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‘O PAESE ‘E MASTU RAFELE   di Sergio Zazzera   Nel 1869 Antonio Petito diede alle stampe il testo di un suo lavoro teatrale, intitolato So Masto...
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LA COSTITUZIONE APERTA A TUTTI Al centro dell’incontro il tema dell’Inclusione   di ANNAMARIA RICCIO   Realizzata da Giuffrè Francis Lefebvre insieme...
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Le utilitarie del Primo Novecento

 

di Antonio La Gala

 

Nel periodo fra le due guerre l’automobile ebbe un forte sviluppo sia come diffusione che come evoluzione tecnica ed estetica.

Senza entrare in particolari tecnici ricordiamo solo la maggiore agevolezza e leggerezza delle vetture; l’introduzione dell’accensione elettrica del motore, al posto di quella faticosa della manovella; la scomparsa della separazione fra posto di guida e abitacolo; la scomparsa della catena di trasmissione, la più facile reperibilità dei pezzi di ricambio.

In Italia i Saloni automobilistici dopo il primo conflitto mondiale si riaprirono, con la tredicesima edizione, a Milano, dove resteranno fino al 1937, eccettuato quello del 1929, che per motivi di propaganda politica si tenne a Roma.

Auto molto note dei ruggenti anni Venti erano la FIAT 501 e la Lancia Lambda.

Gli anni Trenta furono quelli dell’introduzione delle cosiddette “utilitarie”.

La Fiat aveva sperimentato vetture economiche fin dal 1915, ma fu nel 1932 che lanciò, come utilitaria, la Fiat 508 Balilla. Da allora si cominciò ad usare l’aggettivo “utilitaria” per indicare un’auto destinata ad un pubblico più vasto.

Era il momento della reazione alla crisi del 1929, e la Balilla era l’equivalente della Ford T americana.

Il primo modello della Balilla, la 508, con 995 cc. di cilindrata, raggiungeva gli 85 km/h ed era prodotta nelle versioni a due posti, torpedo, spider e sportiva.

Nel 1932 la Balilla dette alla Fiat una grande risonanza mondiale. Basti pensare che nel solo 1932 ne furono prodotti 22.122 esemplari, di cui 6.578 destinati all’estero.

Dal 1934 la Balilla fu prodotta nella versione a 4 marce, con carrozzeria meno severa e il portabagagli incorporato nella parte posteriore della scocca.

Nel 1936 nacque la Fiat 500 A, di 570 cc. di cilindrata, nota come “Topolino”, la più piccola macchina fino ad allora costruita in Italia.

Venne prodotta nelle versioni convertibile e berlina, risolvendo così il problema della piccola utilitaria a due posti, adatta anche alle persone di alta statura.  Quando uscì costava 9.750 lire e raggiungeva 85 km. all’ora. Fu prodotta come “Topolino” fino al 1948, e poi modificata in altre versioni (500 B e 500 C), fino al 1955.

Nel 1937, la FIAT cominciò a produrre la 508 chiamata “Nuova Balilla 1100”, che con modifiche varie terrà banco anche negli anni successivi.

Nello stesso 1937 anche la Lancia presentò una sua auto di successo, l’Aprilia, prodotta in varie versioni fino al 1949. Due anni dopo, nel 1939, immise nel mercato l’Ardea, la sua vettura più piccola, di cui presenterà la seconda versione nel 1945, la terza nel 1948 e la quarta, l’ultima, nel 1949.

Negli anni della seconda guerra mondiale l’industria automobilistica si concentrò, come era logico, nella produzione di tantissimi veicoli ad uso militare ma fermò praticamente quella per uso civile. Quindi, subito dopo il conflitto, non poté fare altro che continuare la produzione dei modelli anteguerra, fra cui la Topolino, l’Aprilia. La riconversione delle fabbriche e la ripresa fu lenta. I saloni espositivi riaprirono nel 1948.

Bisognerà aspettare la fine del decennio per vedere comparire nuovi modelli.

(Dicembre 2022)

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