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Il vecchio che non sapeva nuotare

 

di Luigi Rezzuti

 

Era nato in una città di mare. Ogni anno, durante l’estate, la famiglia andava a villeggiare in una località marina. Tutti sapevano nuotare, solo lui no.

Non volle mai imparare a nuotare, diceva che il mare gli faceva paura.

Da piccolo scendeva in spiaggia e giocava con la sabbia senza entrare mai in acqua.

Alle volte giocava a costruire un castello di sabbia in riva al mare ma, se un bagnante, correndo sulla battigia, gli spruzzava qualche goccia di acqua di mare, si innervosiva, distruggeva il castello di sabbia e si rifugiava sotto l’ombrellone.

Divenuto più grande, iniziò a frequentare una comitiva di ragazzi e ragazze. Tutti sapevano nuotare, meno lui.

Aveva vergogna nel dover dire che non sapeva nuotare ed inventava mille scuse, la più frequente era quella di aver paura perché soffriva di crampi.

Quando si sposò ed ebbe dei figli, la prima cosa che fece fu quella d’iscriverli ad un corso di nuoto.

Man mano, poi, iniziò ad amare il mare, ma era troppo  tardi per imparare a nuotare. Non ebbe più vergogna, però, a confessare che non sapeva nuotare, anzi si prendeva in giro ogni volta che scendeva in mare dicendo di somigliare ad una papera che galleggiava o ad un pesce in ammollo. E soffriva in silenzio, pensando a quanto era stato stupido nel non aver imparato a nuotare.

Da vecchio, ora, durante l’estate, tutti i giorni, col pretesto di dover cercare un parcheggio libero per l’auto, scende sul lido balneare di buon mattino.

Legge un giornale, fuma una sigaretta, guarda le onde infrangersi sulla battigia, fa un bagno, lontano da occhi indiscreti, quando il mare è appena caldo e la spiaggia è poco affollata.

Ormai è tardi. All’età di settant’anni, oggi, ama il mare come non mai e si rammarica ancora di non saper nuotare.

(Ottobre 2015)

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