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Summit su intelligenza artificiale a Pollica

 

di Annamaria Riccio

 

 Al via la quarta edizione del “pollica summer workshop”: 150 fisici teorici provenienti da tutto il mondo si confrontano su intelligenza artificiale e materia oscura

Un mese di appuntamenti nel Comune cilentano, sede del Pollica Physics Centre

Ventuno i Paesi partecipanti. Il progetto è supportato da Regione Campania, Comune di Pollica, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Salerno e INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Martone (Presidente PPC): “La nostra iniziativa cresce anno dopo anno, anche grazie al supporto dei nostri partner. Il Mezzogiorno sempre più punto di riferimento per la fisica teorica, la disciplina che indaga sui misteri dell’Universo”

 

Torna l’appuntamento con il Pollica Summer Workshop, promosso e organizzato dal neocostituito Pollica Physics Centre. Nel Comune cilentano, dalla fine di maggio, si riuniranno circa 150 fisici teorici, provenienti da ventuno Paesi del mondo, per confrontarsi e studiare i misteri dell’Universo, con occhi ben aperti su uno dei principali temi di attualità: l’intelligenza artificiale e i suoi risvolti sul mondo degli studi fisici e matematici.

Tre le sessioni di studio in programma presso il Castello dei Principi Capano: At the interface of Physics, Mathematics and Artificial Intelligence" (29 maggio - 2 giugno), New connections between Physics and Number Theory (5-26 giugno) e Self-Interacting Dark Matter: Models, Simulations and Signals (19-30 giugno).

L’evento, supportato da Regione Campania, Comune di Pollica, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Salerno e INFN- Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da varie parti del mondo

Obiettivo dell’iniziativa è far incontrare fisici teorici e sperimentali che condividano una tendenza all'interdisciplinarità, nonché l'intenzione di investigare le connessioni tra teoria ed esperimento per riuscire a risolvere alcuni dei principali misteri dell’Universo.

“Siamo molto orgogliosi del progetto che stiamo costruendo, grazie al supporto di una straordinaria rete di partner – commenta Mario Martone, presidente del Pollica Physics Centre e docente di Fisica TeoricaKing’s College di Londra -. Anno dopo anno, il Pollica Summer Workshop cresce e si afferma quale evento di rilievo tra gli studiosi di tutto il mondo, basti confrontare i numeri 2023 con quelli dello scorso anno con 80 partecipanti e 15 Paesi coinvolti. 

Pollica consolida il ruolo di Comune a vocazione internazionale, aperto al confronto e alle scienze. Una scelta, quella di portare nel Mezzogiorno un centro specializzato sulla fisica teorica, che si sta dimostrando vincente e ci incoraggia a fare sempre di più e meglio”.

Modellato sulle esperienze internazionali dell’Aspen Center For Physics in Colorado e del Kavli Institute for Theoretical Physics in California, l’idea del Pollica Physics Centre prende vita nel 2015 dall’idea di tre giovani fisici italiani che hanno ideato il ciclo di conferenze e il progetto del Centro Studi: Martone, Angelo Esposito, professore presso La Sapienza, e Chiara, ricercatrice ad Harvard. Oggi il Comitato Direttivo si completa con le esperienze di Mauro, docente presso La Sapienza, e Pietro, che insegna al King’s College di Londra.

“Torna il Pollica Summer Workshop, portando in Campania il dibattito scientifico mondiale su temi di grande attualità e interesse per le future applicazioni industriali e gli scenari di sviluppo.

Un appuntamento unico e strategico che attrae 150 fisici teorici provenienti da oltre 20 paesi, agendo da catalizzatore per la diffusione della scienza e la valorizzazione della ricerca campana, che vede la “fisica” posizionarsi tra le aree di eccellenza” commenta Valeria Fascione, assessore Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania.

“Il Pollica Summer Workshop è un appuntamento scientifico di grandissimo rilievo – aggiunge il sindaco di Pollica, Stefano Pisani – che insieme ad altri momenti di ricerca e studio che stabilmente ospitiamo a Pollica, stanno trasformato la nostra terra in un laboratorio naturale che da culla degli studi sulla longevità e patria della dieta mediterranea prova a diventare un modello di futuro delle aree marginali. Siamo felici di essere diventati un punto di riferimento internazionale per gli scienziati di tutto il mondo, che qui troveranno numerosi stimoli per alimentare le loro ricerche e studi”.

"Nell’ambito della Fisica Teorica si è assistito negli ultimi decenni al nascere di nuove istituzioni scientifiche che si pongono come un “superamento” dell’affiliazione a uno specifico Ateneo e si configurano come luoghi “neutri” che consentono a fisici teorici di ritrovarsi per discutere di temi attuali della fisica fondamentale in una modalità “aperta” e “dialogante”, come accade presso il Galileo Galilei Institute dell’INFN. – spiega Franco Pezzella, Ricercatore INFN, sezione di Napoli - In questo contesto si inserisce il Pollica Physics Centre che si propone di realizzare questa finalità nel cuore del Mezzogiorno, a Pollica. L’impatto di tale iniziativa sulle comunità scientifiche locali, ad esempio Federico II, Università degli Studi di Salerno, INFN, è indiscutibile Sono stato onorato di aver fatto parte del Comitato Organizzatore relativo al primo dei workshop di quest’anno e sono grato al Presidente del Pollica Physics Centre per tale coinvolgimento. Il titolo del workshop “At the interface of Physics, Mathematics and Artificial Intelligence” denota un ulteriore obiettivo del Centro studi: connotare le attività promosse con un carattere di interdisciplinarietà. Promuovere nuove direzioni inesplorate costituisce una delle più avvincenti prerogative del PPC".

Riconoscere che il Mezzogiorno continua ad essere una fucina di talenti riempie di orgoglio ma ancora una volta fa riflettere sulla fuga di cervelli dalle aree meridionali verso strutture più idonee a incrementare lo studio e le potenzialità di queste menti.

(Giugno 2023)

LA LUNGA STORIA DEL PONTE SULLO STRETTO

 

 a cura di Luigi Rezzuti

 

Il Ponte sullo Stretto ancora non c’è ma è già costato 300 milioni di euro. Sono i soldi spesi per tenere in vita lo stretto di Messina S.p.A., nata 42 anni fa per costruire la grande opera mai realizzata. Una società partecipata tra Stato e Anas messa in liquidazione, ma mai definitivamente chiusa, che l’esecutivo vuole risvegliare con il recupero del progetto del 2012, per collegare la Sicilia e la Calabria con il rinomato ponte. Malgrado le promesse del governo Craxi, lo scoppio di Tangentopoli fa accantonare il progetto, fino a quando non viene recuperato dal leader di Forza Italia: nel 2005, la costruzione dell’opera è affidata a Impregilo, che vince la gara con un’offerta di 3,88 miliardi di euro e nel 2006 firma il contratto. Berlusconi perderà, però, le elezioni a vantaggio di Romano Prodi, che dichiarerà il ponte “inutile e dannoso”. L’esecutivo cade dopo soli due anni e, nonostante il ritorno a Palazzo Chigi del Cavaliere, il progetto subisce un altro stop per la crisi dei debiti sovrani, fino ad essere accantonato definitivamente dal governo tecnico di Mario Monti, che mette in liquidazione la Stretto di Messina S.p.A. Come ricordato da Repubblica, tra stipendi, contenziosi e manutenzioni, la partecipata è costata, ad oggi, 300 milioni di euro, più gli eventuali 700 milioni chiesti da consorzio Eurolink, guidato dall’ex Impregilo, per il risarcimento danni dopo la cancellazione del progetto. Quello recuperato oggi, dal governo Meloni, dovrebbe prevedere la costruzione di una sola campata di 3,3 chilometri di lunghezza, per un costo complessivo di 7 miliardi di euro. Ma per trovare il punto d’origine del percorso non basta spingersi agli anni del dominio politico berlusconiano e nemmeno alla lunga era della Prima Repubblica, bensì – e potrebbe sembrare incredibile – agli anni delle guerre puniche. Lo storico Strabone narra, infatti, che il primo ad avere realizzato un collegamento per l’attraversamento dello Stretto di Messina fu il console romano Lucio Cecilio Metello nel 250 a.C., con l’obiettivo di agevolare il trasferimento sulla penisola di un centinaio di elefanti, catturati e sottratti dalle legioni romane ai Cartaginesi di Asdrubale nella battaglia di Palermo. Secondo Strabone, Lucio Cecilio Metello “radunate a Messina un gran numero di botti vuote le fece disporre in linea sul mare, legate a due a due, in maniera che non potessero toccarsi o urtarsi. Sulle botti formò un passaggio di tavole, coperte da terra e da altro materiale e fissò parapetti di legno ai lati affinché gli elefanti non avessero a cascare in mare.”

Il 16 marzo 2023 via libera al Ponte sullo Stretto “E’ una giornata storica non solo per la Sicilia e per in la Calabria ma per tutta l’Italia, il via libera del Consiglio dei ministri al decreto per il Ponte sullo Stretto che unisce la Sicilia al resto d’Italia e all’Europa, un’opera che verrà certificata dai più grandi ingegneri delle migliori università italiane e internazionali. Stiamo sbloccando cantieri ovunque, avremo l’alta velocità in Sicilia e in Calabra, avremo il ponte a campata unica più bello, sicuro e green del mondo” ha commentato il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. A decreto approvato ci sono stati gli annunci festanti del leader di Forza Italia, Berlusconi, uno dei principali sponsor del progetto.

Il testo, che ha ottenuto l’ok in Consiglio dei ministri, consente l’immediato riavvio dell’iter di progettazione e realizzazione dell’opera. Si ripartirà dal progetto definitivo che venne approvato nel 2011, quello del ponte sospeso più lungo al mondo (3,2 chilometri), che verrà aggiornato e adattato alle nuove norme in materia tecnica, ambientale e di sicurezza. Il ruolo cardine lo avrà lo Stretto di Messina S.p.A., partecipata da Rfi, Anas, le Regioni Sicilia e Calabria e il Ministero dell’economia. Il ministro, leader leghista, Matteo Salvini, ha dichiarato che “si tratta di un’opera fortemente green: consentirà di ridurre l’inquinamento di anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo stretto. Infine, sarà motivo di grande attrazione turistica”. “Già 20 anni fa, con il mio governo, avevamo pronto il progetto” ha scritto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi sulle sue pagine social – un’opera strategica che si sarebbe realizzata se la sinistra non fosse intervenuta con la politica dei no. Questa volta non ci fermeranno, sarà un ponte che collegherà la Sicilia non solo alla Calabria, ma anche all’Italia e all’Europa intera; con il nuovo collegamento si metterà in moto un volano per l’economia siciliana che garantirà occupazione a più di centomila persone e la Sicilia potrà così diventare una base per la logistica dei trasporti internazionali in arrivo dal Mediterraneo. E’ un’altra promessa agli italiani che siamo finalmente in grado di mantenere”.

Ed effettivamente, basta riavvolgere il nastro della storia per constatare come il dibattito sulla costruzione del Ponte sullo Stretto non nasca certo oggi.

(Maggio 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

TUTTA L’ITALIA TREMA

 

di Luigi Rezzuti

 

Tutta l’Italia trema, da Nord a Sud, dal Mar Tirreno all’Adriatico e non solo, anche in Turchia c’è stato un forte terremoto che ha provocato migliaia di feriti e morti. Il nostro paese, a differenza degli altri, è geologicamente giovane, quindi pi soggetto a tutti i rischi sismici, idrogeologici e vulcanici. Nel corso del nuovo anno, sono state registrate nuove scosse di terremoto, a distanza di poche ore l’una dall’altra e, soprattutto in diverse zone del nostro paese. La situazione potrebbe apparire piuttosto seria e preoccupante. Cosa sta succedendo? Ma soprattutto dove sono avvenute le altre scosse? Una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 è stata avvertita in alcune città delle Marche e dell’Emilia-Romagna intorno alle 8 del mattino di giovedì 12 gennaio, dopo quella di magnitudo 2.4 avvenuta 10 minuti prima. La terra ha poi tremato anche in Puglia, in provincia di Foggia. Un terremoto di magnitudo 3.1 era stato registrato nella notte nel Cesenatico, avvertito fino a Firenze. Il 9 marzo, con magnitudo 5.3, è stato avvertito in provincia di Perugia e, nello steso giorno, un’altra scossa è stata avvertita a Campobasso e in Grecia. Complessivamente nel 2023 sono stati registrati 437 eventi sismici con magnitudo tra 2.0 e 5.0. Per questo il Cng ha tenuto una conferenza stampa dal titolo “Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni? Un incontro che ha voluto fare il punto sulla situazione, in relazione a ciò che sta succedendo in tutta Italia. Il presidente del Cng auspica di imboccare con decisione la strada della prevenzione civile: “Dobbiamo garantire la messa in sicurezza del nostro Paese, non possiamo avere un territorio sicuro se non sappiamo cosa abbiamo sotto i piedi” In particolare, sul completamento della Carta geologica d’Italia, il cosiddetto progetto Carg, avviato nel 1988 e mai portato a termine. Ma veniamo a noi, la terra trema quasi tutti i giorni nei Campi Flegrei. Negli ultimi mesi le scosse sono aumentate e preoccupano la popolazione residente. Gli ultimi eventi di un certo rilievo hanno svegliato i cittadini di Pozzuoli, Pianura e quartieri limitrofi. L’attenzione è massima e la situazione sismica è costantemente monitorata. In un’intervista il prof. Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, autore di diverse ricerche sulla geologia dei Campi Flegrei e del Vesuvio, ha dichiarato: “I segnali che registriamo sono molti, ancor più di quelli che si avvertono. Addirittura c’è un arretramento della linea di costa che avviene con la velocità di quindici millimetri al mese, le aree maggiormente interessate sono quelle dal Rione Terra ed il lungomare di Via Napoli” Nelle ultime settimane si sono susseguiti diversi eventi, avvertiti in maniera forte dai residenti. Gli eventi sono di bassa energia ma molto superficiali per cui sono amplificati appunto dalla vicinanza e sono maggiormente avvertiti dalla popolazione. Data la sismicità superficiale, alcuni fenomeni addirittura si verificano ad un centinaio di metri sotto le case e questo genera sicuramente maggiore percezione. L’attuale fase bradisismica può essere paragonabile a quella avuta nel biennio 1982-84 che pure generò molte preoccupazioni. In quel periodo il suolo si alzò di un metro e ottanta in soli due anni e fu necessaria una seconda banchina per l’attracco dei traghetti. I Campi Flegrei sono ad un livello di attenzione giallo, secondo il piano preparato dalla Protezione civile. Il problema è far capire che i puteolani sono su un vulcano con attività evidente. Ci preoccupa, però, anche e soprattutto il Vesuvio. Infatti, durante il mese di febbraio 2023, l’attività del Vesuvio ha registrato 43 terremoti con magnitudo 1.7. Di questi 4 eventi hanno avuto una magnitudo minore di 1.0, confermando un livello di attività sismica generalmente di bassa energia. Nel complesso, è stato possibile localizzare 33 terremoti, ubicati prevalentemente in area craterica, con profondità fortemente concentrate nel primo chilometro e una profondità massima di cira 3.0 Km. Le misure termografiche effettuate in area craterica hanno mostrato un andamento stazionario della temperatura massima. Le analisi geochimiche, effettuate sul bordo del cratere, non evidenziano variazioni. Tuttavia, come mi diceva un mio amico geologo, non dobbiamo preoccuparci più di tanto della lava, dei lapilli e del fumo, ma di un probabile scoppio del Vesuvio in quanto la bocca è totalmente ostruita.

(Aprile 2023)

I GIOVANI SI DIMETTONO DAL LAVORO

 

di Annamaria Riccio

 

LAVORO, È ALLARME “QUIET QUITTING” TRA I GIOVANI: IL 74% VUOLE CAMBIARE AZIENDA. DAGLI ESPERTI ECCO I 7 CONSIGLI PER TRATTENERE I TALENTI

“Da grande voglio fare il posto fisso” diceva il piccolo Zalone in un suo noto film. E la trama verteva tutta sul tenerselo ben stretto da adulto, il suo posto di lavoro, a costo di qualsiasi sacrificio. Attualmente i sondaggi sembrano sovvertire quello che è stato l’obiettivo dei tanti o per lo meno, la maggior parte della generazione Boomer.

“.È davvero questo il posto giusto per la mia crescita professionale?” Quante volte in tempi recenti abbiamo sentito o ci siamo posti questa domanda. I dati diramati dal Ministero del Lavoro confermano che la percentuale di chi ha risposto “No” sta continuando a crescere: in Italia nei primi 9 mesi del 2022 le dimissioni volontarie sono aumentate del 22% rispetto all’anno precedente, arrivando a 1,66 milioni. Ancor più recente, ma altrettanto importante, è il fenomeno del “Quiet Qutting”, una sorta di abbandono necessario motivazionale da parte dei dipendenti verso il proprio incarico che consiste nel lavorare nei tempi e nei modi indicati dal contratto, senza coinvolgimento emotivo e senza assumersi responsabilità che vadano oltre l’essenzialità delle mansioni.

È evidente che anche per le imprese italiane ripensare i processi di assunzione e trattenere i talenti è diventata la priorità principale: in qual modo è possibile offrire ai dipendenti un’opportunità di sviluppo professionale così da farli rimanere più a lungo all'interno di un'organizzazione? Secondo gli esperti del settore una soluzione può essere rappresentata da nuovi trend internazionali grazie ai quali le aziende riescono a ricollocare al proprio interno, con diversi compiti e responsabilità, risorse che avevano intenzione di abbandonare l’azienda per “nuovi lidi” tramite programmi di upskilling e formazione.

Diversi studi confermano, infatti, che i dipendenti a cui viene data la possibilità di un nuovo incarico all’interno dell’organizzazione hanno una probabilità 3,5 volte maggiore di rimanere in azienda. Se, prima della pandemia, solo il 16% dei processi di selezione si concludeva con la riqualificazione di una risorsa interna, a partire dal 2021 la “talent mobility” aziendale è arrivata a pesare quasi il 20% delle selezioni. Si tratta di una piccola crescita (+25%) ma è il segnale che qualcosa sta cambiando.

Occorre però anche fare attenzione a quelli che potrebbero essere gli aspetti negativi della mobilità interna. C’è la possibilità, infatti, che si verifichino dei malumori interni danneggiando il morale del team: altri dipendenti potrebbero sentirsi tagliati fuori dall’azienda per il fatto che sia stato scelto un altro candidato o, peggio ancora, potrebbero pensare che si tratti di favoritismo. Per questo è importante, nella dinamica della selezione, avere dei criteri di valutazione il più possibile chiari e trasparenti, favorendo quanto più possibile l’engagement dei dipendenti: 2 aziende su 3 (63%) affermano che mantenere i dipendenti è, in realtà, più difficile che assumerli. I numeri non sono migliori anche in merito al coinvolgimento dei dipendenti nelle aziende, visto che solo 2 su 10 si sentono coinvolti nel proprio lavoro, costando alle organizzazioni circa 500 miliardi di dollari all’anno. Emerge altresì che i lavoratori avvertono il timore di non rimanere competitivi nel mercato del lavoro restando a lungo all’interno della stessa azienda.

Vediamo allora quali sono i 7 consigli secondo gli esperti di Zeta Service Individua per valorizzare la mobilità all’interno delle aziende: è importante notare che questi suggerimenti non sono validi per tutte le organizzazioni, ma occorre adattarli alle esigenze e alla cultura specifica di ogni azienda.

  1. YOUR PATH – Ogni ruolo, all'interno dell'organizzazione, dovrebbe avere percorsi chiari verso lo sviluppo futuro delle proprie competenze professionali. I dipendenti dovrebbero essere in grado d’identificare le loro prossime opportunità all'inizio della loro carriera per creare piani di sviluppo con i manager.
  2. ASSESSMENT – È una valutazione del personale sul potenziale presente in azienda, sulle competenze e sulle carenze all’interno dell’organizzazione. Questa particolare metodologia può includere interviste con dipendenti e leader aziendali, valutazioni dei processi e dei prodotti e altre attività.
  3. SUCCESS STORY E SUCCESSION PLAN – Riconoscere e premiare i dipendenti che sono riusciti positivamente a ricoprire nuovi ruoli all'interno dell'azienda e condividere le loro storie per ispirare gli altri: evidenziare questi successi permette di creare motivazione sviluppando una cultura inclusiva.
  4. HUMAN & TECH MANAGEMENT – Sfruttare la tecnologia e lo storytelling per facilitare la mobilità interna: utilizzare i processi di job posting interno trasparenti ed efficaci, portali self-service e altri strumenti digitali per aiutare i dipendenti a trovare e candidarsi. Proporre eventi in presenza e momenti di informazione e di confronto, rispetto alle nuove posizioni aperte in azienda. 
  5. PROGRAMMI DI FORMAZIONE E UPSKILLING– Costruire un programma di formazione e sviluppo delle competenze per le risorse presenti in azienda Così sarà possibile migliorare le prestazioni dei dipendenti, acquisendo nuove conoscenze e accrescere l’engagement nei confronti dell’organizzazione.
  6. TALENT MOBILITY CULTURE – Comunicare l'importanza della mobilità interna: assicurarsi che i dipendenti siano consapevoli delle opportunità a loro disposizione all'interno dell'azienda e che comprendano i vantaggi (sia finanziari, sia altre tipologie di benefit) per perseguire tali opportunità.
  7. START FROM THE TOP – Occorre assicurarsi che i manager siano consapevoli delle capacità e dell'esperienza dei membri del loro team e cerchino attivamente opportunità per sfruttare quel talento all'interno dell'organizzazione: la spinta verso la mobilità interna deve venire dall'alto.

(Marzo 2023)

A VOLTE RITORNANO…: IL CAFFE’ SCOTTO IONNO

 

di Sergio Zazzera

 

Scotto Ionno – “lo scozzese biondo”, nel dialetto procidano – si chiamava Vincenzo ed era originario proprio di quell’isola, nella quale la sua famiglia possedeva un bel palazzo signorile, con tanto di discesa a mare. Si era trasferito a Napoli, proprio nell’ultimo scorcio dell’’800, e vi aveva fondato, nella Galleria Principe di Napoli, di fronte al Museo Nazionale, un café chantant, sempre affollato da un pubblico attratto dal programma proposto, che vedeva alternarsi cantanti e soubrettes, comici e sciantóse. In proposito, anzi, il macchiettista Adolfo Narciso, che vi si esibiva, narra nelle sue memorie che Vincenzo aveva uno zio prete, il quale sedeva tutte le sere in prima fila, a godersi lo spettacolo, ma non mancava mai di protestare nei confronti del nipote, per l’esibizione, non tanto delle ballerine, quanto di alcune parti del loro corpo. Però rimaneva là.

Al tramonto del café chantant corrispose, inevitabilmente, anche quello del Caffè Scotto Ionno, mentre l’anagrafe ha fatto sì che tra la maggioranza dei napoletani la memoria ne andasse perduta. Ora, però, a distanza di decenni, ecco spuntare, in quella stessa Galleria, lo “Scotto Ionno 2.0”, come mi piace definirlo.

Si tratta di una forma originale di caffè letterario, che occupa i locali che ospitarono la Tesoreria comunale e si articola su tre livelli, affiancando al bar il bistrot e il ristorante, ma anche una biblioteca, ricca già di più di qualche migliaio di volumi, ma tuttora in progress, con possibilità, sia pure limitata, di prestito domiciliare e di lettura di testi in formato digitale, oltre che con l’istituzione del “libro sospeso”: chiunque potrà lasciare volumi a disposizione di chi vorrà portarli via e, a sua volta, portare via quelli messi a disposizione da altri volenterosi.

A realizzare tutto ciò ha provveduto Luca Iannuzzi – un nome già noto e affermato nel settore –, in sintonia col Comune di Napoli, proprietario dei locali, al cui recupero/restauro ha provveduto l’architetto Eugenio Tibaldi, vero e proprio artista, venuto dal suo Piemonte, il quale ha conferito agli ambienti un aspetto Liberty, che arieggia quello dello “Scotto Ionno 1.0”. Il risultato del suo impegno è stato presentato alla stampa il 15 marzo, con l’intervento, oltre che suo e di Iannuzzi, anche del sindaco di Napoli, prof. Gaetano Manfredi, nonché dell’editore Diego Guida e dello scrittore Maurizio De Giovanni, che hanno contribuito all’arricchimento della biblioteca.

La Galleria Principe di Napoli, dunque, è ben avviata sulla strada della rinascita: a volerla dire con Marc Augé, è più che vicino il momento della sua transizione da “non-luogo” a “luogo” della città.

(Marzo 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

NAPOLI SOTTO ASSEDIO

 

di Luigi Rezzuti

 

E’ arrivata a Napoli la carica dei tifosi dell’Eintracht Francoforte per la sfida di ritorno degli ottavi di Champions League.


Il coro “Eintracht, Eintracht” urlato dagli ultrà mentre sfilavano davanti alla polizia in assetto antisommossa è stato impressionante.

Erano almeno 600 i supporter tedeschi rafforzati dai tifosi bergamaschi arrivati alla stazione di Salerno da dove hanno preso un treno per raggiungere Napoli.

Il prefetto di Napoli ha disposto il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella città di Francoforte, ma i tifosi tedeschi ancora più inferociti hanno inscenato una vera e propria guerriglia in tutta la città.


Via Trinità Maggiore, nel cuore della città, è stata teatro di lanci di oggetti, bidoni della spazzatura rovesciati, auto della polizia incendiate insieme ad altre vetture private.

Terrore tra i passanti e i commercianti della strada che dovranno fare i conti dei danni subiti.

Gli scontri sono iniziati quando i tifosi tedeschi, in corteo, avevano raggiunto piazza del Gesù e via Toledo.

Quest’ultima arteria principale è stata presidiata perché dà accesso ai Quartieri Spagnoli, zona popolare e ad alta densità di tifo napoletano, dove tra l’altro si trova l’altare di Maradona che i tifosi dell’Eintracht avevano minacciato di distruggere.

E mentre il capitano del club azzurro Di Lorenzo lanciava un appello alla calma ai propri sostenitori i tifosi dell’Eintracht saccheggiavano bar, negozi e quant’altro.

Sono stati oltre 800 gli uomini delle forze dell’ordine che hanno presidiato la città per prevenire scontri fra le fazioni, dopo i precedenti di Francoforte dove in febbraio furono diversi i focolai violenti che fecero registrare   numerosi scontri contro i tifosi napoletani con oltre 40 arresti.

Purtroppo tutto quanto accaduto era prevedibile, ma le istituzioni hanno commesso diversi errori, innanzitutto non far arrivare 600 facinorosi, vietare la vendita dei biglietti per assistere allo scontro sportivo tra il Napoli e l’Eintracht Francoforte, rispedire i tifosi tedeschi a Salerno e a Roma dopo la partita e non nell’intervallo della stessa vinta dal Napoli con tre gol (Victor Osimhen al 45° e al 53° e Piotr Zielinsk su rigore al 64°del secondo tempo) e con la qualificazione ai quarti di Champions League per la prima volta nella storia del Calcio Napoli.

Comunque dopo questa guerriglia, vogliamo cancellare tutte le immagini trasmesse sia dalle televisioni locali che da quelle nazionali e gioire alla grande per continuare in Champions League.

(Marzo 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

NON C’E’ PIU’ TEMPO

 

di Mariacarla Rubinacci

 

 Da perdere.

Irriverente, sfidante dei leader del mondo, inermi a non frenare il cambio climatico, con i suoi sedici anni, Greta Thunberg, è l’attivista svedese che, in prima linea, ha iniziato un’eroica crociata presentandosi al mondo con un cartello di legno.

Skoltrej for klimate” lo slogan, il grido di battaglia a raccolta dei giovani che hanno aderito con tutto il loro entusiasmo, a far sciopero ogni venerdì.

Con il suo sguardo pungente, cominciò a mostrare un ferreo impegno attraverso la sua voce, puntando il dito verso l’incompetenza degli adulti, preferendo rivolgersi ai giovani, al domani del mondo di cui anche lei fa parte, affinché si generasse un movimento di resistenza e rivoluzione culturale.

Con quel cartello iniziò a dire al mondo che il cambio comportamentale era ormai necessario, che la salvaguardia dei beni naturali dipendeva dall’umanità, che invece continuava essere la predatrice egoista, senza curarsi dove portasse lo sfrenato sfruttamento.

Oggi, nel 2023, non c’è più tempo da perdere.

L’acqua scarseggia, non piove, non nevica, l’inverno si veste di primavera, l’estate arroventa il Pianeta, la terra soffre di aridità, le culture muoiono sul nascere, i virus dilagano. I fiumi hanno una portata d’acqua ai limiti, affiorano i loro greti di sabbia e di ciottoli, mostrano pesci agonizzanti, mentre, senza irrigazione, i campi pronti per la semina giacciono come giganti stremati, senza avere forza sufficiente per la crescita di nuovi germogli. I ghiacciai si sciolgono senza poter accumulare le giuste riserve di neve. Il futuro sta già scrivendo i suoi tristi messaggi.

E’ tempo dunque che anche noi alziamo un cartello di legno per uscire dal torpore della nostra quotidianità, fatta di indifferenza e di sguardi voltati da un’altra parte. Certo che non siamo leader del potere, ma siamo leader delle nostre case, della nostra vita fatta di abitudini che non hanno più risposte.

E allora tentiamo invece di rispondere al drammatico appello che la Natura ci sta lanciando attraverso segnali sconvolgenti. Impariamo, come piccolissimo esempio, a non sprecare l’acqua, l’oro bianco della vita, ascoltiamo e mettiamo in pratica i consigli che già corrono nell’etere per imparare a guardare con rispetto i doni che la Natura ancora ha da darci, malgrado. Siamo una goccia, scusate l’analogia, nel mare dell’indifferenza, ma tante gocce fanno una pozzanghera, tante pozzanghere fanno un invaso, tanti invasi fanno riserva e sicurezza. Diventiamo nel nostro piccolo, altrettante Greta, assumiamo nel nostro quotidiano l’atteggiamento consapevole che non c’è più tempo da perdere.

(Marzo 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

IN ARRIVO LA PREPAGATA PER MINORI

 

di Annamaria Riccio


Educazione Finanziaria: arriva in Italia Pixpay, la carta prepagata per bambini e ragazzi cogestita con i genitori 

Uno strumento di grande successo in Europa, che permetterà alle famiglie italiane di insegnare ai figli come amministrare il denaro responsabilmente

In un Paese che conta più di 5 milioni di adolescenti, nativi digitali, e dove il mercato delle carte di pagamento è sempre più in espansione, l’86% dei genitori ritiene importante educare finanziariamente i propri figli, ma solo il 15% di questi reputa di avere le competenze necessarie per farlo. La paghetta, ad esempio, è utilizzata come strumento educativo dal 20% dei genitori italiani, ma ancora l’80% di questi ultimi la consegna in contanti, a scapito del minore valore educativo e dell’inferiore praticità e sicurezza rispetto alla versione digitale. Questo è quanto emerge dalla ricerca “L’educazione finanziaria” di Doxa co-condotta con NEXI e FEDUF - Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio. Viviamo in una società colpita da un’inflazione galoppante, dove il rapporto con il denaro ha assunto un ruolo sempre più fondamentale. Pertanto, l’arrivo in Italia di Pixpay non è soltanto una notizia di natura economico-finanziaria, ma anche sociale, in quanto risponde al bisogno delle famiglie di disporre di soluzioni di pagamento digitali, pratiche e sicure, con funzioni educative che permettono ai ragazzi di acquisire competenze finanziarie e maggiore autonomia.

Pixpay è una startup francese fondata nel 2019, con lo scopo di fornire ai ragazzi dai 10 anni uno strumento di pagamento all’avanguardia e di educarli finanziariamente. In un mercato europeo dei pagamenti sempre più cashless, l’app di teen banking che in soli due anni ha raggiunto 250.000 utilizzatori in Francia e Spagna, prosegue la sua strategia di sviluppo internazionale con il lancio del servizio in Italia, supportata da NEXI.

 L’obiettivo è quello di rendere bambini e giovani più consapevoli nella gestione del denaro. Con una carta conto prepagata, utilizzabile ovunque e cogestita in tempo reale con 2 app (una per i figli e una per i genitori), Pixpay permette ai ragazzi, dai 10 anni, di pagare ovunque in autonomia, risparmiare e imparare a gestire un budget definito, acquisendo gradualmente sempre più indipendenza nel monitoraggio delle proprie spese. Al contempo, i genitori sono più tranquilli, perché grazie all’app sul loro cellulare hanno il controllo su tutto e possono personalizzare i limiti dell’uso della carta in base all’età e al grado di autonomia raggiunto dal proprio figlio. 

“Sono molto felice di avere l’opportunità di coordinare le attività di ingresso di Pixpay nel nostro Paese perché credo che il benessere economico delle persone non dipenda soltanto, come talvolta erroneamente si crede, dalla quantità di denaro a disposizione, ma anche dalle modalità con cui ci si rapporta ad esso - afferma Matilde Bille, Country Manager Italia di Pixpay. - Pixpay non è solo un sistema di pagamento sicuro, è uno strumento molto efficace di educazione finanziaria. La nostra missione è insegnare ai ragazzi come gestire il loro budget in autonomia e in modo consapevole, coinvolgendo i genitori. Potremmo credere che gestire i soldi sia una cosa naturale per un adolescente ma, al contrario, quando si fanno i primi passi verso l’autonomia finanziaria, l’accompagnamento dei genitori è fondamentale per un corretto sviluppo del suo rapporto con il denaro e con i concetti di ricchezza e povertà.”

La carta e l'app Pixpay hanno tutte le funzionalità di una neobanca all'avanguardia e si fondano su quattro pilastri, in linea con la mission dell’azienda: sicurezza, praticità, educazione e autonomia. 

  • Sicurezza: per rispondere al bisogno di sicurezza delle famiglie, tutto è in real time, come le notifiche sulle spese, il saldo disponibile, l’impostazione sui limiti di pagamento o di prelievo e bloccaggio della carta. 
  • Praticità: la carta è cogestita a distanza da figli e genitori attraverso un’app sul cellulare. Questo permette all’adulto di tenere sotto controllo la carta (o le carte in caso di più figli), inviare soldi in un clic e ricevere le notifiche delle spese effettuate dal ragazzo in tempo reale.
  • Educazione: le funzionalità pedagogiche sono molteplici, dalla possibilità di programmare la distribuzione della paghetta automatica, settimanale o mensile, alle missioni con premi in denaro, raccolte fondo per progetti e tassi di interesse pedagogico sui risparmi in cassaforte. 
  • Autonomia: la carta permette ai ragazzi di pagare ovunque, anche online, in Italia e all’estero, prelevare, farsi pagare i lavoretti svolti grazie all’IBAN collegato alla carta e apprendere a gestire il loro budget in modo indipendente.

(Febbraio 2023)

IL CARNEVALE IN ITALIA

 

di Luigi Rezzuti

 


Il Carnevale è una festa molto antica, risale al periodo Paleolitico, quando durante i riti magici gli stregoni si adornavano con piume e sonagli e si coprivano il volto con maschere dall’aspetto terrificante per scacciare gli spirti maligni. Oggi il Carnevale è una festa all’insegna del divertimento, dello scherzo, del gioco, della spensieratezza, e dell’allegria. Varie sono le attribuzioni sulla etimologia della parola “Carnevale”, la più comune lo farebbe derivare dal latino “carnem levare” popolarmente tradotto “carne.vale” a indicare l’ultimo banchetto a base di carni che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Il Carnevale non ha una data fissa: ogni anno dipende da quando cade Pasqua. Il periodo di Carnevale, infatti, inizia la prima domenica delle nove che precedono quello di Pasqua.


Raggiunge il culmine il giovedì grasso e termina il martedì successivo, ovvero il martedì grasso, che precede il mercoledì delle Ceneri, inizio Quaresima. Durante questa festa è d’obbligo mascherarsi per rendersi irriconoscibili. Il proverbio dice: “una volta l’anno è lecito impazzire. Il mese di febbraio colora l’Italia con mille sfilate in costume e carri allegorici. Ogni regione festeggia il Carnevale a suo modo, ma colori e voglia di divertirsi accomunano le feste di tutto lo Stivale. E’ quasi impossibile elencare tutte le manifestazioni che si svolgono nelle migliaia di cittadine e borghi d’Italia. Qui di seguito ne  riportiamo solamente alcuni: a Venezia, ad esempio, si festeggia uno dei “Carnevali£” più famosi del mondo, dove regnano sfarzo e costumi bellissimi, a Viareggio, invece,  sono i carri allegorici a rendere tutto magico, così come  a Cento gemellato con il Carnevale di Rio de Janeiro, caratterizzato da carri allegorici che si issano oltre i 20 metri di altezza. Ma la vera caratteristica è la  tradizione del gettito, che poco o nulla ha a che vedere con quello fiscale, e che invece consiste nel lancio da parte dei figuranti che stanno sopra i carri in movimento, di oggetti e gadget coem palloni, peluche ecc. fra i carnevali più belli, quello di Ronciglione nel Lazio, ricco di eventi, sfilate e tradizioni. Si inizia con la Cavalcata degli Ussari, che rievocano la difesa da parte di questi cavalieri dello Stato Pontificio, si prosegue con le “Corse dei Barberi” dette anche “Corse a vuoto” in quanto si tratta di corse di cavalli senza fantini. Infine, tra i vari festeggiamenti, spicca la “Pilatata dei Nasi Rossi”. I Nasi Rossi sono maschere che rappresentano i devoti a Bacco dio del Vino, figure dissacranti che, nella pilatata inneggiano canti a favore del vino, della tavola e della vita dissennata. A Putignano si lavra nella “Fabbrica dei Giganti di Carta” con i maestri “cartapestai” che si danno battaglia nell’affermare la scuola di Putignano. Anche il carnevale di Putignano è considerato uno dei più antichi d’Europa. Secondo la tradizione a partire da gennaio in occasione della festa di Sant’Antonio Abbate, ogni giovedì viene dedicato ad una categoria di strato sociale, tra satira e divertimenti. Si parte con il Giovedì dei Monsignori e di seguito quelli dei preti, delle Monache, delle Vedove, dei Pazzi, delle Mogli e, infine, il Giovedì dei Cornuti. In questa ultima occasione, particolarmente simpatico è il rito del taglio delle corna. Il Carnevale di Milano detto anche il carnevale di Sant’Ambrogio ha uno svolgimento un po' originale, nel senso che allorquando tutti i carnevali finiscono, qui inizia! Il Martedì grasso, infatti, non sancisce la fine del carnevale, che si posticipa di una settimana. Questo perché in occasione, proprio al tempo di Sant’Ambrogio, prima di iniziare i riti quaresimali si volle attendere il vescovo di Milano che ritornava da un pellegrinaggio.

(Febbraio 2023)

E’MORTA GINA LOLLOBRIGIDA

 

di Luigi Rezzuti

 


Era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, ci ha lasciato il 16 gennaio 2023, aveva 95 anni compiuti.

Generazioni di spettatori l’hanno conosciuta come la “Bersagliera”: Gina Lollobrigida è stata una diva che ha avuto sempre il coraggio di dire le cose senza veli e di vivere almeno quattro vite collezionando sette David di Donatello, due nastri d’Argento nonché titoli di grand’ufficiale della Repubblica Italiana r cavaliere della Legion d’onore francese.

La sua fama è legata al nuovo cinema italiano del neorealismo, ha lavorato con registi come: Pietro Germi, Carlo Lizzani, Alessandro Blasetti, Mario Monicelli, Mario Soldati e Luigi Comencini nel trionfale “Pane amore e fantasia” in coppia con Vittorio De Sica e poi con attori come: Gerard Philipe, Rene Clair e tati altri ancora.

La presidente del Consiglio l’ha ricordata così: “Ricordiamo Gina Lollobrigida, attrice di grande talento, appassionata, intensa, trascinante. Ci lascia una protagonista, una icona del cinema italiano, una delle interpreti più importanti della sua generazione, che ha contribuito alla diffusione dell’immagine italiana nel mondo”

 La camera ardente è stata allestita in Campidoglio, i funerali si svolgeranno giovedì 19 gennaio nella Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo.

(Gennaio 2023)

E’ tornata (il seguito)

 

di Mariacarla Rubinacci

 

Chi? Lei, tanto bramata, sparata, con il suo palcoscenico su quale recitare le nostre vite. Chi? Due anni difficili da recitare secondo un copione scritto da un certo signor Covid, un nuovo sceneggiatore che ha distribuito a tutti noi parti uguali, alcune anche molto forti e tristi, ma tutte con le stesse battute: “vaccinatevi, mettete la mascherine, lavatevi bene le mani…” Per due anni…ma lo sapete, è inutile rivangare ciò che ormai è passato. Abbiamo tutti voltato pagina, stiamo tutti mandando a memoria, da bravi attori, le battute nuove del nuovo copione che ci sta distribuendo la realtà.

Beh!, è tornata la Normalità. Ha bussato finalmente alle nostre porte, è tornata per renderci liberi di recitare come prima. Prima …

E allora eccola lì, sugli schermi del televisore, sulle colonne dei quotidiani, sui servizi giornalistici preparati in fretta per rincorrere la velocità con cui corrono gli eventi. Proviamo a farne un elenco?

I bombardamenti devastanti che stanno annientando l’Ucraina, le morti di campioni dello sport, dello spettacolo, del giornalismo, la fine della mente più eccelsa del Cattolicesimo, il ripetersi di palinsesti triti e ritriti della RAI, la triste testimonianza della mancanza d’amore verso la propria donna di chi invece non sa amare, ma che sa brancare un coltello e spargere sulla tela della vita il colore rosso del sangue. Lo stesso che sta imbrattando le strade quando frastornanti scontri automobilistici falciano la vita di giovani mentre rientrano dalle feste, gioiosi, troppo ridanciani, forse vestiti da troppa mancanza di responsabilità. Tutto fa male, ma specialmente se ci fermiamo un attimo e ci accorgiamo che siamo solo all’inizio dell’Anno Nuovo… (quanti Buon Anno 2023 abbiamo detto…). Sono passati soli pochi giorni dal fragore dei botti che dovevano portare via il brutto che già siamo lì nuovamente ad affrontare quel brutto che non se n’è andato. Dire Nuovo all’anno che si è appena affacciato è un anacronismo. Chiamiamolo con il solito aggettivo, “Vecchio”. Vecchio di parole, vecchio di scenari, vecchio come vecchia poi è la stessa normalità.

Ho la strana sensazione che il vestito sia sempre lo stesso, ormai liso, ricucito qua e là per rattoppare alla meglio gli strappi procurati dagli urti violenti della realtà.

Allora esco, approfitto dei Saldi. Troverò qualcosa che mi permetta di cambiar… Boh! Cosa?

(Gennaio 2023)

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