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Tabellone calciomercato invernale 2021   di Luigi Rezzuti   Negli anni scorsi il Calcio mercato invernale iniziava il 1° gennaio e si concludeva il...
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L’incendio tedesco dell’Archivio di Stato di Napoli nel 1943   di Antonio La Gala   Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 i Tedeschi di stanza...
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Federico Fellini, realista e visionario, di Luigi Mazzella   di Luigi Alviggi   Il sottotitolo del libro recita: “L’armoniosa complessità di un...
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 Su e giù con la morte   Sabato 9 aprile ore 18, presentazione del nuovo romanzo di Luciano Scateni - libreria “Io ci sto”, piazza Fuga (accanto...
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DE STEFANO IN MOSTRA AL MADRE   Giovedì 12 alle 17,30 al Museo Madre si inaugura una mostra di disegni inediti, realizzati da Armando De Stefano già...
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Vomero, la Montmartre di Napoli   di Antonio La Gala   Nella storia della pittura napoletana della fine dell'Ottocento e della prima metà del...
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"Zia Natascia"   Riprende la stagione eventistica con "Zia Natascia" in una suggestiva location: al Chiostro San Domenico Maggiore, sabato 22 maggio...
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IL NAPOLI E IL MILAN FANNO TREMARE IL “PALAZZO”   di Luigi Rezzuti   Pensavamo, maliziosamente, che anche in questa stagione calcistica gli arbitri...
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Un romanzo tragico. Filippo Cifariello   di Antonio La Gala   La vicenda artistica e umana dello scultore Filippo Cifariello sembra uscire da un...
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Articoli

La mappa non è il territorio

“La mappa non è il territorio”

 

di Gilda Rezzuti

 

L’essere umano, per sua natura, non può vivere in solitudine, ma deve, lungo il corso della sua esistenza, costantemente interagire con gli altri. Purtroppo, può capitare in questo percorso e in più circostanze di non riuscire sempre a comprendere gli altri, né tanto meno essere in grado di farci capire. Pertanto, l’incapacità di comunicare in modo funzionale nelle relazioni interpersonali, innesca una serie di meccanismi di autodifesa e attacco, che finiscono col catapultare i soggetti coinvolti in una spirale degenerativa, fatta di malessere, rancori, delusioni, ferite, conflitti. Tutto questo malessere viene poi alimentato dal disagio, percepito e vissuto, nel non riuscire ad ottenere risposte convincenti ai tanti interrogativi. Si innesca così un circolo vizioso, che allontana dalla ricerca di soluzioni soddisfacenti e accentua il senso di inadeguatezza, generando tensioni, difficili poi da gestire. Per contrastare condizioni di conflitto, che rischiano di cronicizzarsi, è fondamentale imparare a rispettare il punto di vista degli altri e provare a comprendere la realtà soggettiva di ciascuno, cercando contestualmente di fare accettare al nostro interlocutore la nostra diversa visione delle cose. Chi si occupa di programmazione neurolinguistica, conosce molto bene la frase di Alfred Korzybski “La mappa non è il territorio”, il cui significato è appunto quello di considerare che il soggettivo modo di vedere il mondo non è il mondo. Questo per dire che non sempre quello che appare è, e non sempre quello che è, è così come appare. A parte il gioco di parole, questo significa semplicemente, che esiste un territorio reale e uno personale, interpretato in base a valori, aspettative, convinzioni, apprendimento, educazione, che creano le individuali percezioni ed interpretazioni della realtà. Si può, quindi, affermare che come la mappa è la raffigurazione verosimile di un territorio, così anche la realtà di ogni individuo è verosimile. Per cui ciascuno ha una sua “mappa” concettuale diversa, ma queste diversità, se accettate in modo pacifico, piuttosto che rappresentare condizioni di disagio e generare incomprensioni e conflitti, potrebbero essere, invece, elementi di ricchezza e di apertura mentale, in grado  di unire, permettendo il rispetto dei personali punti di vista ed insegnando a guardare insieme in una più giusta, condivisa direzione.

(Aprile 2024)

Napoli città gruviera

Napoli città gruviera

 

di Luigi Rezzuti

 


Il sottosuolo di Napoli è sempre a rischio crolli. Milioni di metri quadrati di vuoto, che attraversano,  con diversa profondità, quasi tutti i quartieri. Un’incredibile sequenza di vuoti. Si calcola che almeno il 50% dei napoletani vive ed opera sul vuoto. Solo nel quartiere Stella, ad esempio, c’è un vuoto quasi di quattro metri quadri per abitante. Altri vuoti sono stati rilevati nell’area di San Carlo all’Arena, e ancora all’Avvocata, a San Ferdinando a Chiaia, a San Lorenzo, a Posillipo, al Rione Sanità, ai Vergini, al Vomero, all’Arenella, a Capodimonte e nell’area tra il Corso Vittorio Emanuele e Chiaia.


E‘ lungo l’elenco delle voragini e sprofondamenti che si sono verificati negli ultimi anni a Napoli, da Posillipo a Secondigliano, da Fuorigrotta al Vomero: Ospedale Incurabili (2019), Vicoletto Sn Carlo a Miradois, Ospedale del Mare (2021), Via Orsi, Secondigliano, Posillipo, Via Campagna (2023), Via Solimena, Via Morghen (2024). Si tratta, per la maggior parte dei casi, di cedimenti causati da infiltrazioni d’acqua, per perdite della rete idrica, ma soprattutto della rete fognaria in quanto, secondo fonti attendibili, sono decenni che non è stata effettuata alcuna manutenzione. A tutto questo si aggiungano i vuoti per lo scavo della metrò, come quello del 2013 quando, per lavori  sbagliati  della metrò, si ebbe il crollo di Palazzo Gulvara di Bovino alla Riviera di Chiaia. Dulcis in fundo (si fa per dire) a San Martino c’è uno spazio oscuro nel sottosuolo, oscuro perché si conosce poco dell’intero cammino dell’acqua che attraversa il sottosuolo.

(Marzo 2024)

NATALE SENZA LUMINARIE

A NAPOLI UN NATALE SENZA LUMINARIE

 

di Luigi Rezzuti

 


A Napoli il Natale ha un’atmosfera magica. I vicoli, le strade, i presepi, gli odori, le voci, le luci, le luminarie… vedere Napoli al buio per la prima volta al ponte dell’Immacolata, senza luminarie natalizie, è una brutta immagine che si accompagna alla totale assenza del governo della città. Perché non sono state messe le luminarie di Natale? Mancano i soldi? No, le casse comunali sono abbondanti, con tutti i turisti venuti a Napoli la tassa di soggiorno ha portato molto soldi che debbono essere impiegati proprio per l’immagine della città. Perché, allora, non è stata programmata a tempo l’installazione delle luminarie? Per mancanza di amore ed impegno per la città? ma forse non solo. Come mai il comune di Napoli non ha impiegato la somma cospicua messa a disposizione tempestivamente dalla camera di Commercio di Napoli? Perché non è stata fatta la gara di appalto per l’affidamento del servizio visto che la somma messa a disposizione era cospicua che lo imponeva? Corrisponde al vero che si è arrivati sotto sotto al Natale per non spendere quelle somme? Sono forse maldicenze, ma sta di farro che le luminarie non sono state installate. Se questo lo si poteva accettare quando si “friggeva il esce con l’acqua” per mancanza di soldi, ai tempi del “grasso che cola” tutto ciò è inaccettabile. Ma basta camminare per Napoli per rendersi conto di una città con un doppio volto, senza armonia ed anima: da una parte, i napoletani, il popolo, i turisti che sull’onda del riscatto di Napoli animano le strade, dall’altra parte un governo locale inesistente da ogni punto di vista dei servizi. E’ come un’orchestra sinfonica senza direttore d’orchestra. Chi l’ha visto il direttore? Ormai sembra una partita persa, il potere non è al servizio della città e del popolo. C’è buio a San Giacomo, come nelle strade di Napoli.

Adda passà ‘a nuttata, direbbe il Maestro.

(Dicembre 2023)

il salotto di Napoli

Il Vomero, il salotto di Napoli

 

di Luigi Rezzuti

 

Il Vomero, a fine 800, nel corso del risanamento, fu trasformato in una zona residenziale, pronta ad accogliere il ceto borghese. Quello che era un quartiere rurale, con le sue campagne, popolate da contadini, divenne agli inizi del 900 un riferimento di eleganza e di interesse culturale. Il Vomero e, in particolare Via Scarlatti, si presentavano come un’elegante zona residenziale, con bellissimi palazzi, ville, vie alberate, per il passeggio, e caffè. Nel tempo, poi, il quartiere collinare partenopeo si è trasformato anche in una delle aree commerciali più importanti della città. Infatti, negli ultimi cinquant’anni, è diventato meta degli appassionati dello shopping e di tutti gli amanti della moda e delle boutique ricercate. Via Scarlatti, insieme a Via Luca Giordano, è senza dubbio una delle principali arterie del Vomero ed è, oggi più che mai, la regina incontrastata dello shopping vomerese. Ha ospitato atelier di prestigio, fin dagli anni 70, ma ha conosciuto un maggiore incremento da quando, durante l’amministrazione Bassolino, è diventata area pedonale. A rendere questa via ancora più frequentata, non solo dai Vomeresi, è stata anche l’inaugurazione, negli anni Novanta, della Linea 1 della metropolitana, con una delle sue stazioni nella vicinissima Piazza Vanvitelli. Via Scarlatti si estende dalla Funicolare di Montesanto, stazione di Via Morghen, per intenderci, fino al Ponte di Via Cilea. Nel suo percorso rettilineo, a prescindere dalla svolta verso Via Cilea, incrocia la bellissima Piazza Vanvitelli, da un lato, e Via Luca Giordano, dall’altro. Un lungo, piacevole passeggio, dove poter trovare negozi come i grandi store, quali Zara, Piombo, Ovs, Coin, Piazza Italia, Cisalfa, Tezenis, Intimissimi, Kiko e Sephora. E non vanno dimenticate le antiche boutique nè i piccoli negozi artigianali, che hanno resistito alle crisi, preservando il fascino di quei luoghi. Insomma si ha l’imbarazzo della scelta e non solo sul fronte moda.

Via Scarlatti, infatti, va vissuta a pieno e sono meta obbligatoria per gli acquisti anche tutte le piccole stradine limitrofe, dove ci sono negozi che soddisfano i gusti più ricercati. Per una sosta intellettuale c’è, in Via Luca Giordano, una mega-libreria Mondadori, disposta su due piani. In Via Merliani c’è lo storico Varzi, un negozio minuscolo, dove è possibile trovare qualunque articolo di cartoleria, soprattutto i più stravaganti ed originali.

Vi si incontrano anche piccole gioiellerie, che hanno accompagnato diverse generazioni nei momenti più felici della vita, proprio alla fine di Via Scarlatti, il negozio Lunaria. E, ancora, lo storico Martone, riferimento per l’abbigliamento per bambini che, insieme a Florida, in Via Merliani, è un pezzo di storia del Vomero. Chi passeggia per Via Scarlatti trova, tra l’altro, negozi di giocattoli, ii nuovissimo LEGO e Vespoli Giocattoli che, più che un negozio, potrebbe essere definito un toys megastore. un locale molto grande, dove è possibile trovare un assortimento pressoché unico per tantissime fasce di età.

Se credete, però, che Via Scarlatti sia affascinante solo quando si affolla, nel pomeriggio, di tante persone che si dedicano a shopping e ad aperitivi, provate ad andare a passeggio al mattino, mentre la città si sveglia lentamente e si prepara a correre e a diventare caotica. Ebbene, questa strada può regalarvi un momento di pace e di relax nel cuore della città. Alberi, silenzio, negozi chiusi, ma vetrine sfavillanti, da cui gli occhi sono attratti per sbirciare e curiosare, piccoli ritrovi, con tavolini all’aperto, dinanzi ai quali trattenervi per gustare un fragrante caffè napoletano e un cornetto appena sfornato. Via Scarlatti è anche questo, il ritrovo dei Vomeresi o di chi è di passaggio ma vuole cominciare la giornata nel migliore dei modi. Ci si sente, avvolti da eleganza e silenzio e si avverte il desiderio di ritornarvi. Il forte richiamo di persone di qualunque età in questa strada non poteva non generare un fiorire di bar, caffetterie, gelaterie, ristoranti, pub e street food.

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito, infatti, ad un vero e proprio boom di piccoli e grandi locali, pronti ad un’offerta variegata, per tutte le esigenze, e adatta anche ai gusti più particolari. Chi si trattiene solo per un aperitivo o vuole sedere un po’ con i bambini per mangiare un panino, chi non vuole rinunciare alla pizza, chi prende un toast, prima di andare al cinema o al teatro, chi desidera cibi esotici trova tutto questo al Vomero.

Le strade del Vomero sono tutte dedicate e intitolate a grandi musicisti, artisti e compositori, che hanno arricchito la storia italiana. Lo stesso vale per la via oggi famosa per lo shopping ma che, a suo tempo, fu legata al nome del più grande compositore della musica barocca, il palermitano Alessandro Scarlatti. Vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700, Scarlatti fu considerato dai musicologi come uno dei più importanti rappresentanti della scuola musicale napoletana. Compose quasi 700 cantate, di cui circa 600 per voce solista, nella maggior parte per soprano. Fu il maggiore compositore d’opera italiano tra la fine del XVII e l’inizia del XVIII secolo. È stato il compositore di musica barocca per eccellenza, particolarmente famoso per le sue opere. In campo operistico è considerato uno dei fondatori della grande scuola musicale napoletana. Ci piace immaginare che, nell’atmosfera magica, che si respira a Via Scarlatti, sarebbe suggestivo poter ascoltare le cantate del compositore, mentre si passeggia.

Poteva mai mancare, nel salotto di Napoli, un giornale, che sprizzasse da tutti i pori il sano orgoglio del bel quartiere residenziale? Di certo no, non sarebbe stato possibile ed è così che, dall’idea della giornalista Marisa Pumpo Pica e di chi scrive (Luigi Rezzuti ndr) nacque, con autorizzazione del Tribunale di Napoli, n 65 del 12/10/2005, il periodico “IL VOMERESE”, che trovò subito un largo consenso tra i Vomeresi. E non solo, in quanto, nelle intenzioni dei fondatori, il giornale doveva, come accadde, “aprirsi al quartiere, senza per questo escludere uno sguardo più ampio verso ciò che avviene intorno, nella città, nella regione, nel Paese, nel mondo. Doveva essere, con tutta l’umiltà di una piccola testata, una realtà, grazie alla quale ci si apre al mondo.“ (Cfr. IL VOMERESE, articoli del direttore responsabile, nel suo primo numero su stampa e nel primo numero on line.) 

Accanto a nomi “storici“ della cultura partenopea, e vomerese in particolare, come Sergio De Luca, Bruno De Vito, Alberto Del Grosso, Lorenzo Donadio, Peppe Iannicelli, Luciano Galassi, Antonio La Gala, Michele Nardelli, Donato Pica, Romano Rizzo, Luciano Scateni, Anna Maria Schiano, Sergio Scisciot, Renato Sinno, Sergio Zazzera, hanno fatto sentire la loro voce, tanti altri collaboratori, di non minore spessore. Tra questi, Luciana Alboreto, Francesca Bruciano, Fabio Casamassima, Valerio Esca, Umberto Farese, Gianfranco Lucariello, Gabriella Pagnotta, Loredana Pica, Ilaria Rezzuti, Anna Maria Riccio, Maria Carla Rubinacci. Con loro, anche tanti altri giovanissimi giornalisti, di cui non abbiamo dimenticato il valore e che non citiamo, solo per comprensibili motivi di spazio. Per questi giovani talentuosi IL VOMERESE ha rappresentato “una palestra di giornalismo e di vita”, stando a quanto uno di essi ci scrisse in una lettera, molto bella, che riscaldò il nostro cuore, come un dono indimenticabile. Molti di loro, oggi, scrivono sulle maggiori testate cittadine e nazionali.

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Si fa presente che gli esercizi commerciali sono qui indicati unicamente allo scopo di rendere evidente l’evoluzione del Vomero anche sotto il profilo commerciale.

(Gennaio 2024)

MERCATINI DI NATALE2

MERCATINI DI NATALE

 

di Luigi Rezzuti

 


La magia dei mercatini di Natale, si sa, incanta grandi e piccini: non c’è niente di più bello che lasciarsi travolgere dall’atmosfera colma di luci, colori e profumi incredibili, che ci ricordano la nostra infanzia.

Ma per vivere un’esperienza ancora più speciale, ora alcuni mercatini si possono raggiungere in treno.

Il viaggio lento per eccellenza diventa così non soltanto un modo per   arrivare a destinazione, ma per iniziare a respirare l’aria magica natalizia ancor prima di scendere dal vagone.

Visto che il Natale si avvicina, il treno storico per i mercatini del Trentino diventa un’ottima idea per visitare questi posti tra le montagne innevate.

I mercatini di natale di Trento sono una vera istituzione: centinaia di bancarelle, ospitate all’interno delle tradizionali casette di legno, propongono prelibatezze tipiche natalizie, prodotti d’artigianato e tante idee regalo da cui lasciarsi conquistare.

Non mancano, poi, la Casa di Babbo Natale per intrattenere i più piccini e il Trenino di Natale, che attraversa il centro storico illuminato con mille festoni colorati.

Quest’anno abbiamo profittato della possibilità di andare alla scoperta dei mercatoni di Trento, senza bisogno di raggiungerli in auto.

Abbiamo raggiunto Milano on treno e dalla stazione di Milano Centrale siamo saliti a bordo di un convoglio costituito da carrozze anni ’60 e ’70, che ci hanno condotto alla scoperta di paesaggi naturali meravigliosi.

 E’ impossibile non rimanere stupefatti davanti ai meravigliosi colori della natura e con l’inverno e delle prime nevicate il panorama si fa decisamente affascinante e l’atmosfera più magica.

Ecco dunque il treno ci porta tra i più bei mercatini natalizi della zona, con oltre 200 espositori provenienti da ogni angolo della regione che in occasione del Natale, si veste a festa e diventa un paradiso per grandi e piccini che affollano le vie del centro storico tra 160 casette dal tettuccio rosso che propongono migliaia di articoli e di prodotti enogastronomico da assaporare, ma anche tanti spettacoli e concerti.

(Dicembre 2023) 

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