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LA FRITTATA

 

di Luigi Rezzuti

 

Da ragazzo Arturo abitava in una traversa del Corso Garibaldi che congiungeva il corso con il Borgo di Sant’Antonio Abate. La sua casa era in una palazzina di tre piani, loro erano al primo piano. Di fronte c’era una famiglia di persone anziane, al secondo piano, abitava una giovane vedova che tutte le mattine, verso le otto, andava a lavorare in una dattilografia, in un ufficio del Tribunale di Napoli. Al secondo piano c’era la casa della nonna, dove, la sera, andavano a dormire le sue sorelle. La loro era una famiglia numerosa: suo padre, sua madre e cinque figli. Al terzo piano abitava un’insegnante con due gatti e, di fronte, una famiglia che aveva un negozio a Porta Capuana. Un giorno la figlia della giovane vedova ritornò a casa, aveva vissuto tutta La sua infanzia in un Istituto di Suore. Era una bella ragazza, aveva da poco compiuto diciotto anni, bruna, occhi scuri, un bel sorriso, alta, un bel fisico, si chiamava Andrea. Arturo la notò subito e subito si fece notare iniziando a farle la corte. Oltre a piacergli gli incuriosiva molto il fatto che fosse stata in un Istituto di Suore. Pensava che era una ragazza di sani principi morali, religiosa, senza grilli per la testa, insomma una brava ragazza. Non ci mise molto a conoscerla e frequentarla. Infatti tutte le mattine, quando  la mamma usciva per andare al lavoro, egli subito saliva al secondo piano, trovava la porta socchiusa, entrava e lì trovava Andrea sempre in sottoveste e subito  iniziavano a baciarsi e ad abbracciarsi. Fu un amore platonico, non andarono mai oltre ad un semplice bacio.  Una mattina, come al solito, la mamma uscì per andare al lavoro ed Arturo salì di corsa a casa di Andrea. Purtroppo, dopo qualche minuto, ritornò la mamma, aveva dimenticato dei documenti e li colse in flagrante. Arturo scappò di corsa, mentre la mamma diede un paio di schiaffi alla figlia. Poi scese a casa di Arturo, bussò alla porta, aprì la madre e lei, moltt preoccupata, le chiese di controllare suo figlio per evitare che salisse in sua assenza, tutte le mattine, dalla figlia. La madre di Arturo cercò di rassicurarla dicendole che erano due giovani ingenui e di buona famiglia. Lei rispose: “Signora, so bene che suo figlio è un bravo ragazzo, ma ho paura che, proprio perché sono tutti e due ingenui, possono fare la “frittata”. Per un attimo Arturo non capì cosa volesse dire “possono fare la frittata”, poi immediatamente dopo, capì e sorrise. Da quel giorno i due ragazzi si frequentavano solo in presenza della mamma di lei, uscivano per andare a fare una passeggiata o a vedere qualche film. Il controllo diventò severo, non si potevano più scambiare nemmeno un bacio ed allora decisero di riprendere gli incontri mattutini a casa della nonna di Arturo che, essendo molto anziana, era sempre a letto a riposare.

Trascorsero alcuni anni indimenticabili, poi arrivò il giorno che tra un bacio e l’altro, tra un abbraccio e l’altro, fecero la “frittata”. Erano troppo giovani e ingenui, seguirono giorni di ansia, di terrore, di preoccupazione, Andrea ebbe un ritardo di quindici giorni, poi fortunatamente qualche “santo” li perdonò, ma da quel giorno divennero molto più attenti. Poi, come capita, ogni cosa bella, purtroppo, ha una fine. Un giorno Andrea gli disse che la mamma aveva un compagno ed aveva deciso di trasferirsi a casa di lui, in un paesino in provincia di Napoli. Furono giorni tristi, erano due giovani perdutamente innamorati e non volevano accettare di separarsi. Il giorno dell’addio, ancora oggi, a distanza di alcune decine di anni, Arturo lo ricorda come una pugnalata al cuore. Era finito per sempre un gran bell’amore tra due adolescenti. Non si videro più, né si sentirono, all’epoca non esistevano i cellulari, ma ancora oggi Arturo ricorda di aver vissuto, in  un periodo della sua gioventù, un amore indimenticabile.

(Aprile 2024)

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