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DONNA LUCIA

 

di Luigi Rezzuti

 

La vita scorreva lenta nel piccolo borgo di Casalvelino, in provincia di Salerno.

Era appena l’alba e un pallido sole accompagnava donna Lucia dalla sua casetta, ubicata nell’altra parte del paese, al vicino cimitero.

Erano le cinque del mattino, una fresca brezza di mare le accarezzava i capelli.

Sentiva il corpo affaticato, le gambe pesanti, il cuore stanco. Una vita sofferta alle spalle.

Ancora, come chiodo nella testa, le urla del marito e nel corpo le botte subite, le violenze carnali, protrattesi fino alla separazione, avvenuta due anni prima.

Le figlie l’avevano trascinata dal giudice contro la sua volontà, l’avevano spinta a sporgere denuncia contro quell’ubriacone del padre, che si era allontanato dal paese.

E quando stava tirando un sospiro di sollievo, un male incurabile le aveva portato via la più giovane delle figlie, dopo un anno di cure e dolori strazianti.

Donna Lucia ricorda il tormento: la diagnosi, la prognosi infausta, l’assenza di speranza di vita, il cuore in frantumi, il senso di impotenza di fronte al male che faceva scempio del giovane corpo.

Le era stara vicina, nemmeno un attimo si era allontanata da quel maledetto ospedale, nel reparto di ematologia.

Aveva visto tanti giovani e bambini morire in quell’anno e il suo cuore non reggeva davanti alla virulenza del male.

Un anno di buio totale, nemmeno confortato dalla fede: Dio non era stato clemente con lei, fin dall’infanzia.

Figlia di una famiglia di pescatori, aveva perso i genitori in mare in tenera età ed era stata adottata dalla famiglia degli zii paterni.

Ora, tutte le mattine si alzava alle prime luci dell’alba, per recarsi al cimitero, a salutare la sua “bimba”, come lei la chiamava.

Camminava a passi lenti e non faceva nemmeno più caso alla bellezza del suo paesino e non avvertiva il sole che si levava all’orizzonte.

Dopo la visita al cimitero, tornava a casa per le faccende domestiche.

Quella mattina sentì uno strano richiamo. In lontananza il profumo del mare: lo seguì ad occhi chiusi, sentì il cuore sobbalzare d’un tratto, accelerò il passo, la stanchezza si sciolse, camminò sempre più svelta, superò il porticciolo, alzò gli occhi a guardare il paese in festa per il patrono.

Si ricordò dei sapori antichi, dei piatti tipici del paese, sentì venirle alla gola qualche frammento dei pochi piaceri vissuti da piccola, prima della morte dei genitori.

Due lacrime le rigarono il volto, camminò ancora più svelta e d’un tratto vide il sole, alto nel cielo, che illuminava la distesa marina.

Si tolse le scarpe e si bagnò nell’acqua fredda del mattino: erano le otto di un anno lontano…

Si rivide piccola, vide sua madre chinarsi su di lei mentre le baciava la fronte. Le sembrò un sogno, si stropicciò gli occhi, ma la percezione permaneva vivida, stampata nella memoria.

“Allora non tutto muore di noi – pensò – finché ne conserviamo il ricordo”.

Si ricordò del mare che l’aveva accolta fin dai primi anni di vita, si sentì serena e così abbandonata si spogliò e si lasciò cullare dalle acque.

Non sentiva freddo, anzi, un calore attraversò il suo corpo, avvertì un sentimento di rinascita e rimase in ascolto del rumore del mare, le cui onde lentamente si infrangevano sulla battigia.

Era sola, ma provava una strana gioia dentro, come se il mondo fosse popolato di figure amiche, pronte a farle compagnia.

Il ricordo era vago, eppure presente. Si sentì per la prima volta al centro del mondo.

Era un senso di riscatto, accompagnato dal desiderio prepotente di tornare a vivere.

Si specchiò nell’acqua illuminata dal sole e vide la sua figura, esile e ancora gradevole. Aveva appena 40 anni.

D’un tratto avvertì alle sue spalle una presenza umana, quella di un uomo che l’osservava in disparte, mentre si nascondeva dietro un giornale.

Intravide i suoi occhi neri, i capelli castani e sentì il cuore in tumulto.

Restò nell’acqua immergendo anche la testa, mentre le lacrime le bagnavano il viso, ma erano lacrime di gioia.

L’uomo continuava ad osservarla, non distoglieva lo sguardo da lei, poi mise da parte il giornale, le si avvicinò e le sorrise.

Avvertì una strana sensazione dentro, come un gusto antico di vita, che riaffiorava prepotente.

Egli la strinse a sé forte e, così abbracciati, andarono verso il piccolo bar, poco distante.

Mentre erano seduti l’uno di fronte all’altra, arrivò il profumo del mare con il rumore delle onde. In lontananza le campane suonavano a festa ed essi brindarono al loro indimenticabile, primo amore.

(Ottobre 2021)

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