere castagne ed ammirare la sua anima più vera. L’anima di una terra dove, per secoli, la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. E’ tempo di gustare  questo “sapore d’Irpinia”.

Il melograno è un frutto legato anche alla storia di Paestum. Questa antica pianta, dalle molte proprietà benefiche, è cresciuta nella zona di Capaccio a partire dai Greci e dalla dea Hera, venerata a Poseidonia.

La produzione campana di melograno è destinata al “mercato del fresco”, quindi a bar e mercati ortofrutticoli. Il melograno è un frutto molto richiesto rispetto alla frutta estera. La raccolta dei frutti inizia a metà ottobre e prosegue fino a metà novembre. Essi hanno un sapore particolarmente dolce e possono essere consumati, anche sotto forma di succhi e in quanto a freschezza sembrano spremuti sul momento!

(Dicembre 2024)

Aspettando il Natale - Ad Ortisei, nella Val Gardena

 

di Luigi Rezzuti

 

Il conto alla rovescia per le feste più magiche dell’anno è ormai una piacevole realtà: a impreziosire le giornate di dicembre, oltre alle luminarie, alle musiche tradizionali e a una vibrante atmosfera, che si percepisce nell’aria, arrivano, come sempre, i mercatini natalizi, un appuntamento fisso per scoprire l’oggettistica più svariata e sapori inconfondibili.

Tra i più rappresentativi, spicca, senza dubbio, il Mercatino di Ortisei, autentico “Paese del Natale” nella favolosa cornice montana della Val Gardena, che profuma di artigianato artistico e di tradizioni. Capoluogo della Val Gardena, con l’approssimarsi del Natale, Ortisei si trasforma e sprigiona una bellezza incantata, che riscalda i cuori di tutte le età: l’area pedonale del centro, vestita di luci e di colori, tra maestosi alberi natalizi, decorazioni in legno e luminarie, diventa il palcoscenico dell’imprendibile Mercati di Natale, contraddistinti dalle inconfondibili baite. E’ questo il luogo perfetto per vivere la vera e magica atmosfera natalizia, nell’abbraccio delle cime innevate, respirando la frizzante aria di montagna mentre si passeggia senza fretta tra una casetta in legno e un’altra, con in mano una fumante tazza di cioccolato e una golosa fetta di strudel. Non mancano specialità locali, sculture in legno realizzate a mano, addobbi, souvenir, inedite idee regalo, vini altoatesini, liquori pregiati e tanto altro ancora.

Dal 30 novembre al 5 gennaio 2025, Ortisei veste i panni del “Paese di Natale” con l’apertura del tipico Mercatino in  pieno centro pedonale,  a circa 36 Km. da Bolzano, da dove partono autobus pubblici, diretti alla Val Gardena. Oltre  a  godere dello spettacolo dei mercatini, non può mancare una visita al grande e suggestivo Presepe naturale vicino alla chiesa parrocchiale. L’allestimento del presepe è, da sempre, un rito molto sentito. Ancora lungo le pittoresche vie del centro, incantano i molti caratteristici Presepi in legno, esposti nelle tipiche casette-vetrina. Ad accompagnare il tutto, le coinvolgenti manifestazioni in cui si esibiscono gruppi e musicisti locali con musiche, spettacoli unici che consentono di assaporare appieno momenti davvero preziosi. Passeggiando tra le sue vie, da non perdere la visita alle botteghe artigianali e scattare fotografie ricordo.

(Dicembre 2024)

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