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 “Il broccolo”

 

di Antonio La Gala

 

Testimonianze della vita artistica e letteraria napoletana a cavallo fra gli anni Quaranta e Cinquanta ci vengono fornite da un periodico che visse nel 1949 con il titolo “Il broccolo” e poi, nel 1950, con il titolo di “Belvedere”.

Il primo numero del periodico uscì il 12 febbraio 1949, con il sottotitolo “settimanale letterario umoristico”, sotto forma di foglio in quattro facciate di grande formato, del costo di lire 20, con uscita il sabato.

I fondatori furono l’Avv. Ugo Ragni (direttore responsabile), il commercialista Guido del Gaudio (direttore amministrativo) e i funzionari di banca Luigi (Gino) Apa ed Alessandro Zazzera (padre di Sergio Zazzera, magistrato, autore di pregevoli pubblicazioni di natura storico-culturale e attuale direttore del web magazine “Il revocatore”). I disegni erano firmati GIN (Gino Apa).

Le direzioni e la redazione erano in Via Tino da Camaino 13, e il foglio era stampato dalla tipografia del Dott. Dino Amodio, in Via Pignatelli a San Giovanni Maggiore 48.

Nella testata un disegno schematico raffigurava un broccolo dietro il quale s’intravedeva la sagoma di Castel Sant’Elmo e della Certosa di San Martino.

Come è noto la collina del Vomero in passato era nota per le sue estesissime coltivazioni di broccoli, ed i suoi abitanti venivano indicati spesso con il soprannome di “pier’’e vruoccole”.

Nell’articolo di fondo del primo numero, a firma di Ragni, veniva dichiarata l’intenzione di continuare l’opera a favore della cultura e della vita vomerese svolta fino a pochi anni addietro da Edoardo Ceci attraverso il “Corriere” delle colline.

In effetti nei primi numeri comparvero molti articoli che avevano per oggetto uomini e cose del Vomero, ma con il passare dei mesi il periodico assunse sempre di più le caratteristiche di una pubblicazione artistico-letteraria riguardante tutta Napoli, senza più alcuna preferenza per il Vomero.

Nel 1950 il periodico cambiò testata: il 7 gennaio 1950, con il sottotitolo “settimanale napoletano artistico letterario” uscì la testata “Belvedere”, che è da considerare la continuazione del “Broccolo”, visto che il primo numero portava l’indicazione “anno II n.1” e che i direttori, redattori sede e tipografia erano gli stessi, e che il giornale conservava lo stesso formato e lo stesso prezzo.

Il numero 2 uscì solo il 13 maggio, con una leggera modifica nella testata, da cui scomparve il sottotitolo.

Inoltre dal n.2 il Direttore responsabile diventò Mario Perrone, la redazione si spostò in via Ugo Niutta 25, la tipografia era quella del cav. Franco Severini, in via Tribunali 132. A luglio subentrò la tipografia “AA & F.Cicero”, al prolungamento di via Scarlatti (oggi via Cilea), n. 214.

Fra le firme apparse sul Broccolo-Belvedere ricordiamo quelle di Vittorio Paliotti, Pasquale Ruocco, Mario Spedacci, Enzo Palumbo, Antonio d’Auria, Antonio Spagnuolo, Enzo Armenio.

Nel n. 21 del 14.10.1950 comparve il seguente “Avviso importante”: “per ragioni di carattere tecnico siamo costretti a sospendere le nostre pubblicazioni settimanali. I lettori che vorranno conservarci la loro benevolenza potranno leggerci in rivista mensile a partire dal gennaio prossimo”. Firmato Belvedere.

A noi non risulta una ripresa della pubblicazione, ma abbiamo solo notizia di un numero “zero” del Broccolo, pubblicato nel dicembre 1999, in occasione del cinquantenario dell’uscita del primo numero.

(Marzo 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

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