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I tram a vapore di Napoli   di Antonio La Gala   Nella seconda metà dell’Ottocento la locomozione a vapore nel settore delle ferrovie maggiori...
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Normalità……. È Sognare                                                      di  Mariacarla Rubinacci   La sera era ormai inoltrata, l’aria fresca...
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Nuovo centro sportivo e nuovo stadio   di Luigi Rezzzuti   Aurelio De Laurentiis lo ha più volte dichiarato: il centro di Castel Volturno non...
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L’Arte per la pubblicità di un santo   di Antonio La Gala   Fra i figli del secondo re angioino di Napoli, Carlo II, c’era Ludovico, che non divenne...
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ANTONIO JULIANO SI E’ SPENTO ALL’ETA’ DI 80 ANNI

 

di Luigi Rezzuti

 


E’ scomparso dopo una lunga malattia, Antonio Juliano, una bandiera del calcio azzurro, un mito come giocatore ma anche come dirigente. Era malato da tempo ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate. Ricoverato in ospedale, non ce l’ha fatta e lascia un vuoto enorme non solo a Napoli. Juliano già da bambino era un predestinato, i primi calci per strada. Nato a Napoli il 26 dicembre 1942, in tempo di guerra, viene registrato dai genitori all’anagrafe il 1° gennaio del 1943 e presto conosce il suo giocattolo preferito. Quel pallone che gli faceva compagnia a San Giovanni a Teduccio dove si era trasferita la famiglia, di origini Irpine. Da San Giovanni a Teduccio Juliano approda alla Fiamma Sangiovannese e quindi nel vivaio del Napoli, con cui esordisce in Serie A nel 1963 col numero 8 sulle spalle, regista vecchia maniera, lancio lungo calibrato, destro al fulmicotone anche se di gol ne fa pochi, fascia di capitano. Da calciatore disputa 394 partite di campionato segnando 26 gol nel Napoli. Oltre 500 le presenze totali in tutte le competizioni in azzurro, conquista la Coppa Italia, e nel 1976, oltre alla Coppa delle Alpi, conquista la Coppa di Lega Italo-Inglese. Chiude l’attività agonistica con una stagione nel Bologna e nel 1978-79, a 36 anni. L’unico rimpianto per Juliano è la Nazionale, solo 18 le partite tra il 1966 e il 1974, vinse il titolo europeo nel 1968, pur senza disputare la finale contro la Jugoslavia. Viene convocato per i Mondiali del 1966, del 1970 e del 1974, vedendo il campo soltanto per poco più di un quarto d’ora, nella finale persa contro il Brasile a Città del Messico. Nel ’70. Ferlaino lo richiama nel 1979 come dirigente, Juliano vuole puntare sui giovani del vivaio ma piazza subito un colpo da 90, convincendo nell’80 Rudy Krol, che giocava in Canada, a vestire l’azzurro. Ma il capolavoro si chiama Diego Armando Maradona. In verità per portare Maradona a Napoli spingeva solo lui, in società dicevano che aveva una caviglia rotta e che costava troppo, ma Juliano fa di testa sua, prende un volo per la Spagna e porta il Pibe de Oro per far vivere Napoli e i napoletani l’era più bella e vincente della storia. “Un hombre vertical”, così Diego Armando Maradona chiamava Antonio Juliano.

(Dicembre 2023)

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