NEWS

I CAMPI FLEGREI TREMANO   di Luigi Rezzuti   Negli ultimi mesi le scosse di bradisismo sono in aumento e preoccupano la popolazione residente....
continua...
Positano in prosa   di Antonio La Gala   Le cronache estive si soffermano volentieri su località turistiche, evidenziandone il movimento turistico, le...
continua...
WEEKEND SULLA NEVE   di Luigi Rezzuti   Tutto ebbe inizio con il weekend che Franco e Vanessa avevano deciso di fare in montagna. Partirono nel primo...
continua...
Leonardo Pica IL MONDO E’ DEI BAMBINI (CHE POI DIVENTANO GRANDI) Cosmopolis Edizioni Napoli di Luciana Alboreto   Si vive e ci si lascia vivere...
continua...
Parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore   di Antonio La Gala     A metà di via Simone Martini, in una breve traversa cieca, in via Scala, fra i...
continua...
LA LUNGA STORIA DEL PONTE SULLO STRETTO    a cura di Luigi Rezzuti   Il Ponte sullo Stretto ancora non c’è ma è già costato 300 milioni di euro. Sono...
continua...
Prima era un’altra cosa   di Antonio La Gala   Fra i luoghi comuni più comini della nostra città luoghi comuni merita un posto d’onore quello che, con...
continua...
Attilio Pratella, la vita.   di Antonio La Gala   Attilio Pratella è uno fra i più noti pittori che hanno operato a Napoli negli ultimi anni...
continua...
Miti napoletani di oggi.96 IL TEATRO SAN CARLO   di Sergio Zazzera   So già che più di qualcuno si starà domandando come possa costituire un mito...
continua...
Miti napoletani di oggi.79 VIA CIMAROSA   di Sergio Zazzera   Con Aldo Masullo, spentosi il 24 aprile scorso, se n’è andato un altro tassello del...
continua...

L’antica chiesa di S. Gennariello

 

di Antonio La Gala

 

La chiesa più antica del Vomero è quella di S. Gennariello, in Via Cifariello, più nota come “Piccola Pompei”, dal quadro che sta all’interno, dipinto nel 1945 da un frate. Alla Vergine di Pompei è dedicata anche l’edicola esterna del 1946.

Per inciso, esprimiamo il modestissimo parere che la precedente intitolazione della strada in cui essa sorge, via S. Gennariello, era più storicizzata e più aderente, rispetto a quella attuale, che non presenta alcun legame tra lo scultore e la strada.

Le prime notizie certe che abbiamo di questa Chiesa risalgono ad un atto privato, databile attorno al 1.100 in cui, per indicare i confini di un terreno limitrofo, si legge che esso confinava “cum Ecclesia Sancti Januarii”.

La chiesa subì trasformazioni radicali nel 1513 e, di minore entità, alla fine del Seicento. Nel 1771, chiesa e dintorni passarono ai monaci cistercensi, che vi costruirono una loro casa di campagna, considerata l’allora gran quiete circostante e la salubrità dell’aria. A fine Settecento, i Cistercensi dettero al tempio l’aspetto attuale. La chiesa, a pianta centrale sotto una cupola bassa, sebbene sia di piccole dimensioni, presenta all’interno un certo senso di movimento. I monaci furono estromessi,  una prima volta, da Murat, nel 1807. Dopo la restituzione, la Chiesa e il convento, nel 1821, passarono ai frati minimi conventuali e la Chiesa divenne parrocchia succursale della chiesa di S. Maria del Soccorso all’Arenella, all’epoca unica parrocchia per il Vomero e l’Arenella. Nel 1866 essa fu sottratta nuovamente ai frati che, dopo varie peripezie, fra cui il riacquisto della chiesa nel 1920, sono tornati ad esserne padroni, con i minori Antoniani.

Nel 1884 divenne parrocchia del Vomero ed in tale veste vi si trasferirono nel 1897 i reperti provenienti dalla demolizione dell’antica cappella Vacchiano di Antignano, dedicata a S. Gennaro, fra cui una Testina di marmo, forse del Quattrocento, che fu collocata all’esterno, sulla porta centrale, fino a quando, nel 1941, fu trasferita nel monumentino di piperno che sta vicino alla Basilica di Via S. Gennaro al Vomero.

Nel 1974 il tempio subì rilevanti trasformazioni e, nel 1976, il sotterraneo, usato per tanti secoli come cimitero, fu adibito a sala per riunioni.

La Chiesa conserva tele, arredi, sculture ed oggetti vari, databili dal Settecento a metà del Novecento, una lapide marmorea, datata 1707, proveniente  dalla demolizione della Cappella Vacchiano, e una lapide, datata 1513, forse di epoca successiva, che attesta che una pietra posta lì vicino è la pietra su cui furono deposte le spoglie di S. Gennaro durante la sosta del corteo ad Antignano, nel corso della traslazione da Pozzuoli a Capodimonte.

Sulla facciata, a sinistra, in basso, una pietra recuperata di epoca romana, esposta al pubblico vandalismo, testimonia l’antichità della chiesa.

(Marzo 2018)

BilerChildrenLeg og SpilAutobranchen