A VOLTE RITORNANO…: IL CAFFE’ SCOTTO IONNO
di Sergio Zazzera
Scotto Ionno – “lo scozzese biondo”, nel dialetto procidano – si chiamava Vincenzo ed era originario proprio di quell’isola, nella quale la sua famiglia possedeva un bel palazzo signorile, con tanto di discesa a mare. Si era trasferito a Napoli, proprio nell’ultimo scorcio dell’’800, e vi aveva fondato, nella Galleria Principe di Napoli, di fronte al Museo Nazionale, un café chantant, sempre affollato da un pubblico attratto dal programma proposto, che vedeva alternarsi cantanti e soubrettes, comici e sciantóse. In proposito, anzi, il macchiettista Adolfo Narciso, che vi si esibiva, narra nelle sue memorie che Vincenzo aveva uno zio prete, il quale sedeva tutte le sere in prima fila, a godersi lo spettacolo, ma non mancava mai di protestare nei confronti del nipote, per l’esibizione, non tanto delle ballerine, quanto di alcune parti del loro corpo. Però rimaneva là.
Al tramonto del café chantant corrispose, inevitabilmente, anche quello del Caffè Scotto Ionno, mentre l’anagrafe ha fatto sì che tra la maggioranza dei napoletani la memoria ne andasse perduta. Ora, però, a distanza di decenni, ecco spuntare, in quella stessa Galleria, lo “Scotto Ionno 2.0”, come mi piace definirlo.
Si tratta di una forma originale di caffè letterario, che occupa i locali che ospitarono la Tesoreria comunale e si articola su tre livelli, affiancando al bar il bistrot e il ristorante, ma anche una biblioteca, ricca già di più di qualche migliaio di volumi, ma tuttora in progress, con possibilità, sia pure limitata, di prestito domiciliare e di lettura di testi in formato digitale, oltre che con l’istituzione del “libro sospeso”: chiunque potrà lasciare volumi a disposizione di chi vorrà portarli via e, a sua volta, portare via quelli messi a disposizione da altri volenterosi.
A realizzare tutto ciò ha provveduto Luca Iannuzzi – un nome già noto e affermato nel settore –, in sintonia col Comune di Napoli, proprietario dei locali, al cui recupero/restauro ha provveduto l’architetto Eugenio Tibaldi, vero e proprio artista, venuto dal suo Piemonte, il quale ha conferito agli ambienti un aspetto Liberty, che arieggia quello dello “Scotto Ionno 1.0”. Il risultato del suo impegno è stato presentato alla stampa il 15 marzo, con l’intervento, oltre che suo e di Iannuzzi, anche del sindaco di Napoli, prof. Gaetano Manfredi, nonché dell’editore Diego Guida e dello scrittore Maurizio De Giovanni, che hanno contribuito all’arricchimento della biblioteca.
La Galleria Principe di Napoli, dunque, è ben avviata sulla strada della rinascita: a volerla dire con Marc Augé, è più che vicino il momento della sua transizione da “non-luogo” a “luogo” della città.
(Marzo 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)