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NAPOLETANI TENDENTI AL CIBO SANO MA GOLOSO

 

CAMPANI E NAPOLETANI SEMPRE PIÙ ATTENTI A UNO STILE DI VITA HEALTHY, MA NON MANCANO MOMENTI DI COCCOLE GOLOSE E DI LEGAME ALLA TRADIZIONE.

IL POKE E LA CUCINA HEALTHY GUIDANO LE TENDENZE EMERGENTI DEL FOOD DELIVERY NELLA CITTÀ PARTENOPEA, MA CRESCE ANCHE LA COLAZIONE.

LO SVELA JUST EAT NELLA NUOVA EDIZIONE DELLA MAPPA DEL CIBO A DOMICILIO IN ITALIA

 

di Annamaria Riccio

 

Just Eat presenta i risultati della sesta edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia, in cui fa il punto sul mercato del digital food delivery e sulla sua evoluzione lungo lo Stivale, tra tradizione e innovazione, abitudini di consumo consolidate e nuove tendenze.

Il food delivery ha assunto ormai un ruolo di primo piano nella vita quotidiana degli italiani, che ne apprezzano la varietà, ma anche la facilità di utilizzo e la velocità. Tutti elementi che negli ultimi anni hanno contribuito a far crescere in maniera esponenziale il settore, che oggi rappresenta il 44% del mercato alimentare online, generando un valore di 1,8 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021)[1]. Una spinta legata anche all’incremento della capillarità del servizio che oggi è accessibile al 71% della popolazione non solo nei grandi centri urbani, ma anche nelle province.

Se guardiamo ai momenti preferiti per ordinare, scopriamo che la voglia di food delivery scatta soprattutto quando ci si vuole rilassare a casa dopo una lunga giornata di lavoro o studio, magari godendosi una partita della propria squadra del cuore o giocando ai videogiochi (41%), mentre si guarda un film o la propria serie TV preferita (30%), oppure quando si desidera festeggiare con amici e famiglia un traguardo importante, per amplificare ancora di più questo momento di socialità (28%). Tra le motivazioni che spingono maggiormente a ordinare cibo a domicilio, troviamo invece il desiderio di concedersi una coccola dopo una giornata stressante (44%), per soddisfare la voglia di un piatto particolare, magari mai provato prima (37%) oppure perché non si ha voglia di cucinare e non si ha qualcosa di già pronto a casa (31%).

Ma cosa ordinano nello specifico campani e napoletani? In linea con quanto emerso a livello nazionale, la top 5 delle cucine più ordinate ci racconta di abitudini ormai consolidate, tuttavia non manca qualche sorpresa. Se infatti l’iconica pizza resta salda sul podio, seguita dall’amato hamburger, oltre al sapore orientale del giapponese spicca una passione per i dolci e i panini. Non mancano poi il pollo, il poke, il gelato e l’immancabile cucina italiana. Se guardiamo ai piatti, invece, sono i sapori tipici i preferiti, con i crocchè in testa, seguite dalla pizza alla diavola e dalla tradizionale frittatina di pasta. Se invece volgiamo la nostra attenzione alle cucine e ai piatti che stanno guadagnando popolarità, sono proprio questi a darci uno sguardo sul futuro e sulle tendenze che stanno guidando le scelte di consumo della città partenopea. A livello regionale, oltre alla colazione, spiccano la cucina healthy e il poke, che si fanno portavoce di una nuova tendenza green anche in città, dove però restano saldi anche piccoli momenti di indulgenza con il gelato. Nuove abitudini di consumo che si ritrovano anche nei piatti, dove a livello regionale spicca la pizza alla Nerano, ispirata all’omonima pasta, e in città il cornetto alla crema gianduia. Non mancano però piatti legati a sapori tipici della tradizione locale, con la frittatina di pasta e le crocchè.

Qualche curiosità in più? I piatti della tradizione più amati sono gli gnocchi alla sorrentina, la parmigiana di melanzane e le polpette al ragù, tipiche del pranzo della domenica. Non solo, la Campania si conferma anche la più rilassata e la più ricca di golosi notturni tra le regioni, con la più alta percentuale di ordini nel weekend e in tarda notte!

Tra le conseguenze della rivoluzione della nostra routine c’è sicuramente un nuovo approccio al cibo da parte degli italiani, a fronte di uno stile di vita sempre più flessibile e che ha visto l’aumento del consumo di piccoli snack in vari momenti della giornata, rispetto al tradizionale consumo di tre pasti principali al giorno. Pause che non soddisfano solo un bisogno fisiologico, ma che rappresentano anche un momento di relax e gratificazione.

La motivazione principale è da attribuire a una maggiore attenzione dei consumatori alle proprie emozioni e al benessere, non solo in senso fisico, ma anche e soprattutto mentale. Il consumo di snack durante l’arco della giornata viene infatti vissuto in maniera consapevole e priva di sensi di colpa, poiché corrisponde principalmente a un momento di rilassamento (51%) e coccola per prendersi cura di sé (47%). 

Se si guarda nello specifico alle abitudini degli italiani in relazione a questo trend emergente, si nota come siano soprattutto i giovani a guidare questa tendenza con una netta preferenza per spuntini durante la mattina, tra la colazione e il brunch - forse il pasto che meglio rappresenta la millennial generation. Tra gli alimenti maggiormente consumati non emergono preferenze riguardo al tipo di cibo selezionato, lasciandoci di fronte ad un equilibrio quasi perfetto tra dolce e salato. Quest’ultimo è caratterizzato soprattutto da toast (33%) e prodotti da forno (24%), per poi passare a snack più classici e più frequentemente abbinati a questo momento della giornata come dolci di vario genere, torte e cornetti (48%). Un’ulteriore abitudine radicata nella cultura degli italiani è la merenda, in cui si distinguono anche snack quali gelati e torte gelato (41%).

Non manca l’attenzione alla salvaguardia del Pianeta, un tema quanto mai attuale e che sta diventando sempre più rilevante per le nostre decisioni in vari aspetti della vita quotidiana, compresa la nostra alimentazione. Soprattutto tra i giovani, infatti, sta crescendo una maggiore consapevolezza riguardo le proprie scelte di consumo e l’impatto di determinati alimenti o ingredienti su ciò che ci circonda; e quindi, un interesse crescente verso il tema della sostenibilità, che li porta a cercare di integrare il più possibile nella propria alimentazione soluzioni a basso impatto per il benessere ambientale.

Da un lato questo avviene attraverso un’adesione sempre maggiore a diete vegane e vegetariane, ma anche flexitariane, ovvero diete onnivore con una preferenza verso soluzioni veggie e occasionale consumo di prodotti di derivati animali. Dall’altro lato, si sta assistendo a una crescente domanda di piatti che celebrano le verdure e le mettono al centro, valorizzandole anche grazie a metodi innovativi di cottura e all’utilizzo di nuovi ingredienti dai sapori sorprendenti.

In questo contesto, anche il food delivery gioca un ruolo di primo piano nel supportare chi sceglie di abbracciare uno stile di vita più green. Una tendenza che trova conferma soprattutto nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, guidati dalla volontà di migliorare il proprio tenore di vita e la propria salute e dal piacere di consumare questi cibi che stanno diventando sempre più saporiti e apprezzati da tutti i palati, con la conseguente adozione di uno stile di vita dal minor impatto ambientale.

Un altro aspetto importante evidenziato dalla ricerca è quanto le tendenze di consumo vengano guidate anche dal posizionamento del brand, soprattutto quando si parla di sostenibilità. Una decisione spesso guidata anche dalla presenza sulla piattaforma di ristoranti che adottano politiche anti-spreco e che utilizzano materie prime, preferibilmente di stagione, provenienti dai produttori locali o a km zero.

Il cibo ha da sempre la capacità di assumere un significato forte, capace anche di riportare alla mente ricordi associati ad emozioni positive e che fanno leva sulla nostalgia, intesa come il ricordo di qualcosa di bello che si è vissuto in passato. Una tendenza che coincide spesso con il consumo di piatti legati alla tradizione e a momenti di convivialità che si ripetono.

Se da un lato si è confermata la passione degli italiani per i piatti della tradizione, dall’altro è quanto mai in auge la ricerca di cibi dai sapori sempre nuovi, ricchi di ingredienti, colorati e che facciano venire l’acquolina a un solo sguardo. In questo scenario, giocano un ruolo chiave i social media, sui quali va sempre più di tendenza, sia da parte dei consumatori sia dei ristoratori, condividere piatti “instagrammabili” capaci di stimolare i sensi anche a distanza e guidare le scelte di consumo.

(Dicembre 2022)

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