FESTIVAL DI SANREMO
di Luigi Rezzuti
Non vedo il Festival perché mi annoia, tutto qui. Però mi dispiace perché questo mi fa sentire tagliato fuori da inciuci, rumors, chiacchiere e anche da un semplice scambio di battute con mia moglie, che non se ne perde una puntata.
Ieri, appena uscito, una delle due condòmine del parco in cui abito, con le quali vado appena al di là di un semplice saluto, si è rivolta a me per un parere su non so che del Festival. Io ho dovuto confessare che non lo stavo seguendo e, immediatamente, si è girata a parlottare con la collega, non degnandomi più di uno sguardo.
Ehhh, insomma, giorni tristi per i non Sanremesi, altro che Allegria!
Però una cosa l’ho vista: la Clerici che scendeva o non scendeva, non ricordo, ma insomma indossava un abito domopak argentato. Mi è venuto, allora, di pensare che, se donna accorta, finita la funzione festivaliera, il vestito lo potrebbe riavvolgere e avere rotoli di carta di alluminio per un anno e, con esso, sigillare anche un po’ di avanzi della prova del cuoco, da portare a casa e congelare.
E mentre pensavo ‘ste cose così, mi sono reso conto di avere partorito un pensiero “alla mano era della mia mamma”, che, come tutte le persone che hanno vissuto la guerra e patito la fame, aveva l’accortezza di non buttare mai nulla: tutto andava conservato, in attesa del momento in cui sarebbe tornato utile.
Quando, infatti, De Crescenzo ricordava dell’abitudine, a casa sua, di conservare, in una scatola, piccoli pezzetti di spago con su scritto “Spaghi troppo corti per essere utilizzati”, Io non ridevo perché qualcosa del genere accadeva anche con mamma e nonna (degli spaghi corti – mi indottrinavano – all’occorrenza si possono legare fra di loro per farne uno lungo). E in effetti tutto veniva recuperato.
Ricordo perfettamente che, da un pantaloncino che mia madre mi aveva cucito, avanzò un pezzo di stoffa che lei si rigirò fra le mani, fino a quando le si illuminò lo sguardo e, eureka!, ne tirò fuori un gilettino, davvero grazioso, come in capo griffato di oggi, con tanto di bottoncini di madreperla.
Comunque, che altro posso aggiungere? Questa è l’unica riflessione che ha suscitato in me quel poco di Sanremo che ho visto.
E a questo punto va bene pure a voi, altrimenti vi inonderei di divulgazioni demenziali e non pertinenti.
Tutta l’Italia, tutta l’Italia… tranne me …
(Marzo 2025)
Bianca Guaccero in grande rilancio
di Luigi Rezzuti
Bianca Guaccero è nata a Bitonto (Bari) il 15 gennaio del 1981, ha 44 anni, è un’attrice e conduttrice televisiva. La sua carriera artistica inizia da bambina nel mondo dello spettacolo. Infatti, partecipa al coro dello Zecchino d’Oro. Qualche anno dopo la madre la iscrive a “Miss Bitonto”, concorso di bellezza della sua città. Nel 1955 viene chiamata per la selezione di Miss e Mister Teen-ager Italia in un programma di Gerry Scotti. L’anno successivo partecipa a “Sotto a chi tocca” con Pippo Franco e a La “Ruota della Fortuna con MiKe Bongiorno. Al di là di alcune apparizioni televisive, debutta nel cinema con “Terra bruciata” (1999) di Fabio Segata. Lavora sotto la guida di registi come: Giovanni Veronesi, Damiano Damiani, Sergio Rubini. Alterna il cinema con programmi televisivi come cantante e conduttrice. Nel 2006 è protagonista della miniserie televisiva “Assunta Spina”, successivamente affianca Pippo Baudo e Piero Chiambretti nella conduzione del “Festival di Sanremo del 2008. Nel 2015, la Guaccero, partecipa al programma “Tale e quale show” ,condotto da Carlo Conti su Rai 1. Nel 2018, a settembre, subentra a Caterina Balivo alla guida di “Detto fatto” su Rai 2. E’ un susseguirsi di successi. Nel 2020 presenta, insieme ad Enrico Ruggieri, il varietà “Una storia da cantare” su Rai 1 e ancora partecipa a “Il cantante mascherato”. In teatro interpreta “Il sogno del principe Salina”, “L’ultimo Gattopardo, “Poveri ma belli”, “Una vita da strega”, “Oggi sto da Dio”. Infine, dopo aver primeggiato durante le 11 puntate dello show “Ballando con le stelle” ,si colloca al primo posto, guidata dal maestro di danza Giovanni Pernice. La risonanza mediatica, ottenuta grazie alla partecipazione al programma di Milly Carlucci, ha permesso alla Guaccero di rilanciare ulteriormente la sua carriera artistica, dopo un periodo di riflessione, dovuto alla separazione, nel 2017, dal marito, il regista, Dario Acocella con il quale ha avuto una figlia,. Adesso fioccano i contratti, le richieste di partecipazioni a spettacoli televisivi e non solo. In questo 2025 Bianca Guaccero sta affiancando Nek nella conduzione del talent show “Dalla strada al palco”. Infine Carlo Conti ha annunciato i conduttori e le conduttrici del “Prima Festival” : Bianca Guaccero, Gabriele Corsi e Maria Sole Pollio, successivamente annuncerà le sue partner e i suoi partner di viaggio sul palco dell’Ariston. Quali sorprese?
(Gennaio 2025)
PRESEPE VIVENTE A TORRE ANNUNZIATA
di Sergio Zazzera
L’idea di Presepe vivente generalmente diffusa è quella di una rappresentazione statica delle scene ella Natività, sviluppata lungo un percorso, attraverso il quale il pubblico si sposta. Ebbene, a Torre Annunziata la concezione della sacra rappresentazione è completamente sovvertita, poiché i figuranti agiscono in movimento, dinanzi agli spettatori comodamente seduti, dando vita a quella che gli antropologi definiscono “sceneggiata sacra”. Il tutto si svolge nella cripta del Santuario dello Spirito santo della città (corso V. E. III, 318) e vi si potrà assistere fino al 5 gennaio prossimo (h. 19.15).
A curare lo svolgimento della manifestazione è “’O Pazziariello”, gruppo di amatori locali, sotto la guida di Michele Scognamiglio, che, dismessi gli abiti di funzionario comunale, per indossare quelli del popolare banditore partenopeo – ‘o Pazziariello, per l’appunto –, dà vita, insieme con i componenti del gruppo, alla rappresentazione dinamica delle scene che popolano il settecentesco Presepe napoletano (fra le altre, le lavandaie, la capèra, il conciatiàne), in un ambiente affollato da oggetti che, ormai, costituiscono soltanto un ricordo (fra i tanti, l’abbrustulaturo del caffè, la scafaréa, il trapenaturo del conciatiàne); lo spettacolo si conclude con la rappresentazione dell’Adorazione dei pastori.
Il maggior pregio dell’operazione culturale compiuta da “’O Pazziariello” è costituito dal recupero di poesie, filastrocche e canti della tradizione popolare locale, oltre che napoletana; e soprattutto per i primi il rischio della loro dispersione è, per fortuna, in questo modo scongiurato.
Gli applausi del pubblico accompagnano la conclusione della rappresentazione; i nostri quella di queste righe.
(© foto Carlo Zazzera - Gennaio 2025)
TUTTI VIA DALLA TV DI STATO
di Luigi Rezzuti
(Luglio 2024)
La rivoluzione nella televisione pubblica
di Luigi Rezzuti
Nel corso degli anni, nella televisione pubblica, sono avvenuti tanti cambiamenti di conduttori, che hanno scelto di lasciare la Rai per nuove avventure professionali. Nell’ultimo periodo sono molti gli addii che hanno destato un certo scalpore, ma è impossibile non citare anche qualcuno, lontano negli anni. Uno dei casi più emblematici fu quello di Michele Santoro, il conduttore del programma di approfondimento politico, “Anno Zero”. Egli, nel 2011, lasciò la Rai, a seguito del famoso editto bulgaro. Anche Enrico Mentana, prima di diventare il direttore del Tg de La7, ha avuto una lunga carriera, in Rai come giornalista e conduttore del TG1, e poi alla Fininvest, quale fondatore e conduttore del tg5. Ma ora passiamo agli addii più recenti, tra cui quello di Fabio Fazio, che lo scorso anno si è congedato dalla Rai per approdare sulla piattaforma di Discovery (NOVE), con Luciana Littizzetto. E ancora Bianca Berlinguer, dimessasi dopo 34 anni di attività in Rai 3 come direttrice del Tg e conduttrice del programma di approfondimento “Carttabianca” è passata a RETE 4. Anche Corrado Augias, ha annunciato l’addio alla Rai, sul finire dello scorso anno, ed è passato a La7, dove ora conduce “La torre di Babele”. Inoltre Massimo Gramellini, giornalista del Corriere della Sera, si inserisce tra i grandi addii alla Rai dell’ultimo periodo. Conduceva il programma “Le parole della settimana”, su Rai 3, oggi è passato a La7 con il programma “In altre parole”. Nel 2023, Lucia Annunziata, giornalista in Rai dal 1996 e, a suo tempo, anche Presidente Rai, comunicò le sue dimissioni, ma non è passata ad altre reti televisive come tutti gli altri personaggi citati prima. Oggi, a lasciare la televisione pubblica è Amadeus, e questo potrebbe non essere l’unico passaggio clamoroso. Si è parlato insistentemente anche di Rosario Fiorello, pur se lo showman ha smentito pubblicamene. Era nell’aria da un po' ed ora è ufficiale: Amadeus lascia la Rai, per approdare a Canale NOVE, gruppo Warner Bros Discovery.
(Aprile 2024)
Quale idea di futuro?
di Gabriella Pagnotta
Sanremo – Giù le mani dalla musica dei giovani
Ciò che mi preoccupa delle polemiche su Sanremo è il pensiero malevolo che è alla loro base e di cui esse si alimentano: un disegno malcelato di mettere a tacere i giovani e, con loro, il dissenso di cui sono portatori, da sempre e dovunque. I giovani sono coloro che portano le idee nuove, sono la speranza a cui ci dovremmo rivolgere mentre viviamo, noi che giovani non siamo più. Invece di appoggiarli li mettiamo a tacere con fischi in diretta e condanne nel dopo festival, uniche vere note stonate, dimostrando di essere una società anziana, non solo anagraficamente, oscurantista, che combatte contro i suoi figli. Di fronte a ragazzi impegnati, sensibili, interessati ai temi sociali, noi alziamo rigide barriere nascondendo, dietro lo scandalo per un dialetto, usato come lingua d’arte, e una parola di pace, vista come minaccia all’atlantismo, la vera paura di perdere il potere di guidare le nuove generazioni, conformandole ai nostri gusti e al nostro modo di pensare. Geolier e Ghali sono i bersagli di chi, con questa mentalità, mostra di aver paura dei giovani quando essi altro non sono se non espressione del nostro tempo complesso e plurale. L’Italia che loro rappresentano è quella delle periferie, un’Italia ignorata e nascosta nelle pieghe della narrazione ufficiale.
La musica unisce, non può dividere
Il Festival di Sanremo ci ha dimostrato che la musica unisce ragazzi del Nord e del Sud, Italiani di prima, seconda, terza generazione, neo arrivati. La musica dà voce a chi voce e non ha mai avuto. Dovremmo interrogarci su quale futuro vogliamo per la nostra nazione, se vogliamo davvero far crescere i nostri giovani dando loro spazio e fiducia o se vogliamo continuare ad ignorarli e a combattere contro di loro.
La più bella immagine di Sanremo è quella di Vecchioni nel suo duetto con Alfa: la scena di loro due sul palco diventa l’iconografia di una speranza: “Sogna ragazzo sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”.
(Febbraio 2024)
DA NATALE A SANTO STEFANO
di Luigi Rezzuti
Dopo il successo di Bar Stella, per tre anni, appuntamento fisso della seconda serata di Rai 2, Stefano De Martino ha conquistato la prima serata di Santo Stefano con il suo show “Da Natale a Santo Stefano” intrattenendo gli italiani con un nuovo Christmas Show, uno spettacolo ricco di musica con tanti ospiti speciali. De Martino racconta: “L’idea di un Christmas Show mi ha entusiasmato, sono affezionato all’idea del varietà, ma soprattutto ai Christmas special. Conosco tutti i tentativi e esperimenti fatti nel mondo. Direi che sono una cosa molto americana, nata negli anni ’60 con Dean Martin. Anche Elvis ne fece uno bellissimo. La parabola scende sempre più in basso fino ad arrivare al mio show. Giudicate voi se è bello o meno, io mi sono impegnato per garantire uno show alto, gli ingredienti sono tanti e variegati: amici, buona musica, ridate, racconti e canzoni, una serata speciale ricca di ospiti importanti e disposti a giocare con il performer napoletano a cominciare da Carlo Conti, uno dei volti di punta della Ra, poi il Maestro pasticciere Iginio Massari”. A fare da spalla a Stefano De Martino c’è stata la brillante Giulia Vecchio, presenza fissa nell’ultima stagione di Bar Stella, e gli amici Biagio Izzo, Francesco Paolantoni, Hebwert Ballerina e Giovanni Esposito, mentre la grande musica, grazie alla big band d’altri tempi ha accompagnato la voce di Nina Zilli con la tromba di Fabrizio Bosso. E’ stata una serata veramente fatta bene, speriamo che questi show si possano ripetere ancora.
Stefano De Martino nasce a Torre Annunziata nel 1989 da padre ballerino di danza classica e madre insegnante. La danza, respirata in famiglia sin da bambino – con il padre in forza nel corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli – diventa l sua passione a partire dai 10 anni quando muove i primi passi nel settore della danza. Nel 2007 vince la borsa di studio a New York, presso il Broadway Dance Center, in danza moderna e contemporanea. Nel 2009 partecipa come concorrente alla nona edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, su Canale 5 classificandosi primo tra i ballerini. Vince un contratto con il Complexions Contemporary Ballet che gli permette di prendere parte a un tour che lo porta in Nuova Zelanda, Australia e Hawaii. Nel 2009, all’interno della scuola di Amici di Maria De Filippi intraprende una relazione con Emma Marrone, terminata nel 2012. Nello stesso anno si fidanza con la showgirl argentina Belén Rodriguez, spossandola il 20 settembre 2013 e con cui ha un figlio, Santiago, nato il 9 aprile dello stesso anno. La coppia si separa nel 2015 per poi tornare insieme nel 2019. I due si sono lasciati nuovamente nel maggio 2020, ricongiunti di nuovo nel 2022 e poi lasciati definitivamente nel 2023. Nel 2010 ancora ad Amici di Maria De Filippi, questa volta in qualità di ballerini professionista. Nel frattempo lavora come insegnante di danza e coreografo. Nel 2011 interpreta il ruolo di Enea nel balletto di Luciano Cannito Cassandra accanto a Rossella Brescia. Ne2015 De Martino diventa supporter e conduttore del daytime di amici di Maria De Filippi. Nello stesso anno è uno dei protagonisti di Requenos gigantes, programma condotto da Belèn Rodriguez andato in onda all’inizio del 2016 su Canale 5, capitanando la squadra “Gli incredibili”. A partire dal 2016 entra nel cast di Selfie – Le cose cambiano, condotto da Simona Ventura su Canale 5, in cui è uno dei mentori. Nel 2018 è l’invitato del reality show di Canale 5 L’isola dei famosi, condotto da Alessia Marcuzzi. Nel 2019 il grande salto, conduce su Rai 2 il programma comico Made in Sud, affiancato da Fatima Trotta, con la partecipazione di Elisabetta Gregoraci e Biagio Izzo. Nel medesimo anno conduce sempre su Rai 2 con Belèn Rodriguez la Notte della Taranta, la finale del Festival di Castrocaro 2019, in sostituzione di Amadeus, presenta Stasera tutto è possibile, programma che condurrà anche negli anni successivi sempre su Rai 2. Nel 2021 ritorna ad Amici di Maria De Filippi, con il ruolo di giudice, insieme a Stash e a Emanuele Filiberto, per poi essere confermato insieme ad essi anche per l’edizione successiva. Da dicembre 2021 conduce in seconda serata su Rai 2 il suo varietà intitolato Bar Stella. Nel 2022 ha condotto in prima serata su Rai 2 insieme ad Andra Delogu il Tim Summer Hits. Il 4 giugno 2023 allo stadio Diego armando Maradona ha condotto Sarò con te, la festa del Napoli, lo speciale per lo scudetto del Napoli trasmesso su Rai 2 in prima serata.
(Dicembre 2023)
IL FESTIVAL DI SANREMO
di Mariacarla Rubinacci
Ne parlano tutti, in qualsiasi canale della televisione si clicchi, si ascolta qualcuno che …bla-bla- bla, parla del Festival della Canzone Italiana, del carrozzone popolare che impegna l’audience nazionale. Ne parla, lo commenta, lo analizza opinando, lo spia per scoprirne dettagli, e poi ...lo snobba. Lo fa schernendosi, come se si vergognasse di seguirlo. Magari invece lo fa, lo segue, eccome!, altrimenti come farebbe a trovarne i difetti e l’inutilità? Lo spia nascosto dietro l’angolo del suo salotto di casa, dove la famiglia, al contrario, è scompostamente spaparanzata sul divano a godersi, incollata allo schermo del televisore panoramico, lo sfavillio delle luci del palcoscenico dove note su note si alternano nella competizione della gara “nazional popolare”.
Il festival è un bel pacchetto regalo, da scartare lentamente fino a che non superi la mezzanotte, ogni anno è lì a farsi aprire e scoprire cosa stia per offrire. E’ un regalo pieno di fantasia, di fragilità, di timidezza, di energia, di parole, di messaggi, di senso sociale, di quotidianità, che però non fanno più rima con “amore e cuore”, ma offrono sfide all’analisi mentale di chi ascolta e si ritrova nei concetti musicalmente espressi. Oggi il festival è una vetrina sull’oggi tormentato, soprattutto vissuto dai giovani, è il parlato che usano quando si incontrano, magari sorseggiando uno spritz.
Allora il loro non è più un becero bla-bla-bla, le parole sono invece cariche di significato e di fatica di crescere, di speranza che qualcosa cambi, quel qualcosa di brutto che li circonda, fatto di guerre, il brutto del bullismo, il brutto del razzismo, il brutto di ribellione violenta, il brutto di non saper amare, il brutto che la Natura stessa butta loro addosso, con i cambiamenti climatici, le pandemie, i terremoti, il brutto della povertà. E’ la loro vetrina che andrebbe commentata solo attraverso il loro punto di vista, è un giornale da sfogliare per vedere documentata la loro realtà. Al contrario, spesso il parlottare che si legge negli editoriali, che si ascolta nei talk show televisivi è l’espressione di chi ha qualche capello bianco e che ha dimenticato quanto sia cambiata la Storia, quanto fosse stato più facile crescere anche solo qualche decennio passato.
Beh, anch’io ho quel capello che si sta tingendo di bianco, per cui ho fatto il mio bla-bla-bla, ho espresso la mia opinione, ho partecipato al salotto di chi sta leggendo, ma ...chiudo dicendo “W Sanremo”.
(Febbraio 2023)
Spigolature
di Luciano Scateni
Sanremo, evviva (pardon è un lapsus) ci siamo.
L’Habemus Papam ha riscontri mediatici, pari e forse leggermente inferiori, all’enfasi mediatica che, per un turno di Tg Rai e news on line di varia provenienza, ha celebrato l’habemus Sanremo, con titoli e ampi dettagli che hanno quasi oscurato l’orgiastico racconto quotidiano di fatti e misfatti, relativi al virus pandemico nella ‘variante omicron’. Insomma ci siamo. Squarciato il fitto velo di silenzio, Amadeus ha soddisfatto la sete universale di festivalismo e ha messo fine alla fibrillazione dei cuori pulsanti di chi freme per conoscere il futuro prossimo della kermesse canora, gardenia all’occhiello della Tv di Stato. Il direttore artistico e presentatore non si è risparmiato (vuoi vedere che non lo facesse con quello che guadagna?) e il risultato del meticoloso lavoro di un anno è un esempio di accurato dosaggio, di un menù che prova a rispettare la molteplicità di gusti musicali dell’Italia: alla fascia d’età di telespettatori ‘capelli bianchi’ Sanremo propone Iva Zanicchi, che ha felicemente festeggiato il compleanno numero 81, Massimo Ranieri, appena (!) settantenne e Gianni Morandi, di anni 76. Sorprende la non presenza dell’onnipresente Orietta Berti, di due anni più senior, con le sue 78 primavere. C’è Donatella Rettore, una giovanetta di 66 anni. Sistemati i fan dello show ‘The senior Voice’, che va riesumando le voci canore dimenticate di over 60, Sanremo copre l’intera gamma di gusti musicali. In gara c’è Achille Lauro, in rappresentanza del genere Maneskin, che hanno ben altro a cui dedicare il tempo di band sulla cresta dell’onda. Per i musicofili che identificano la modernità della musica leggera nel ‘rap’ la proposta di Amadeus è ricca, anzi straricca. Rapper (in parentesi l’età) sono Rkomi (27), Irama (25), Aka 7even (22), Dargen D’Amico (40), HighSnob e Hu (27). Il cast delle 5 serate si completa con il cantautore Miche Bravi (27), il napoletano Giovanni Truppi, rock, jazz (40), DitonellaPiaga, (24) in coppia con la Rettore, la spagnola Ana Mena (24), Sangiovanni (18) il più giovane in competizione, La rappresentante di Lista, gruppo ‘Trip, hop, folk’ siciliano. Sulla scia dei Maneskin anche il gruppo ‘rock alternativo’ Le vibrazioni. La fetta più grande della torta canora è preda dei rapper. Il festival strizza così l’occhio ai giovani, al genere musicale che si propone come alternativo alla canzone melodica. Spesso la velocità del ritmo di questi interpreti ostacola la comprensione del testo, ma che fa, quello che conta è che la rapida successione di parole entusiasmi i ragazzi. Sul palco dell’Ariston anche due giovani talenti. Gradimento scontato per Elisa, Emma Marrone. Giusi Ferreri, Fabrizio Moro, Mahmood & Blanco, Noemi.
I costi: Amadeus 500/600mila euro. Da verificare le indiscrezioni sui probabili co-conduttori delle 5 serate (Alessia Marcuzzi, Chiara Ferragni, il velocista Jacobs, oro olimpico). Certa la presenza di Fiorello e di Ibrahimovic (50 mila a serata). Achille Lauro ospite per tutte e cinque le serate (costo idem). Elodie: una serata, abiti di Versace. Per gli altri ospiti compensi da fissare di volta in volta (intorno ai 25 mila). I biglietti per i 1900 posti: abbonamento Galleria (5 serate, 672 euro), Platea (5 serate 1.290), una serata in Galleria 100 euro, una in platea 180. Serata finale, Galleria-Platea 320 / 660 euro. Dagli sponsor la Rai ricava una quarantina di milioni.
Rai, ‘cambiare qualcosa per non cambiare niente’
Monica Maggio, alla direzione del Tg1: politicamente un ‘copia-incolla del precedente, con presenze prevalenti della destra. Tg2, confermato Sangiuliano, che uno più di destra è davvero arduo trovarlo. Simona Sala al Tg3, vedremo come se la cava. Vianello, direzione Giornale Radio e Radio 1. Orfeo direzione di ‘Approfondimento’, Casarin (Lega) confermato alla guida della Tgr. Il capolavoro del nuovo amministratore delegato (aveva detto “fuori i partiti dalla Rai”) è però la nomina di Paolo Petrecca direttore di Rai News 24. Chi è Petrecca? Nel 2016 condivideva sul profilo Facebook (pubblico) il link a un gruppo dal nome “Vogliamo Silvio Berlusconi presidente della Repubblica”. Un mese fa ha twittato con la Meloni che ha pubblicato ‘Avanti ragazzi di Buda’ e le fa i complimenti per la sua presenza a ‘Mezz'ora in più’. Dice: “Intervista senza peli sulla lingua e ricca di contributi”. Pensate che Fuortes, numero uno della Rai, così sputtanato, si sia immediatamente dimesso? Errore, se ne sta lì, beato, in viale Mazzini.
(Dicembre 2021)
MONICA VITTI COMPIE 90 ANNI
dI Luigi Rezzuti
Maria Luisa Cecinella, in arte Monica Vitti, l’attrice, che è un mito del cinema nazionale ed internazionale, ha compiuto 90 anni.
È nata il 3 novembre del 1931.
Sposata con lo sceneggiatore, fotografo cinematografico e regista, Roberto Russo, che si prende, tuttora, cura di lei, soffre di una malattia degenerativa, simile all’Alzheimer. che gradualmente le ha strappato i ricordi
Per i suoi 90 anni, ci saranno eventi e manifestazioni in tutta Italia con proiezioni di film, tra cui uno dei più noti, come “Dramma della gelosia” con Marcello Mastroianni, ed un documentario, a lei dedicato, a cura della Mostra del Cinema di Roma e proiettato dalla Rai. Giancarlo Giannini, altro attore coprotagonista con lei di molte celebri pellicole, recentemente ha ricordato l’attrice in una lunga intervista.
E non è il solo. Sono molti coloro che ricordano Monica Vitti in occasione del suo compleanno, da Michele Placido a Carlo Verdone a Enrico Vanzina che ha commentato: “Monica ha una bellezza unica, sua, personale”. mentre Fulvio Paganini, presidente di Distretto Cinema, ha dichiarato: “Monica Vitti non è solo la grande attrice che tutti conosciamo, emblema dei profondi silenzi del cinema di Antonioni o mattatrice comica nella commedia all’italiana, fino ad allora monopolio di soli uomini, ma è anche il simbolo della diva antidiva, della donna moderna, indipendente, femminista.
Il novantesimo compleanno è solo uno fra i tanti motivi per cui vale la pena celebrarla, per ricordare un’attrice e una donna che resiste comunque e nonostante tutto, la cui immagine rimane inalterata attraverso i decenni”.
Monica Vitti si diploma nel 1953 all’Accademia d’Arte Drammatica e debutta al cinema nel ’55 con un piccolo ruolo nell’ “Adriana Lecouvreur”, a fianco di mostri sacri, come Valentina Cortese e Gabriele Ferzetti.
I cinefili ricordano il sodalizio con Michelangelo Antonioni negli anni ’60, mentre gli spettatori ricordano l’intesa con Alberto Sordi nello spettacolo “Polvere di Stelle”.
Sempre negli anni ’60, grazie a Mario Monicelli, interpreta, da protagonista, “La ragazza con la pistola”.
Lavora con registi, come Dino Risi ed Ettore Scola, ma tutti i grandi registi internazionali la vogliono come interprete dei loro film anche perché, oltre alla bravura e ad un volto bellissimo, sfoggia una voce roca, dal fascino particolare, (anche Claudia Cardinale era molto richiesta negli stessi anni).
Nel 1955 le viene assegnato il “Leone d’Oro” alla carriera, poi, a seguire negli anni, 10 David, 12 Globi d’oro e 3 Nastri d’argento.
Conquista anche le platee televisive insieme a Mina “Milleluci” nel ’74 e “Domenica in”. Vent’anni dopo, scrive due libri autobiografici, firma la sua unica regia “Scandalo segreto”, nel 1990. Porta in teatro la grande commedia americana da “La strana coppia” a “Prima pagina”.
La sua ultima apparizione pubblica risale a 19 anni fa alla prima di “Notre Dame de Paris”, ma già negli anni precedenti le sue apparizioni si erano rarefatte, dopo il suo ritiro dalle scene, nel 2001, quando fu ricevuta al Quirinale per il David di Donatello.
(Novembre 2021)
Guglielmo Chianese, in arte Sergio Bruni
di Luigi Rezzuti
Sergio Bruni nasce a Villaricca il 15 settembre del 1921 e muore il 22 giugno del 2003, per una crisi respiratoria, all’ospedale Santo Spirito di Roma.
Tramonta un mito, un simbolo del Novecento napoletano, la voce di Napoli.
Il cantante nasce in una famiglia povera, frequenta da ragazzino la scuola serale di musica, studia il clarinetto e suona ai vari matrimoni e alle feste di piazza.
Da giovane partecipa, come volontario, alle Quattro giornate di Napoli formando un gruppo di giovani e armandosi con un revolver arrugginito e due bombe a mano.
Poi si iscrive alla scuola di canto del maestro Gaetano Lama e del cantante Vittorio Parisi, diventandone subito il vanto.
Da quando esordisce, il 14 maggio del 1944, al Teatro Reale di Napoli, è un susseguirsi di successi.
Ma l’anno della definitiva consacrazione è il 1948, quando inizia ad incidere per “La Voce del Padrone” restandovi per un ventennio.
Da questo momento impone il suo stile interpretativo, sempre più personale e inconfondibile, con un grande consenso popolare, che lo accompagnerà per tutta la sua carriera.
Partecipa a ben 12 Festival della canzone >napoletana, interpretando canzoni, ancor oggi cantate da tanti autori, come Sciummo, ‘O ritratto ‘e Nanninella, Vieneme ‘nzuonno.
Nel 1960 canta al Festival di Sanremo Serenata a Margellina.
Tra le tante canzoni antiche che ha interpretato, ricordiamo Fenesta vascia, La rumba degli scugnizzi, Carmela e tante altre ancora.
Tutte, una dopo l’altra, di grande successo.
(Settembre 2021)