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Liberty in casa del nonno

 

di Antonio La Gala

 

Le generazioni vissute o nate nei primi decenni del Novecento, che per molti di noi sono le generazioni dei padri o dei nonni, hanno trascorso la vita, o almeno l'infanzia, circondati da architetture, manifesti, arredi stradali e domestici, soprammobili, calendari, quaderni, giornali, libri, oggetti preziosi e di uso quotidiano, e tanto altro ancora, improntati a quel gusto che è passato alla storia con il nome di "Liberty".

Il periodo d'oro della produzione di questo stile in Europa si è prolungato fino agli inizi degli anni Venti; in Italia si è attardato ancora per qualche anno.

Sul Liberty poi è calata la condanna dei critici d'arte ed è stato messo in soffitta assieme a gran parte degli oggetti che aveva prodotto.

Negli ultimi decenni, però, l'attenzione dei critici ha rispolverato quel periodo stilistico e parallelamente gli amanti di cose antiche, venditori e acquirenti, hanno  rispolverato dalle soffitte la specchiera, la sedia o il soprammobile di quel periodo, per dar vita a una parte del mercato sempre più fiorente del "modernariato".

Il Liberty è la versione italiana, forse un po’ tardiva, di una forma nuova d'espressione stilistica che si fece luce in Europa sul declinare dell'Ottocento, che, soprattutto in architettura, cercava di risolvere il problema che aveva attraversato quel secolo, il superamento del vituperato "eclettismo",  la coesistenza  degli stili del passato.

Questa nuova forma di espressione, genericamente chiamata "Floreale", venne variamente denominata nei vari paesi europei (Art Nouveau, Secessioine, Jungendstil, ecc.), e giunse a coerenza di stile dapprima nelle arti decorative e poi in quelle maggiori, architettura compresa. all'aechitettura dette le radici ad un percorso che con l'apporto di altre esperienze, portò agli albori del razionalismo degli anni Venti.

Come ogni sorgere di nuove sensibilità artistiche, il fenomeno floreale-liberty fu determinato anche da altri fattori, come l'idea moderna di mettere a disposizione di tutti e non di soli pochi privilegiati la Bellezza, materializzandola in oggetti di uso comune, come propugnato dalla Ars and Crafts di William Morris. Un altro fattore favorevole al sorgere e svilupparsi del floreale fu la potenzialità economica che l'industria intravide nello sviluppo di un settore in cui la facile riproducibilità degli oggetti ne moltiplicava la diffusione.

Intervennero poi i diversi orgogli nazionali, francese, tedesco e soprattutto austriaco, che cercavano di incentivare il proprio peso nella propria produzione del floreale, anche se dopo iniziali incomprensioni del fenomeno, come ad esempio il mancato sostegno dei Francesi alle due case di produzione e commercio degli oggetti ispirati al nuovo gusto, le botteghe "Art Nouveau" di Bing e la "Maison Moderne" di Maier Graefe, forse perché gestite da ebrei germanici immigrati a Parigi.

Il discorso stilistico sul floreale-liberty è molto complesso e qui non lo affronteremo. Diremo solo che la nuova arte cercava la Bellezza nell'artificio sempre più abile e raro, oppure, all'opposto, in una sobrietà che assicurasse alla forma di mobili ed oggetti nuova funzionalità e una più elevata possibilità di vasta riproducibilità.

Con il tempo la sinuosità ricalcata sulla natura dell'originario decorativismo dell'Art Nouveau-Jungendstil di origine franco belga e degli artisti di Monaco, cedette il passo alla linea geometrica ed astratta di Glasgow, Vienna e Darmotondt, che in architettura, come abbiamo già detto, gettò le radici del protorazionalismo.

La conclusione di questa sintetica chiacchierata sul liberty è un'esortazione finalizzata alla conservazione della nostra memoria storica: riflettiamoci un attimo prima di disperdere il tavolino o il soprammobile che troviamo a casa dei nonni.

(Novembre 2023)

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