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UNA PIATTAFORMA AIUTA A SCEGLIERE IL FUTURO   di Annamaria Riccio   Nato dal progetto sociale Parole O_Stili, di sensibilizzazione nella scelta del...
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DAD? Non solo una sigla!   di Elvira Pica   A partire dal mese di marzo e per effetto della chiusura delle scuole, con la conseguente sospensione...
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E’ morto Diego Armando Maradona   a cura di Luigi Rezzuti   È morto Diego Armando Maradona, leggenda assoluta del calcio mondiale. La notizia è...
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LESSICO FAMILIARE   di Luigi Rezzuti   Come lo prendete voi il caffè? Amaro? Zuccherato? Io amaro. Vi assicuro però che un po' di zucchero lo...
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Il complesso di San Francesco al Vomero   di Antonio La Gala   Quando negli ultimi decenni dell'Ottocento iniziò a sorgere il nuovo quartiere del...
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Pensieri ad alta voce di Marisa Pumpo Pica   Io ti salverò   Ricordate quel celebre film del 1945, Io ti salverò, diretto dal regista Alfred...
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I "CUNTI" CAMPANI DI AURELIO DE ROSE   (Marzo 2023)
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Manzoni e i parenti terribili

 

di Bernardina Moriconi

 

Qualche tempo fa leggendo su Facebook il post di uno scrittore su di un suo antenato di un certo prestigio, ma dalla condotta non del tutto irreprensibile, mi è venuto in mente il caso di Manzoni. Il quale, come alcuni sapranno, non dovette arrovellarsi troppo nel cercare referenti per le figure di cattivissimi per il suo romanzo. Gli bastò sfogliare un pò l’album di famiglia, sia quello di mamma che quello di papà. Dal primo attinse la figura di riferimento per l’Innominato, ispirandosi a tal Bernardino Visconti, vissuto nella prima metà del XVII secolo e imparentato con l’importante famiglia milanese nonché fratello di un antenato dello scrittore. Orbene, pare che ‘sto Bernardino ne combinasse di cotte e di crude scorrazzando in lungo e in largo per il Ducato di Milano in compagnia di una ventina di fidi bravi. Il   tutto, fino alla conversione, avvenuta grazie all’incontro col cardinale Borromeo, in seguito alla quale si sarebbe ritirato a vita di meditazione ed espiazione fino alla morte. Per il personaggio di don Rodrigo, invece, Don Lisander si rivolse a un antenato dal ramo paterno di quel ramo del lago di Como su cui affaccia Lecco: precisamente a Giacomo Manzoni vissuto tra Cinque e Seicento e primo inquilino dell’elegante villa di Lecco in cui  soggiornerà Alessandro Manzoni fanciullo (e che consiglio di  visitare a chi si trovasse in quei luoghi ameni). Tornando a Giacomo Manzoni, costui era una sorta di imprenditore ante litteram in campo siderurgico, attività con cui arricchì sé e la famiglia anche perché pare non andasse molto per il sottile nel fare fuori (letteralmente, intendo) i concorrenti: tipino prepotente e dai modi tanto spicci quanto bruschi, si macchiò di numerosi crimini commessi dai suoi bravi. E non contento, piegò a suo utile anche la grande sciagura della pestilenza per eliminare altri rivali in affari, incaricando due monatti di ungere le porte delle loro abitazioni. I monatti furono poi individuati e condannati a morte con l’accusa di propagare il morbo, mentre l’antenato di Alessandro se la cavò perseverando in crimini e misfatti: morì infatti mentre era in corso contro di lui un procedimento giudiziario per un ennesimo omicidio. Mi sentirei di dire a questo punto che il Manzoni con I Promessi Sposi abbia dato vita a un nuovo genere di romanzo: il romanzo di espiazione. D’altronde se non è possibile scegliersi i familiari, figuriamoci un po' gli antenati…

(Aprile 2024)

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