IL CARNEVALE IN ITALIA
di Luigi Rezzuti
Il Carnevale è una festa molto antica, risale al periodo Paleolitico, quando durante i riti magici gli stregoni si adornavano con piume e sonagli e si coprivano il volto con maschere dall’aspetto terrificante per scacciare gli spirti maligni. Oggi il Carnevale è una festa all’insegna del divertimento, dello scherzo, del gioco, della spensieratezza, e dell’allegria. Varie sono le attribuzioni sulla etimologia della parola “Carnevale”, la più comune lo farebbe derivare dal latino “carnem levare” popolarmente tradotto “carne.vale” a indicare l’ultimo banchetto a base di carni che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Il Carnevale non ha una data fissa: ogni anno dipende da quando cade Pasqua. Il periodo di Carnevale, infatti, inizia la prima domenica delle nove che precedono quello di Pasqua.
Raggiunge il culmine il giovedì grasso e termina il martedì successivo, ovvero il martedì grasso, che precede il mercoledì delle Ceneri, inizio Quaresima. Durante questa festa è d’obbligo mascherarsi per rendersi irriconoscibili. Il proverbio dice: “una volta l’anno è lecito impazzire. Il mese di febbraio colora l’Italia con mille sfilate in costume e carri allegorici. Ogni regione festeggia il Carnevale a suo modo, ma colori e voglia di divertirsi accomunano le feste di tutto lo Stivale. E’ quasi impossibile elencare tutte le manifestazioni che si svolgono nelle migliaia di cittadine e borghi d’Italia. Qui di seguito ne riportiamo solamente alcuni: a Venezia, ad esempio, si festeggia uno dei “Carnevali£” più famosi del mondo, dove regnano sfarzo e costumi bellissimi, a Viareggio, invece, sono i carri allegorici a rendere tutto magico, così come a Cento gemellato con il Carnevale di Rio de Janeiro, caratterizzato da carri allegorici che si issano oltre i 20 metri di altezza. Ma la vera caratteristica è la tradizione del gettito, che poco o nulla ha a che vedere con quello fiscale, e che invece consiste nel lancio da parte dei figuranti che stanno sopra i carri in movimento, di oggetti e gadget coem palloni, peluche ecc. fra i carnevali più belli, quello di Ronciglione nel Lazio, ricco di eventi, sfilate e tradizioni. Si inizia con la Cavalcata degli Ussari, che rievocano la difesa da parte di questi cavalieri dello Stato Pontificio, si prosegue con le “Corse dei Barberi” dette anche “Corse a vuoto” in quanto si tratta di corse di cavalli senza fantini. Infine, tra i vari festeggiamenti, spicca la “Pilatata dei Nasi Rossi”. I Nasi Rossi sono maschere che rappresentano i devoti a Bacco dio del Vino, figure dissacranti che, nella pilatata inneggiano canti a favore del vino, della tavola e della vita dissennata. A Putignano si lavra nella “Fabbrica dei Giganti di Carta” con i maestri “cartapestai” che si danno battaglia nell’affermare la scuola di Putignano. Anche il carnevale di Putignano è considerato uno dei più antichi d’Europa. Secondo la tradizione a partire da gennaio in occasione della festa di Sant’Antonio Abbate, ogni giovedì viene dedicato ad una categoria di strato sociale, tra satira e divertimenti. Si parte con il Giovedì dei Monsignori e di seguito quelli dei preti, delle Monache, delle Vedove, dei Pazzi, delle Mogli e, infine, il Giovedì dei Cornuti. In questa ultima occasione, particolarmente simpatico è il rito del taglio delle corna. Il Carnevale di Milano detto anche il carnevale di Sant’Ambrogio ha uno svolgimento un po' originale, nel senso che allorquando tutti i carnevali finiscono, qui inizia! Il Martedì grasso, infatti, non sancisce la fine del carnevale, che si posticipa di una settimana. Questo perché in occasione, proprio al tempo di Sant’Ambrogio, prima di iniziare i riti quaresimali si volle attendere il vescovo di Milano che ritornava da un pellegrinaggio.
(Febbraio 2023)
E’MORTA GINA LOLLOBRIGIDA
di Luigi Rezzuti
Era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, ci ha lasciato il 16 gennaio 2023, aveva 95 anni compiuti.
Generazioni di spettatori l’hanno conosciuta come la “Bersagliera”: Gina Lollobrigida è stata una diva che ha avuto sempre il coraggio di dire le cose senza veli e di vivere almeno quattro vite collezionando sette David di Donatello, due nastri d’Argento nonché titoli di grand’ufficiale della Repubblica Italiana r cavaliere della Legion d’onore francese.
La sua fama è legata al nuovo cinema italiano del neorealismo, ha lavorato con registi come: Pietro Germi, Carlo Lizzani, Alessandro Blasetti, Mario Monicelli, Mario Soldati e Luigi Comencini nel trionfale “Pane amore e fantasia” in coppia con Vittorio De Sica e poi con attori come: Gerard Philipe, Rene Clair e tati altri ancora.
La presidente del Consiglio l’ha ricordata così: “Ricordiamo Gina Lollobrigida, attrice di grande talento, appassionata, intensa, trascinante. Ci lascia una protagonista, una icona del cinema italiano, una delle interpreti più importanti della sua generazione, che ha contribuito alla diffusione dell’immagine italiana nel mondo”
La camera ardente è stata allestita in Campidoglio, i funerali si svolgeranno giovedì 19 gennaio nella Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo.
(Gennaio 2023)
E’ tornata (il seguito)
di Mariacarla Rubinacci
Chi? Lei, tanto bramata, sparata, con il suo palcoscenico su quale recitare le nostre vite. Chi? Due anni difficili da recitare secondo un copione scritto da un certo signor Covid, un nuovo sceneggiatore che ha distribuito a tutti noi parti uguali, alcune anche molto forti e tristi, ma tutte con le stesse battute: “vaccinatevi, mettete la mascherine, lavatevi bene le mani…” Per due anni…ma lo sapete, è inutile rivangare ciò che ormai è passato. Abbiamo tutti voltato pagina, stiamo tutti mandando a memoria, da bravi attori, le battute nuove del nuovo copione che ci sta distribuendo la realtà.
Beh!, è tornata la Normalità. Ha bussato finalmente alle nostre porte, è tornata per renderci liberi di recitare come prima. Prima …
E allora eccola lì, sugli schermi del televisore, sulle colonne dei quotidiani, sui servizi giornalistici preparati in fretta per rincorrere la velocità con cui corrono gli eventi. Proviamo a farne un elenco?
I bombardamenti devastanti che stanno annientando l’Ucraina, le morti di campioni dello sport, dello spettacolo, del giornalismo, la fine della mente più eccelsa del Cattolicesimo, il ripetersi di palinsesti triti e ritriti della RAI, la triste testimonianza della mancanza d’amore verso la propria donna di chi invece non sa amare, ma che sa brancare un coltello e spargere sulla tela della vita il colore rosso del sangue. Lo stesso che sta imbrattando le strade quando frastornanti scontri automobilistici falciano la vita di giovani mentre rientrano dalle feste, gioiosi, troppo ridanciani, forse vestiti da troppa mancanza di responsabilità. Tutto fa male, ma specialmente se ci fermiamo un attimo e ci accorgiamo che siamo solo all’inizio dell’Anno Nuovo… (quanti Buon Anno 2023 abbiamo detto…). Sono passati soli pochi giorni dal fragore dei botti che dovevano portare via il brutto che già siamo lì nuovamente ad affrontare quel brutto che non se n’è andato. Dire Nuovo all’anno che si è appena affacciato è un anacronismo. Chiamiamolo con il solito aggettivo, “Vecchio”. Vecchio di parole, vecchio di scenari, vecchio come vecchia poi è la stessa normalità.
Ho la strana sensazione che il vestito sia sempre lo stesso, ormai liso, ricucito qua e là per rattoppare alla meglio gli strappi procurati dagli urti violenti della realtà.
Allora esco, approfitto dei Saldi. Troverò qualcosa che mi permetta di cambiar… Boh! Cosa?
(Gennaio 2023)
MERCATINI DI NATALE
di Luigi Rezzuti
Natale è ormai alle porte, è ora di lanciarci alla scoperta dei mercatini natalizi più belli e pittoreschi del 2022.
In tutta Italia, di piazza in piazza, dalla grande città al piccolo borgo, ogni centro storico accoglie bancarelle ricche di prodotti di artigianato e si prepara a intrattenere grandi e bambini con un fitto programma di attività ed eventi, tutti all’insegna della magia delle feste!
Le giornate si accorciano, le temperature calano e l’atmosfera natalizia inizia a farsi sentire.
Insomma, è giunto puntuale come ogni anno, il momento di programmare una visita agli immancabili e tradizionali mercatini di Natale, che da novembre e talvolta fino a gennaio, conquistano il centro storico delle città italiane e, grazie alle luci cui sono illuminati e casette di legno da cui sono composti, permettono a grandi e piccini di entrare nel vivo del Natale.
Il 2022, inoltre, è il primo anno veramente libero dalle restrizioni dettate dal Covid, dunque, sarà l’occasione giusta per tornare a viaggiare e lasciarsi sorprendere dalle meraviglie che ogni singolo mercatino saprà regalarci.
I mercatini di Natale da visitare questo inverno, partono dal Trentino-Alto Adige e per tutta la nostra penisola.
Questa regione al confine con Austria e Svizzera, è considerata la capitale italiana del Natale per la massiccia presenza di mercatini natalizi sparsi per le sue piccole e grandi città.
Una vasta offerta di bancarelle ed eventi che ogni anno attirano in questo luogo dal fascino nordico turisti da tutta Italia
Una città che, fra tutte, sa distinguersi per la grandiosità delle sue celebrazioni è sicuramente Napoli che, in previsione del Natale 2022, ha già messo in programma tutta una serie di appuntamenti in cui lasciarsi trasportare dalla frenesia dei festeggiamenti.
Addobbi e prodotti di artigianato, i mercatini di Natale ti invitano a immergerti in un clima festivo.
All’interno del centro storico è possibile ammirare l’affascinante maestria degli artigiani del presepe che espongono orgogliosamente le proprie originali creazioni nella storica via San Gregorio Armeno, tappa fissa per chiunque passi per Napoli.
Anche nei quartieri di Soccavo e Pianura i mercatini di Natale aprono i battenti per poi concludersi nei primi di gennaio.
I mercatini dell’artigianato e della creatività è ormai un appuntamento fisso per gli amanti degli oggetti unici, e si ripete ogni anno a Pianura.
Tantissime bancarelle aspettano i visitatori con una vasta scelta di articoli, tutti fatti rigorosamente a mano, particolari, originali, ma soprattutto unici per i pensierini di Natale.
(Dicembre 2022)
Siamo degli sconfitti
di Mariacarla Rubinacci
I “favolosi anni Sessanta” coprono un arco storico abbastanza ampio che comprende l’esplosione del fenomeno rock in cui si cantavano le ballate di De Gregori, De Andrè, Celentano, Gaber e Morandi, pensando ai Beatles e ai Rolling Stones. Si assaporava lo spirito di Libertà vivendo ( lo si credeva fortemente ) in un Paese pacifico e abbastanza civile.
E allora proviamo ad aprire i cassetti della memoria alla ricerca di sensazioni da condividere e offrire alle generazioni più giovani nella speranza che leggano queste righe scritte da chi giovane non lo è più.
Quegli anni, i ’60, furono fondamentali per i cambiamenti del nostro Paese, azzardo, e non troppo in fondo, del mondo intero. Nel cuore c’erano tante speranze e molte fantasie, tanta curiosità rimasta repressa per troppo tempo, la stessa che è la molla che spinge le persone a guardare al futuro. I giovani di allora avevano fame di tutto e la voglia di scoprire nuovi orizzonti.
Tuttavia aleggia una domanda: gli anni Sessanta sono stati davvero una chiave di volta per esaudire la rivoluzione di un’epoca?
Oggi si respira un’aria di incertezza e di sofferenza, vestita di verità mentre potrebbe essere un’illusione. Oggi vige il Credo che fa credere di vivere in una società soffocata dall’odio, dalle paure, dall’inquietitudine e dalla violenza. Anche la parola Libertà, come un funambolo, cerca un equilibrio mentre passo passo attraversa il filo teso verso il futuro.
Peccato allora….che oggi a chiedere il rispetto alle regole siano rimasti soltanto coloro che hanno ormai qualche capello bianco sulle tempie. Non c’è più ascolto. Ci sono solo urla, bugie, mortificazioni e, ahimè, una falsa guerra fratricida.
Peccato davvero…… siamo degli sconfitti.
(Ottobre 2022)
“RESISTENZE”
di Sergio Zazzera
Ricorre oggi, 28 settembre, mentre scrivo queste righe, il 79° anniversario dell’inizio delle Quattro Giornate di Napoli. Cinque giorni fa, il 23, è stato ricordato il 37° anniversario dell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani. E, se in queste righe accomuno i due eventi, ciò vuol dire che essi sono scollegati soltanto all’apparenza; ma mi spiego.
L’episodio delle Quattro Giornate di Napoli, durante le quali la città insorse, prima in Europa liberandosi da sola dal giogo dell’occupazione nazista, è ascrivibile, senza alcun dubbio (a parte quelli manifestati, ma con motivazione inconsistente, da Giorgio Bocca) al più ampio movimento della Resistenza.
Tale sostantivo è derivato dal verbo “resistere”, al quale il Vocabolario Treccani attribuisce il significato primario di «Opporsi a un’azione, contrastandone l’attuazione e impedendone o limitandone gli effetti». A fronte di tale definizione, perciò, è più che ragionevole ammettere l’esistenza di più “Resistenze”, al pari della pluralità di “fascismi” riconosciuta da Umberto Eco.
Non ho, dunque, difficoltà a considerare un episodio di “resistenza” anche l’attività posta in essere da Giancarlo Siani in quella breve prima metà degli anni 80 del secolo scorso. Siani, infatti, con le sue inchieste giornalistiche, che riferivano i dati che egli stesso acquisiva sul campo impervio di Torre Annunziata, ha operato per opporsi all’attività della criminalità organizzata imperante in quel territorio, al punto che i risultati da lui conseguiti hanno contribuito non poco a consentire a organi di polizia e magistratura d’infliggere a quella criminalità il durissimo colpo che i media a suo tempo resero noto al pubblico. Hanno contribuito, cioè, a “resistere” all’azione della camorra torrese; e non è un caso se a essere celebrata, ancora oggi, è la sua morte, e non quella dei tanti caduti nelle guerre e nelle faide camorristiche.
(Settembre 2022)
Tema d’Estate
di Mariacarla Rubinacci
21 giugno, solstizio d’estate, ma quest’anno la stagione si è anticipata di molto. Aveva fretta di vedere crogiolare al sole i nostri corpi cerei e macilenti per contagi e chiusure domiciliari.
Estate, rigoglio frenetico in cerca di libertà. Parola magica di questi tempi.
Libertà da orpelli deprimenti, pesanti da scrollare di dosso, cose che intralciano il desiderio di fare finalmente quello che si vuole.
E fra questi orpelli, come ogni anno del resto, ci sono i nostri… (è un eufemismo!!!!) amici a animali. Cani, gatti, criceti, pappagallini, altri… E’ un eufemismo dire “nostri”. Per molti Humani (è così che ci chiamano gli amici animali), il Fuffi regalato a Natale al figlio anche lui zampettante, oggi è un Fuffone di 4 Kg., Micetta mia, raccolta per strada in una notte fredda e buia, oggi è una miciona che lascia peli in angolo della casa. Altri esempi? Quanti ce ne sarebbero, trovateli voi che state leggendo. A proposito, chi sa smanettare con il Web, avrà certo visto il susseguirsi di SOS anti abbandono. Giusto! In estate si abbandona!
“che se la cavino da soli…” è il mantra dell’estate, è il leitmotiv dell’estete, dopo tutto sono animali. “io devo andare in vacanza e tu sei un peso”. E allora, invece di riporre “l’orpello” in un cassetto come fosse un oggetto qualsiasi dato che propriamente un oggetto non è ahimè, lo si “getta”, magari anche nel cassonetto della spazzatura sotto casa, “vai, caro, vai a fare l’animale”. La cronaca registra scene di ritrovamenti orrendi in scatole di scarpe, di cani legati ai bordi delle autostrade, di pappagallini che a stento sanno volare per non aver conosciuto altro ambiente che una gabbia, (ne ho trovato uno sul mio balcone, spaventato, è stata un’odissea riuscire a prenderlo e tranquillizzarlo).
Vabbè raga… (come dicono i giovani oggi), scusate lo sfogo. E’ un pour parler tanto per fare due chiacchiere. Buone Vacanze amici (voi che leggete), so che siete bravi voi, so che siete persone che queste cose non le fanno. Comunque è bene sempre parlarne, chissà che serva a far riflettere quell’uno che in questo momento ha intenzione di…….
BUONE VACANZE.
(Luglio 2022)
E’ TORNATA LA NORMALITA’
di Mariacarla Rubinacci
Ben tornata Normalità. Sono due anni che non ci vediamo. Cosa hai fatto? Dove sei stata?
Ah, io? Ho ben poco da raccontare. Casa…Chiesa… (come si dice), dove la chiesa erano i supermercati e la farmacia, tutti coperti da una mascherina FFp2 per non capire se nascondevamo un ghigno o un sorriso. In casa, avanti e indietro tra il tinello, la televisione, il divano, il letto. Un viavai di…assenze, soli sul balcone a fare un ciao striminzito alla famiglia affacciata sul balcone di fronte, soli senza poter abbracciare i nostri figli e nipoti. Soli aggrappati con frenesia allo smartphone che ci metteva in una comunicazione silenziosa, fatta di faccine ora ridanciane, ora rosse di rabbia, fatta di parole scritte. Chiusi in casa comunicavamo in modo virtuale, facevamo ginnastica in una palestra virtuale, cucinavamo scambiandoci ricette sempre virtuali. Ora possiamo stare vicini, vicini, fare una passeggiata tra la gente, andare a pranzo in un ristorante, andare al teatro, al cinema, allo stadio, finalmente ci assembliamo sugli autobus, in metropolitana e pensiamo; “E’ tornata la Normalità”.
(Giugno 2022)
STORIA DEL COSTUME DA BAGNO
di Luigi Rezzuti
L’estate si avvicina a passi da gigante, è tempo di fare il primo tuffo in mare, e tempo di metterci in costume! Ma vi siete mai chiesti quale è la storia di questo indispensabile capo? In realtà il costume da bagno affonda le sue radici nell’antica Roma. Durante il Medioevo e Rinascimento non c’era l’abitudine di andare al mare, venivano piuttosto preferite le terme, dove ci si immergeva generalmente senza vestiti, salvo qualche mise da bagno. Soltanto nel 1750 a Parigi si diffonde la moda dei bagni, sia al mare che al lago. Viene creato per l’occasione un abito con corpetto e calzoni. Con l’arrivo del XIX secolo le donne iniziano ad immergersi in mare con costumi chiusi al collo e con tanto di parasole per proteggersi dai raggi ed evitare la tintarella- col finire del secolo gli abiti si accorciano leggermente e i completi generalmente sono arricchiti con decori marinari e fanno la loro comparsa le prime magliette a righe bianche e blu. Le scarpe diventano traforate munite di lunghe stringhe da allacciare intorno alla caviglia, mentre in testa spopolano i foulards. All’inizio del ‘900 si diffonde la consuetudine del soggiorno al mare, Rimini, Viareggio e il Lido di Venezia diventano famose località balneari, pertanto dotarsi di un look adatto diventa fondamentale, appaiono i primi costumi interi. Nella prima decade del ‘900, gli itinerari termali vengono preferiti al mare. E’ l’epoca di Salsomaggiore, Fiuggi e Montecatini. Si iniziano ad usare capi in lino bianco arricchiti da ricami e merletti il tutto accompagnato da cappelli riccamente decorati e dall’immancabile parasole bianco. In perfetto stile Belle Epoque. Per il nuoto fanno la loro comparsa le prime cuffie da bagno sportive, simili a quelle attuali. Ne corso degli anni Venti molti dei vincoli legati alla moda si sciolgono. I costumi degli anni Venti sono costruiti da corte gonnelline con la cintura sui fianchi, oppure atletici costumi da nuoto, sfiancati e aderenti, senza maniche, sempre abbinati a calzoncini che arrivano a metà coscia. Le donne proteggono il capo con cappellini o cuffie da bagno. Negli anni ’30 si prediligono costumi in tinte chiare, spesso coordinati da giacca e borsa da spiaggia con decori marinari. Nel frattempo le idee naturistiche sui benefici del sole e dei suoi raggi, fanno ridurre ulteriormente la stoffa con cui vengono confezionati i costumi da bagno. Le scollature sulla schiena si ampliano, e dal 1932 i pantaloncini si staccano del tutto dal corpetto, i costumi diventano a due pezzi, aderendo perfettamente al corpo. Per coprirsi si iniziano ad utilizzare i primi parei insieme a vestagliette a stampa floreale.
La grande rivoluzione arriva nel 1946 quando viene lanciato il “bikini”. La ridotta mutandina che lascia scoperto l’ombelico, provoca un autentico choc, tanto che il suo utilizzo veniva punito dalle forze dell’ordine per oltraggio al pudore. Si continuano anche ad utilizzare costumi interi. Negli anni ’60 si utilizzano costumi da bagno interi o due pezzi con coppe rigide e fantasie decise e vistose. In questi anni fa la sua comparsa anche il monokini, un bikini con una sottile striscia e tutto il resto in vista. Sulla scia della rivoluzione dei costumi, questi si restringono ancora. Il pezzo di sopra diventa un mini triangolo dai colori vibranti. Gli anni a venire danno spazio al topless e all’intramontabile bikini sempre più succinto e al costume intero.
(Giugno 2022)
LICENZA DI CONTAGIO
Un mito (una volta tanto) non soltanto napoletano
di Sergio Zazzera
Il d.l. 1/2022, in vigore dall’8 gennaio scorso, ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni e per chi compirà i 50 anni il 15 giugno prossimo. La sottrazione all’obbligo è punita con la sanzione amministrativa di 100 euro, una tantum, a decorrere dal 1° febbraio.
Ebbene, durante i miei studi universitari ho avuto un Maestro, il grande Antonio Guarino, col quale cominciai a collaborare già dal secondo anno di corso, continuando fin verso il 1989-90. Ora qualcuno si starà domandando che cosa c’entra il mio Maestro con la sanzione per la violazione dell’obbligo vaccinale; e, allora, mi spiego.
Quando parlava dell’iniuria, illecito civilistico del diritto romano, Guarino narrava un gustoso, ma anche significativo, episodio. Nel I secolo a. C., per sanzionare l’iniuria – che, allora, oltre all’offesa verbale, comprendeva, fra l’altro, anche le percosse –, il pretore introdusse l’actio iniuriarum aestimatoria, che consentiva di commisurare la pena all’effettiva gravità di ciascuna violazione. Fino a quel momento, infatti, le percosse erano state punite dalla Lex XII Tabularum con un risarcimento di appena 25 assi in favore dell’offeso, pari a circa 38 euro odierni: una miseria, dunque.
E qui viene l’episodio che Guarino narrava. Un cavaliere romano, tale Lucio Verazio, se ne andava in giro e, quando incrociava persone che gli erano antipatiche (e sembra che non fossero poche), le abbuffava ‘e pàcchere (come si dice a Oslo). Lo seguiva, però, un servus dispensator, munito di sacchetto di monete, che subito dopo consegnava i 25 assi allo schiaffeggiato, il quale non avrebbe più avuto di che dolersi (almeno, davanti a un giudice).
Similmente, oggi è possibile comprare la libertà di non vaccinarsi – meglio definibile come “licenza di contagio” (altrui, prima che proprio) –, al modico prezzo di 100 euro, una tantum. E poi, Pauwels e Bergier (Il mattino dei maghi) vengono a raccontarci che la storia non si ripete.
(Gennaio 2022)
CUIUS REGIO… (ovvero: meno male che c’è un Papa straniero)
di Sergio Zazzera
Antefatto n. 1: Nell’Enciclica Pacem in terris, il Pontefice Giovanni XXIII affermò, tra l’altro, la necessità di mantenere distinto l’“errore” dall’“errante”.
Antefatto n. 2: Joe Biden, presidente U.S.A., di religione cattolica, personalmente contrario all’aborto, non ritiene di dover estendere al popolo statunitense il proprio pensiero in materia, promuovendo l’adozione di norme repressive, ma lascia a ciascuno libertà di coscienza.
Il fatto: In occasione del G20 di Roma, Joe Biden, in visita a Papa Francesco, lo interpella, circa la possibilità di ricevere la Comunione, che l’episcopato del suo Paese vorrebbe negargli, ricevendosi risposta affermativa.
Il commento: Oltre a ignorare la dottrina di Giovanni XXIII, la posizione dell’episcopato U.S.A. nega la validità dell’Editto di Nantes, emanato da Enrico IV di Borbone nel 1598 (nella foto), che sancì la libertà di culto e l’abolizione del principio della religione di Stato, significato dal brocardo «Cuius regio, eius et religio», e, con esso, disconosce oltre quattro secoli di storia e di civiltà.
So perfettamente che la storia non si fa interrogandosi sul naso di Cleopatra: me lo insegnava il mio Maestro. Poiché, però, di recente, qualcuno non lo ha escluso, la prova voglio farla, non prima di avere chiesto perdono alla felice memoria di quel Maestro. Oggi abbiamo un Papa venuto «dalla fine del mondo», come egli stesso si definì, nel discorso dell’elezione; ma quale risposta sarebbe stata data al presidente Biden, se il Pontefice fosse stato un italiano? uno, cioè, cresciuto e educato in seno alla Curia romana? Nomi non intendo farne, ma credo che ciascuno possa riempire da sé lo spazio che sto lasciando in bianco.
(Novembre 2021)