Chiesa di Santa Maria della Rotonda
di Antonio La Gala
La chiesa di Santa Maria della Rotonda si trova al Vomero, nel collegamento fra via Saverio Altamura e via San Giacomo dei Capri, in via Undici Fiori del Melarancio.
Come la chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, anch’essa ha ereditato il titolo e qualche arredo da una chiesa abbattuta, di origine antichissima, del centro della città.
Infatti si trattava di una chiesa costruita attorno al 350 d.C. su un tempio pagano recuperato dai fedeli cristiani,presumibilmente di forma circolare, denominata “Ecclesia Sanctae Mariae ad Rotunda”, proprio per la sua forma. Alle origini era una delle sette diaconie della nascente chiesa napoletana.
Tracce del tempio pagano emersero nel corso della sistemazione della zona alta di via Mezzocannone operata dalla Società del Risanamento, demolendo l’estremità orientale del palazzo Casacalenda, tra il largo San Domenico Maggiore e via Mezzocannone. Sotto questa estremità dell’edificio vennero alla luce due vecchie colonne scanalate su basi quadrangolari delimitanti un vano d’ingresso dove sorgeva - fino al suo abbattimento avvenuto nel 1770 per la costruzione del palazzo Casacalenda - la citata Ecclesia Sanctae Mariae ad Rotunda.
Dopo l’abbattimento del 1770, la cura parrocchiale di Santa Maria della Rotonda peregrinò per varie chiese, finché non le fu assegnata nel 1808, come sede stabile, la chiesa di san Francesco delle Monache sita in via Santa Chiara, erroneamente a lungo chiamata di Santa Maria della Rotonda. Questa chiesa fu sostanzialmente distrutta nel bombardamento aereo del 4 agosto del 1943, assieme alla vicina chiesa di Santa Chiara. Oggi alcune sue reliquie si trovano distribuite fra vari musei cittadini.
La posa della prima pietra di una nuova chiesa da costruirsi al Vomero con lo stesso titolo di quella scomparsa finora raccontata, fu posata dal cardinale Marcello Mimmi il 25 aprile 1954; i lavori di costruzione cominciarono nel 1958 e si sono svolti fino al 1961. Il tempio fu aperto al culto già come sede parrocchiale il 16 agosto 1961.
Il tempio fu progettato da Ferdinando Chiaromonte, che si ispirò al tempio originario abbattuto nel 1770, conferendogli, come cifra caratteristica, una forma circolare, richiamata, all’interno da un matroneo che circonda l’aula liturgica.
Nella torre campanaria del campanile alto 40 metri, funzionano tre campane di diversa grandezza, dedicate a San Gennaro, a San Michele e alla Madonna di Pompei.
Fra gli arredi va evidenziata una statua ad altezza naturale della Madonna con Gesù Bambino, posta nel 1980, anch’essa proveniente da una chiesa demolita del vecchio centro storico.
Nel terreno su cui nel 1958 cominciò la costruzione della chiesa non c’era il collegamento fra via Castellino e via Altamura, ma il terreno si estendeva dalla chiesa fino ai palazzi che la fronteggiavano. Dopo che vi sorse la chiesa, il Comune recuperò la striscia di terreno utile per realizzare il collegamento Castellino-Altamura, poi denominato via Undici Fiori del Melarancio, una denominazione che ricorda un triste episodio avvenuto il 26 aprile 1983, quando undici ragazzi vomeresi ("i Fiori"), alunni della vicina scuola media D’Ovidio, che si trovavano su un autobus in gita scolastica, rimasero uccisi in un incidente stradale avvenuto nella galleria del Melarancio, vicino Firenze. La lapide apposta sulla recinzione della chiesa ricorda l'episodio e i nomi dei ragazzi.
Ricordiamo i primi parroci che si sono avvicendati nella guida della parrocchia. Primo parroco Antonio Assante; da ottobre 1968 Don Franco Mercurio; dal 1978 Mons. Enrico Cirillo; da ottobre 1988 Salvatore Fratellanza.
(Gennaio 2024)