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Pennelli barocchi nelle strade del Vomero   di Antonio La Gala   La letteratura sulla pittura barocca napoletana conta una miriade di pubblicazioni,...
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MOGLIE IN VACANZA MARITO IN CITTA’   di Luigi Rezzuti   E’ un’afosa giornata di luglio: la città si è svuotata, la moglie è partita per le vacanze...
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L’ARTE DI LEGARE LE PERSONE, di Paolo Milone   di Luigi Alviggi   Si riesce a lavorare in Psichiatria solo se ci si diverte. Io mi sono divertito...
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MAZZARRI E’ IL NUOVO ALLENATORE DEL NAPOLI   di Luigi Rezzuti   E alla fine Aurelio De Laurentiis ha scelto lui: Mazzarri, che battendo in volata...
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Sulla battigia   di Alfredo Imperatore   Luciana dell’Angelica, a più di un lustro dalla menopausa, conservava, nella perfezione delle sue forme...
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I Gesuiti a Napoli   di Antonio La Gala   I Gesuiti dopo il 1767 ebbero una vita difficile in Europa, dopo che molti stati europei iniziarono a...
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LUCIA CASSINI   di Luigi Rezzuti   Lucia Cassini è nata il 4 maggio del 1951. Ha avuto un grande successo negli anni ’70. Molte le sue popolari...
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Miti napoletani di oggi.79 VIA CIMAROSA   di Sergio Zazzera   Con Aldo Masullo, spentosi il 24 aprile scorso, se n’è andato un altro tassello del...
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DOPO LA TEMPESTA IL SERENO IN CASA NAPOLI   di Luigi Rezzuti   Nei giorni della rivolta e dell’ammutinamento tutti i malumori e le amarezze sono...
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Spigolature   di Luciano Scateni   Voglia di tregua Scoppia la pace. L’Italia, il mondo intero, nelle piazze dei cinque continenti, si veste di...
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Ritrovare la memoria

 

di Gabriella Pagnotta

 

Giorni fa sono rimasta colpita da un articolo di Enzo Bianchi su uno dei mali del nostro tempo che rischia di contagiarci senza che ce ne accorgiamo, se ad esso non poniamo un rimedio. È un male dell’anima che ci allontana dall’Altro, che ci sradica dalla nostra comune appartenenza al genere umano. Questo male è l’indifferenza ovvero un sentimento di insensibilità che ci distacca dagli altri, come zolle alla deriva, ci allontana da quel comune sentire espresso da Donne: “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. L’indifferenza penetra nel cuore rendendoci estranei alla sofferenza altrui e permette al male di espandersi senza domandarsi “for whom the bell tolls”, senza che grida compassionevoli si scaglino per contrastarlo. Come fermare questa epidemia? La fraternità è l’opposto dell’indifferenza ed è ciò da cui possiamo ricominciare per rigenerarci e rigenerare la nostra comunità; possiamo ancora una volta rimetterci in cammino per sentire nuovamente le nostre radici affondare nel comune bisogno di relazionalità, che è cifra della nostra stessa esistenza. E in questo percorso la memoria ci può venire incontro, la memoria di coloro che hanno vissuto mantenendosi aperti agli altri, superando i limiti della individualità e della separatezza di un’esistenza isolata per aprirsi ad una vita di relazioni affettive, di coloro che si sono ribellati al male. Nel nostro territorio abbiamo tante tracce di questa comune memoria, storie che possono illuminare il presente. Che ne dite di raccontare le vite di coloro che non hanno vissuto con indifferenza? Sono persone forse non note, che sono rimaste nelle pieghe della storia. A noi il compito di farle riemergere per restituire loro luce e dignità e per farci permeare da nuova linfa di vite passate, ritrovando il senso vero e smarrito della vita: “nulla può essere indifferente all’uomo”.

(Gennaio 2024)

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