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Ritiro precampionato del Napoli

 

di Luigi Rezzuti

 


Ritorna il grande calcio in Val di Sole, nella splendida località di Dimaro Folgarida, ai piedi delle maestose Dolomiti di Brenta che ospiteranno il ritiro  precampionato della SSC Napoli dall’11 al 21 luglio 2024. La nuova squadra azzurra farà in Trentino, nel luogo ormai legato alla tradizione del club, i previsti giorni di allenamenti con ingresso gratuito alla Sli.it Arena, giocando anche le prime due amichevoli dell’estate, la prima, con una squadra locale,  la seconda, con una squadra di Serie B o C. In Trentino, in occasione del ritiro, i calciatori azzurri si alleneranno allo Stadio Comunale di Dimaro tutti i giorni alle 10 e, in pomeriggio, dalle 17,30. Un’ occasione assolutamente da non perdere per i tantissimi tifosi napoletani e gli appassionati del calcio,  che avranno a disposizione moltissime occasioni per vedere, dal vivo, gli allenamenti dei calciatori azzurri e conoscerli da vicino, nello splendido scenario della Val di Sole. La società partenopea ha definito il programma della prima parte del ritiro estivo 2024 nel segno della tradizione.


Infatti, dopo il consueto ritiro a Dimaro, in Trentino, gli azzurri proseguiranno la preparazione in vista della stagione 2024-2025 a Castel di Sangro. Ad annunciarlo è lo stesso sindaco del comune abruzzese, che ha ufficializzato le date: dal 25 luglio al 19 agosto. Anche quest’anno si giocheranno allo stadio Patini quattro amichevoli con club stranieri. Dopo 13 anni, purtroppo, il Napoli non parteciperà a nessuna competizione europea. Sicuramente, rispetto all’estate del 2023, ci sarà tutt’altro clima nei ritiri estivi del Napoli. Infatti, lo scorso anno, per festeggiare lo scudetto, a Castel di Sangro si radunarono 100.000 persone, ma, dopo le   deludenti prestazioni in campionato, appena concluso, e il decimo posto in classifica, si prevede un notevole calo di presenze dei tifosi napoletani.

(Luglio 2024)

CHE FIGURACCIA!

 

di Luigi Rezzuti

 

Si è conclusa la più brutta stagione calcistica del Napoli. Il giornalista Emilio Fede avrebbe detto: “Che figura di m……” Il Napoli è fuori da tutte le competizioni: Champions League, Europa League, Mondiale per club e Conference. Questa  stagione calcistica è stata una vera delusione per i tifosi e per tutti gli sportivi. Dopo aver vinto lo scudetto, ci si aspettava una stagione quanto meno dignitosa da parte della squadra azzurra, invece si è assistito ad un calo vertiginoso delle prestazioni e dei risultati. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha giocato un ruolo determinante nella crisi del club con decisioni sbagliate e una gestione disastrosa dal post scudetto in poi. Il cambio continuo di allenatori ha dimostrato un’enorme disorganizzazione nonchè una mancanza di progettualità a lungo termine. Rimpiazzare un tecnico come Spalletti con Rudi Garcia, per poi passare a Mazzarri e, infine, a Calzona è stato indice di una totale confusione e   incertezza sulla strada da seguire. Ma non si può puntare il dito solo sul presidente. La colpa è anche dei giocatori che non hanno dimostrato un adegualo comportamento e un giusto impegno in campo, un atteggiamento, insomma,  che non può essere tollerato in una squadra di alto livello come il Napoli. Una squadra che era abituata a lottare per lo scudetto non doveva accontentarsi di un decimo posto in campionato. La rivoluzione è necessaria per risollevare le sorti della squadra azzurra. Le scelte fatte finora non hanno portato ai risultati sperati ed è arrivato il momento di un cambiamento radicale. Si deve puntare su un progetto solido e duraturo, con un   allenatore capace di guidare la squadra verso nuovi successi e con giocatori determinati a dare il massimo. La strada sarà sicuramente lunga e difficile, ma, con una corretta strategia e un impegno costante da parte di tutti i protagonisti, il Napoli potrà rialzarsi e ritornare ai vertici del calcio italiano ed europeo. Speriamo che la prossima stagione segni l’inizio di una nuova era di successi e trionfi per la squadra partenopea. Intanto la rivoluzione in casa Napoli è iniziata, De Laurentiis ha ingaggiato Giovanni Manna, che ha firmato un contratto come nuovo direttore sportivo. Manna è stato alla Juve dal 2019, prima col compito di responsabile degli Under 19, poi, dal 2020, col compito di scopritore e valorizzatore di nuovi talenti, tutti portati ad esordire da Allegri.  Nell’ultima stagione ha ricoperto il ruolo di Head of Firt Teal e, nel dicembre del 2023, ha ricevuto il premio USSI 2023 come dirigente dell’anno, con la seguente motivazione: “Per il suo impegno e l’attività svolta nello sviluppo del progetto Next Gen”. L’esperienza di Manna nel mondo del pallone è ben ampia, oggi passa dalla Juventus a un futuro tutto azzurro.

Dopo il toto-allenatore il presidente Aurelio De Laurentiis ha presentato, in pompa magma, il nuovo allenatore del Napoli, Antonio Conte per panchina del Napoli dalla prossima stagione 2024 -2025 con un contratto di 6 milioni di euro a stagione,  per tre anni. Conte ha fatto della tenacia, della grinta e della versatilità tattica le basi della sua carriera da calciatore professionista e analoghi principi ha trasmesso a tutte le squadre, guidate da allenatore. Dopo le panchine di Siena, Arezzo, Bari e Atlanta, diventa allenatore della Juventus, con la quale ha vinto tutto in Italia e all’estero, tra gli anni ’90 e 2000. Si consacra, sin dal primo anno, strappando lo scudetto al Milan di Allegri ed aprendo un ciclo vincente con tre campionati, vinti consecutivamente, e 2 Supercoppe Italiane. Dopo l’esperienza alla Juventus, approda sulla panchina della Nazionale, risollevandola dalle macerie del Mondiale 2014 e riavvicinandola al cuore degli Italiani, mettendo in campo una squadra combattiva e ben organizzata, eliminata ai quarti di finale di EURO 2016 dalla Germania soltanto dopo i calci di rigore.  Ricomincia dall’Inghilterra e da Londra, sponda Chelsea, dove vince il campionato al primo anno e la Coppa d’Inghilterra al secondo. Torna in Italia sulla panchina dell’Inter e riporta lo scudetto a Milano, interrompendo il ciclo di vittorie di 9 scudetti consecutivi della Juventus, iniziato proprio con lui alla guida.

(Giugno 2024)

UNA STAGIONE FALLIMENTARE

 

di Luigi Rezzuti

 

Una stagione a dir poco fallimentare, quella della squadra del Napoli, ma nel mirino della critica sono finiti non solo i calciatori. Con il cambio di tre allenatori e con le scelte di mercato che hanno lasciato a desiderare, è evidente che le colpe non siano solo dei calciatori in campo, per la scarsa collaborazione e coesione tra loro. Il malessere è stato su più fronti. È crisi totale in casa Napoli, una situazione ormai irreversibile, che può essere corretta solo a fine stagione con un’inevitabile rivoluzione. La strada è tracciata: tagliare i rami secchi, quelli privi di “stimoli e fame” per fare spazio a giocatori affamati e ambiziosi. Che siano profili già di proprietà della SSC Napoli, come Elia Caprile, Michael Folorunsho, Gianluca Gaetano e Walid Cheddira o anche altri acquisti veri e propri da cui bisogna ripartire davvero, come il sostituto di Victor Osimhen destinato all’addio e con cui ADL finanzierà la prossima campagna estiva salvandosi dal disastro della mancata qualificazione in tutte le competizioni della prossima stagione 2024/2025. Il crollo del Napoli è stato imprevedibile, non l’avevamo previsto, non è giustificato né da cambi né dal mercato, è possibile vincere ma diventa più complicato ripetersi. Inoltre, mettendo insieme la stessa squadra, perché è praticamente la stessa squadra, e cambiando due o tre pedine, ma cambiando completamente preparazione, tecnica, empatia con l’allenatore, allora vengono meno caratteristiche e qualità che fanno  differenze colossali tra la splendida cavalcata dello scorso anno e la deludente prestazione di quest’anno. Questa caduta verticale è evidente che sia responsabilità diretta dei calciatori che, purtroppo, sono considerati sempre e soltanto vittime e non protagonisti del proprio destino. Non credo all’idea di un calciatore che, in mancanza di un rinnovo, giochi male per far dispetto, farebbe un dispetto a sé stesso. De Laurentiis ha ammesso le sue responsabilità in una annata da dimenticare che ha, di fatto, cancellato la magica stagione dello scudetto. Un solo uomo al comando, ha sbagliato sul mercato, sui rinvii e nella guida tecnica. Il futuro, oggi, resta un mistero. Dalle stelle alle stalle nell’arco di pochi mesi. Mentre nel maggio 2023 il Napoli festeggiava il terzo scudetto ora si ritrova a fare i conti con una stagione deludente, in cui  gli obiettivi sono falliti. Nel calderone dei colpevoli finiscono tutti, a partire dal presidente, capace di aver rilevato il club partenopeo in pieno fallimento, nel 2004 e di averlo riportato sulla vetta d’Italia in neanche 20 anni, giungendo, però, anche a vanificare quanto di buono aveva  costruito con un’annata caratterizzata da scelte molto di contratto del contratto discutibili. Il fallimento della gestione post Spalletti è iniziato con giocatori scontenti e un mercato sbagliato, rinnovi di contratti rinviati e il prolungamento di contratto  all’unico giocatore, Osimhen, che andrà via. Anche la scelta di Rudy Garcia si è rivelata un errore, così come il ritorno di Mazzarri e l’arrivo di Calzona. Tutte decisioni, la cui responsabilità va attribuita al presidente. Adesso si avrà sicuramente un mercato estivo di grandi cambiamenti. Sono previste tante cessioni ad iniziare da Piotr Zielinski, dopo otto stagioni il contratto scade a giugno e vestirà la maglia nerazzurra. Poi c’è Osimhen e De Laurentiis è pronto ad incassare la cifra record di 130 milioni di euro. E ancora qualcosa cambierà tra il reparto difensivo e il centro campo in quanto sulla lista cessioni troviamo Ostigard, Natan, Dendoncer, Traoré, Lindstrom, Cajuste e forse uno  dei due, tra Raspadori e Simeone.

Intanto arriva la notizia da Rai Sport, secondo cui “Antonio Conte avrebbe accettato sia la proposta economica di un triennale da 6,5 milioni che quella progettuale del club azzurro. L’allenatore ex Juventus e Inter sarebbe pronto a ripartire dopo un anno sabbatico.” La notizia èstataconfermata dal giornalista napoletano Ciro Venerato del TG Sportdella Rai. “Giorni di attesa   per   Antonio Conte. Dopo aver reso pubblico il suo assoluto entusiasmo per la scelta napoletana attende una mossa ufficiale dal club azzurro sul Napoli e la strategia da adottare. Talmente chiaro che poco tempo fa ha rifiutato una mega offerta dall’Arabia Saudita” ha sottolineato il noto esperto di mercato sportivo della Rai. 

(Maggio 2024)

TOTO ALLENATORI

 

di Luigi Rezzuti

 

La rivoluzione azzurra è già iniziata con la scelta del nuovo ds Giovanni Manna. Il Napoli ha tre priorità per la prossima stagione: trovare un allenatore, l’erede di Osimhen e un grande difensore. La stagione 2023/2024 è stata la più tormentata per il presidente De Laurentiis deluso e critico non solo con se stesso.


Voleva il Mondiale per il club, sognava la Champions League e magari di ripetersi in campionato, gli è rimasta l’Europa League. Leggo ogni giorno un nome diverso per la panchina del Napoli e comunque ci sono pochi dubbi in merito al fatto che il Napoli, nella prossima   stagione, punterà su un allenatore diverso da quello attuale. L’avventura di Calzona è destinata   a terminare entro giugno. Abbiamo provato a immaginare quale sarà il tecnico del Napoli nella stagione 2024/2025. Ci sarebbero tre nomi in ballo, si tratta di allenatori italiani, tutti bravissimi e preparatissimi. Il Napoli sta seguendo Vincenzo Italiano, Raffaele Palladini e Antonio Conte.


Il toto allenatore ormai impazza, dopo averne scelti addirittura tre in questa stagione: Garcia, Mazzarri, Calzona, Aurelio De Laurentiis cerca una guida sicura in vista della nuova stagione, una persona che possa trascinare la squadra verso l’apertura di un nuovo ciclo. Il nome più caldo, al momento, resta quello di Vincenzo Italiano.


Il tecnico lascerà la Fiorentina al termine della naturale scadenza del contratto. De Laurentiis, però, potrebbe attendere le mosse future di due allenatori, Stefano Pioli e Gian Piero Gasperini. Infatti, sono altri due trainer che incontrano il gradimento del numero uno della società partenopea. Tra le possibili sorprese c’è quello di Antonio Conte anche se, senza la Champions League, convincere il tecnico sembra, ad oggi, un’impresa quasi impossibile. Con De Laurentiis, però, l,a sorpresa è sempre dietro l’angolo. Un tecnico straniero? Un clamoroso ritorno di Sarri? Un tecnico di prospettiva? Il finale è tutto da scrivere.

(Aprile 2024)

Nuovo centro sportivo e nuovo stadio

 

di Luigi Rezzzuti

 


Aurelio De Laurentiis lo ha più volte dichiarato: il centro di Castel Volturno non dovrebbe restare in eterno la sede del club. L’idea del leader della Filmauro è quella di spostarsi, ideando e costruendo una sede all’avanguardia, un luogo dove apporre la prima pietra del nuovo “SSC Napoli Konami Training Center”. Come riportato da “Il Mattino” il presidente del Napoli è stato ospitato a Castellammare di Stabia, dove ha incontrato il prefetto.  L’obiettivo è stato quello di valutare i grossi spazi disponibili sulla collina di Solaro, un’area di ben 50.000 metri quadrati, ma, a quanto pare, i tecnici del presidente avrebbero constatato l’incompatibilità degli spazi con un possibile centro sportivo. Intanto la querelle sullo stadio Maradona tra il presidente De Laurentiis e il Sindaco di Napoli, Manfredi,  va avanti da tempo. Ogni tanto viene fuori la notizia che De Laurentiis vuole costruire un nuovo stadio, lo stadio ad Afragola. Infatti  dichiara: “Ad Afragola mi hanno messo a disposizione tantissimi ettari di terreno, ma non porterei mai lo stadio del Napoli fuori dal Comune. Non ho bisogno di investimenti, sono tutti soldi miei. Però c’è bisogno di velocizzare la burocrazia, perché in questo paese chi ha iniziative imprenditoriali viene combattuto da chi preferisce il dolce far niente.” Qualche giorno fa al Tgr Campania la terza notizia “Bomba”: il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis spiazza tutti e annuncia la sua intenzione di costruire un nuovo stadio per il suo Napoli: “Non rifarò l’impianto di Fuorigrotta, ma costruirò uno stadio nuovo a Bagnoli. In  30 mesi avremmo uno stadio pronto per essere tra quelli di Euro 2032. Potremmo fare la prima amichevole estiva, diciamo, il 15 luglio 2027, con una grande festa inaugurale, pirotecnica, portando tutti li, via mare. Chiedo al sindaco di Napoli di aiutarmi in questo progetto, potremmo dar vita anche ad un centro commerciale insieme al nostro centro tecnico”.


Immediatamente è arrivata la risposta del Sindaco Manfredi, che ha raffreddato l’entusiasmo del presidente. Il Sindaco ha riferito di aver ricevuto una telefonata da De Laurentiis che gli aveva chiesto un incontro per illustrare la sua idea. Un incontro a cui – ha sottolineato Manfredi – dovrà essere presente anche Invitalia che è proprietaria dei suoli dell’ex area Italsider a Bagnoli. “Io non posso parlare di suoli che non sono i miei, valuteremo, quando ci sarà la possibilità, e ne parleremo” Poi ha aggiunto: “I tempi delle bonifiche sono più lunghi rispetto a quelli del progetto di De Laurentiis. Abbiamo definito, in maniera molto dettagliata, un cronoprogramma unitamente al ministro e a Invitalia. Tra aprile e maggio dovrebbero essere assegnati i fondi dal ministero dell’Ambiente, dopo la loro rimodulazione e dall’inizio dei lavori, i tempi di bonifica sono dai   tre ai cinque anni. Inoltre la realizzazione di uno stadio sarebbe un’operazione complessa perché lì esiste un piano urbanistico che andrebbe modificato nella  destinazione d’uso già definita, ci sono vincoli generali. Credo che la priorità e la via maestra siano rappresentate da  un intervento di ristrutturazione dello Stadio Maradona. Esiste una norma, la legge sugli stadi, che dà un percorso definito, dal punto di vista procedurale, per quanto riguarda gli accordi tra Comune e società sportive, per la ristrutturazione degli stadi. Su questo, lo ripeto, c’è la massima disponibilità da parte del Comune e del Governo nazionale e ne ho parlato a lungo con il   ministro Andrea Abodi”.

(Marzo 2024)

MAZZARRI E’ STATO ESONERATO

 

di Luigi Rezzuti

 


Ringrazio Walter Mazzarri, amico della famiglia De Laurentiis e del Napoli, per aver sostenuto la squadra in un momento complesso. Resterà nel cuore dei napoletani e della nostra famiglia. Bentornato Francesco Calzona, che ha già lavorato con noi sia con Sarri che con Spalletti.”

Con questo comunicato stampa De Laurentiis ha esonerato Mazzarri. Il nuovo allenatore Calzona avrà come second Simone Bonomi, ex difensore azzurro. Torna Francesco Sinata, il preparatore dello scudetto, grazie ad una speciale deroga della FGC. L’avventura di Calzona alla guida del Napoli inizia con un primo allenamento in vista della partita di Champions League contro il Barcellona e con la prima conferenza stampa. E così è arrivato l’ennesimo ribaltone stagionale in casa dei campioni d’Italia che, dopo aver esonerato Rudy Garcia hanno deciso di separarsi anche da Walter Mazzarri. Il tecnico paga gli scarsi risultati, ottenuti da quando è ritornato sulla panchina azzurra. La squadra è sprofondata addirittura al nono posto in classifica e a nove punti di distanza dal quarto posto che vale la qualificazione in Champions League, oggi lontana. E siamo a tre: Garcia, Mazzarri e Calzona, in appena sei mesi, dall’inizio del campionato di calcio di Serie A, quanti errori, quanta presunzione, quanta arroganza da parte di Aurelio De Laurentiis. Il primo grosso errore è stato quello di far andare via Spalletti, l’allenatore dello scudetto e Giuntoli, direttore tecnico, poi quello di trattare contemporaneamente con Igor Tudor, Louis Enrique ed Antonio Conte i quali, chi per un motivo chi per un altro, rifiutarono di venire a Napoli in qualità di allenatori. Il primo responsabile in assoluto, senza nessun dubbio, è stato Aurelio De Laurentiis. L’ha fatta grossa, fin dall’inizio di questa stagione, quando ha scelto come allenatore Rudy Garcia per poi esonerarlo. E ancora, i contatti con Antonio Conte, molto prima dell’esonero di Garcia e poi la scelta di una minestra riscaldata e forse ormai calcisticamente insipida, come quella di Mazzarri. Impietoso il bilancio con il francese Garcia in panchina. Se il Napoli era malato con Garcia, dall’arrivo di Mazzarri siamo arrivati al coma profondo. Ora si parla nuovamente di Antonio Conte a fine stagione.

Ecco chi è Francesco Calzona, il 55enne tecnico originario di Vibo Valentia, che ha sostituito Mazzarri sulla panchina del Napoli. Calzona vanta una profonda conoscenza della piazza, essendo stato assistente sia di Sarri che di Spalletti. Da maggio 2022 è il Ct della Nazionale Slovacchia, che ha trascinato alla fase finale degli Europei 2024 e ricoprirà il doppio incarico con l’ok della Federazione, contratto fino a giugno.

Calzona inizia la sua avventura con l’esordio da brivido sulla panchina del Napoli in Champions League contro il Barcellona.

(Febbraio 2024)

Calcio mercato invernale del Napoli 2024

 

di Luigi Rezzuti                        

 


Si è concluso il calcio mercato invernale del Napoli. La prima trattativa in uscita è stata quella del calciatore Elijf Elmas: il macedone è stato ceduto al Lipsia per 30 milioni. Il primo acquisto di gennaio è Pasquale Mazzocchi,  per 3 milioni di euro. Arriva dalla Salernitana, classe 1995. E’ cresciuto a Barra, un quartiere della periferia di Napoli, che ha lasciato a 11 anni per inseguire il sogno del calcio a Benevento. E’ il perfetto esempio di giocatore esploso tardi. Ha esordito in Serie A a 26 anni, con la maglia del Venezia, dopo una lunga gavetta tra serie B, C e D. Nell’estate del 2022, firma con la Salernitana, non delude le aspettative: grandissime prestazioni che lo catapultano anche in ambito nazionale. Mancini, infatti,  lo fa esordire, nel settembre del 2022,   con la maglia azzurra nella partita di National League, vinta contro l’Ungheria. Il secondo colpo, in entrata, del Napoli è stato il calciatore Hamed Junior Traoré del Bourmemouth che rinforzerà la rosa a disposizione di Walter Mazzarri, il quale potrà contare su un effettivo in più per il centrocampo. Dopo aver effettuato le visite mediche a Villa Stuart (Roma) è arrivato in prestito. Nato a Abidjan è giunto in Italia da bambino ed è cresciuto a Barco. Nel dicembre del 2023, ha contratto la malaria, infezione che lo ha costretto al ricovero in ospedale e, successivamente, a un periodo di recupero, lontano dal campo. Il mese seguente, in seguito a visite mediche specialistiche in Italia, ha   riottenuto l’idoneità all’attività sportiva. E’ un centrocampista dotato di ottima tecnica e in grado di ricoprire anche il ruolo di trequartista, che ha occupato a inizio carriera. Si è, inoltre, rivelato adatto al ruolo di ala   sinistra. Ambidestro, è abile nei calci da fermo, oltre ad essere disciplinato tatticamente e dotato di un’ottima agilità. Inoltre è bravo anche a “saltare” un giocatore e nei contrasti. Arrivato in Italia da bambino con la famiglia, si stabilisce a Parma, inizia a giocare a calcio nel Boca Barco. Nel 2015 l’ex portiere, Giovanni Gallo, allora dirigente della Lucchese è sorpreso dal giovane durante un provino con una formazione del club toscano del 1998: dopo un giro di telefonate Hamed sostiene un provino decisivo con l’Empoli, e batte la concorrenza delle avversarie nella corsa al talento. In azzurro si mette in mostra nelle giovanili, arrivando a conquistare la finale del Torneo di Viareggio 2017. L’8 ottobre 2017 esordisce tra i professionisti, a soli 17 anni. Nel 2019 l’Empoli lo cede in prestito oneroso biennale per 3 milioni di euro al Sassuolo, in sinergia con la Juventus che versa nelle casse neroverdi un milione di euro per ottenere, qualora lo volesse, una trattativa prioritaria in futuro. Nella stagione 2020-2021 il Sassuolo riscatta l’ivoriano per 16 milioni di euro, facendolo diventare, a tutti gli effetti, neroverde. Dopo Traoré il calcio Napoli ha trovato l’accordo con il Verona per l’acquisto del calciatore Cyriz Ngonge per 20 milioni di euro (18+2 di bonus). Il suo innesto aumenta, così, la qualità nel reparto degli esterni d’attacco. Cresciuto nel settore giovanile del Club Bruges, ha esordito in prima squadra nel 2018. Nel 2019 è stato ceduto in prestito al PSV. Divenuto ben presto titolare, nel 2020 è stato ceduto, a titolo definitivo, all’RKC Waalwijk. Nel 2021 firma un contratto quadriennale con il Groningen e, nel 2023, viene acquistato dal Verona, rivelandosi decisivo per le sorti venete. Il Napoli ha fatto un altro acquisto in prospettiva, portando in Italia il giovane attaccante Matija Popovic, che non è più un giocatore del Partizan Belgrado. Il suo contratto con la  società serba è, infatti, scaduto il 31 dicembre del 2023. Nato in Germania, ma le sue origini sono serbe, calcisticamente si è formato nelle nazionali giovanili balcaniche, Popovic è un trequartista ancora alla ricerca della zolla di campo perfetta per rendere al meglio (Normale per chi non ha ancora compiuto 18 anni), pur avendo l’attenzione di mezza Europa. Popovic, infatti, è cresciuto come un   talentuoso trequartista ma ha dimostrato di poter giocare con efficacia anche sulla fascia destra e, in determinate situazioni, come punta centrale. Con la maglia del Partizan Belgrado, nell’Under 17, ha realizzato 21 gol in 25 partite e cinque assist, dimostrando a tutti un certo feeling con la porta avversaria. Il serbo, classe 2006, ha armi particolari da giocare a ridosso dell’area avversaria, quasi da centravanti   moderno piuttosto che da genio ispiratore sulla trequarti. Proprio grazie alla sua altezza e alla tecnica di base sopra la media, Popovic in patria ha registrato numeri importanti e attirato le fantasie dei direttori sportivi di mezza Europa. Egli, insieme al giovane Zerbin, è  stato ceduti al Monza a fine campionato, poi Popovic   ritornerà al Napoli con un contratto di cinque anni.  Anche  Zanoli è stato ceduto alla Salernitana. Quarto acquisto del Calcio Napoli è stato il centrocampista belga dell’Aston Villa, Leander Dendoncker, che rinforzerà la mediana dl Napoli. Viene in prestito per i prossimi sei mesi, con la possibilità di riscatto per una cifra intorno ai 10 milioni di euro. Una operazione lampo per il club napoletano. Dendoncker, dopo le visite mediche di rito a Roma, raggiunge la squadra a Castel Volturno. Il calciatore è nato a Zonnebeke, in Belgio, nel 1995, ha giocato con la maglia dell’Anderlecht. Poi, prima di dare il via alla sua esperienza inglese, ha giocato con  il Wolverhamton per quattro stagioni. Dal 2022 ,invece, ha vestito la maglia dell’Aston Villa con cui ha collezionato 36 presenze in questi due anni. In Premier League ha messo   insieme 152 presenze e 2 assist. Il Napoli sembrava aver definito il quinto e ultimo acquisto di questo mercato acquistando Nehuen Perez, difensore centrale dell’Udinese. L’argentino, 23 anni, ex Atletico Madrid. Doveva arrivare a titolo definitivo per 18 milioni di euro e firmare un contratto per quattro anni e mezzo, invece il Napoli, per suggerimento di Mazzarri, ha ritenuto opportuno tenersi Ostigard e rinunciare a Perez.

Con Mazzocchi, Traoré, Ngonge, Dendoncker si chiude il mercato invernale 2024 del Napoli.

(Febbraio 2024)

IL CALCIO ITALIANO E’ IN LUTTO

 

di Luigi Rezzuti        

 

 

Gigi Riva si è spento, all’età di 79 anni, nel reparto di Cardiologia dell’ospedale San Michele di Cagliari, dove era ricoverato in seguito ad un infarto. Le condizioni dell’ex attaccante del Cagliari e della Nazionale non sembravano critiche tanto è vero che era stato emesso un comunicato medico che parlava di “un paziente sereno e in condizioni stabili”. Invece, poco dopo, è sopraggiunto un nuovo malore e, di qui,  la tragica notizia della morte. Il calcio italiano dà il suo addio commosso a Gigi Riva, un calciatore che arrivò in Sardegna nel 1963, dove ha continuato a vivere, nel capoluogo sardo, fino all’ultimo giorno della sua vita. A chi gli chiedeva il morivo di questa scelta rispondeva: “In pratica non avevo una famiglia e qui ne ho trovato tante”. Riva rimase in Sardegna nonostante le grandi squadre lo avessero inseguito e l’allora presidente juventino, Boniperti, ne avesse fatto quasi una malattia: lo inseguiva con offerte straordinarie, mentre egli continuava a dire no. Diventò un simbolo dell’uomo libero ed orgoglioso, al punto che persino il latitante Messina, travestito da frate, come raccontò all’Ansa, andava a vederlo giocare al vecchio stadio “Amicora”. Ma, al di là del suo orgogliosissimo essere un sardo, nato sulle rive del Lago Maggiore, Riva fu presto un idolo per tutta l’Italia. per la maniera dirompente di segnare (mai un gol d’astuzia, sempre grandi reti di testa o con il suo   leggendario sinistro). E per quella generosità che lo portava a dare tanto a tutti, oltre a un paio di devastanti fratture alle gambe per la causa azzurra, ha vinto poco, in relazione al moltissimo che valeva. E, comunque, non possiamo non ricordare  uno scudetto con il Cagliari, quello storico del 1970. Per quel razzismo, sempre tollerato anche nello sport, le altre tifoserie accoglievano i giocatori rossoblù choamandoli “pecorai, banditi”. Oltre allo scudetto ha vinto anche il campionato europeo con la Nazionale, in finale a Roma, nel 1968 e la classifica dei cannonieri con il record, tutt’ora imbattuto, di 35 gol in 42 gare in maglia azzurra. Per non parlare di un secondo e terzo posto al Pallone d’Oro. Per Gigi Riva non era questo il suo calcio. Non lo era, di certo, per lui che, una volta tolti gli scarpini, non volle più giocare neanche una partita tra amici, figurarsi tra vecchie glorie… Probabilmente gli pesava quell’aggettivo, di sicuro non amava invecchiare, e preferiva il rumore del suo silenzio. Un’altra delle sue   caratteristiche si manifestò quando, da team manager della nazionale,, doveva difendere i giocatori azzurri. Lo fece alla grande, nell’intervallo della finale del Mondiale 2006, spegnendo le intemperanze del CT francese Domenech: un segreto rivelato solo dopo anni da capitan Cannavaro. Ma la rivelazione di tale segreto non aggiunse nulla al rispetto che tutti i giocatori avevano per lui. Ora, a rendergli omaggio, come fosse il loro team manager, saranno in tanti, tutti quelli che per una vita lo hanno amato, perché ha rappresentato il calcio delle bandiere, quelle che conoscevano solo i colori di una squadra. La sua avventura ha regalato l’anelito profondo del romanzo e del grande cinema. Infatti, Pasolini e Zeffirelli lo volevano come attore. Oggi ci chiediamo: Chi di noi, in un campetto o in uno spazio davanti ad una scuola o addirittura per strada con un pallone “Super Santos”, non ha, anche solo  per un attimo, sognato di essere GIGI RIVA?

(Gennaio 2024)

ANTONIO JULIANO SI E’ SPENTO ALL’ETA’ DI 80 ANNI

 

di Luigi Rezzuti

 


E’ scomparso dopo una lunga malattia, Antonio Juliano, una bandiera del calcio azzurro, un mito come giocatore ma anche come dirigente. Era malato da tempo ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate. Ricoverato in ospedale, non ce l’ha fatta e lascia un vuoto enorme non solo a Napoli. Juliano già da bambino era un predestinato, i primi calci per strada. Nato a Napoli il 26 dicembre 1942, in tempo di guerra, viene registrato dai genitori all’anagrafe il 1° gennaio del 1943 e presto conosce il suo giocattolo preferito. Quel pallone che gli faceva compagnia a San Giovanni a Teduccio dove si era trasferita la famiglia, di origini Irpine. Da San Giovanni a Teduccio Juliano approda alla Fiamma Sangiovannese e quindi nel vivaio del Napoli, con cui esordisce in Serie A nel 1963 col numero 8 sulle spalle, regista vecchia maniera, lancio lungo calibrato, destro al fulmicotone anche se di gol ne fa pochi, fascia di capitano. Da calciatore disputa 394 partite di campionato segnando 26 gol nel Napoli. Oltre 500 le presenze totali in tutte le competizioni in azzurro, conquista la Coppa Italia, e nel 1976, oltre alla Coppa delle Alpi, conquista la Coppa di Lega Italo-Inglese. Chiude l’attività agonistica con una stagione nel Bologna e nel 1978-79, a 36 anni. L’unico rimpianto per Juliano è la Nazionale, solo 18 le partite tra il 1966 e il 1974, vinse il titolo europeo nel 1968, pur senza disputare la finale contro la Jugoslavia. Viene convocato per i Mondiali del 1966, del 1970 e del 1974, vedendo il campo soltanto per poco più di un quarto d’ora, nella finale persa contro il Brasile a Città del Messico. Nel ’70. Ferlaino lo richiama nel 1979 come dirigente, Juliano vuole puntare sui giovani del vivaio ma piazza subito un colpo da 90, convincendo nell’80 Rudy Krol, che giocava in Canada, a vestire l’azzurro. Ma il capolavoro si chiama Diego Armando Maradona. In verità per portare Maradona a Napoli spingeva solo lui, in società dicevano che aveva una caviglia rotta e che costava troppo, ma Juliano fa di testa sua, prende un volo per la Spagna e porta il Pibe de Oro per far vivere Napoli e i napoletani l’era più bella e vincente della storia. “Un hombre vertical”, così Diego Armando Maradona chiamava Antonio Juliano.

(Dicembre 2023)

MAZZARRI E’ IL NUOVO ALLENATORE DEL NAPOLI

 

di Luigi Rezzuti

 


E alla fine Aurelio De Laurentiis ha scelto lui: Mazzarri, che battendo in volata Igor Tudor, ha scelto la soluzione del part time fino a giugno. Sarà Lui a prendere il posto di Rudi Garcia che è stato esonerato dopo la sconfitta con l’Empoli. Per il tecnico di San Vincenzo si tratta di un clamoroso ritorno dopo dieci anni. Napoli è stato l’apice della sua carriera: ha conquistato la prima storica qualificazione in Champions nel 2011 vincendo contro il Manchester City e il Chelsea e poi ha centrato la Coppa Italia nel 2012. Ha lasciato il Napoli per l’Inter, l’ultima esperienza risale al Cagliari. Mazzarri e il Napoli scommettono reciprocamente sulla voglia di ritornare ad alti livelli.

Mazzarri ha accettato un contratto fino al termine della stagione, guadagnerà uno stipendio di 1 milione per sei-sette mesi, ma non c’è promessa di rinnovo né clausola che tenga aperta una porticina per il futuro, ci mette la faccia senza chiedere nulla di più che non sia fiducia: il Napoli è una grande occasione per rientrare nel giro e mostrare che la maturità lo ha temprato ulteriormente. Mazzarri è arrivato al centro sportivo di Castel Volturno per dirigere il suo primo allenamento anche se a ranghi ridotti a causa dei tanti giocatori impegnati nelle Nazionali, presenti al centro sportivo Aurelio De Laurentiis e il figlio Edoardo. Il primo obiettivo dare stabilità alla squadra, sono state le prime parole rilasciate da Mazzarri che è sembrato estremamente carico e motivato, certamente entusiasta di questa nuova avventura che lo riporta nel calcio che conta e confermando il 4-3-3 al quale la squadra è abituata da anni. Al suo fianco ci sarà Nicolò Frustalupi, che torna con la carica di vice come nella prima esperienza di Mazzarri in azzurro, il preparatore atletico sarà Giuseppe Pondrelli, ma ci sarà spaio anche per l’ex difensore azzurro Salvatore Aronica e Grava, tutti insieme per ridare stabilità al Napoli, atteso da un vero e proprio tour de force al rientro della sosta per le nazionali: il 25 novembre si comincia a Bergamo con l’Atlanta, poi trasferta a Madrid in Champions con il Real (29 novembre), sfida al Maradona contro l’Inter (3 dicembre), a Torino con la Juventus (8 dicembre) e di nuovo in casa con lo Sporting Braga (2 dicembre).

(Novembre 2023)

LA NOTTE MAGICA DI SINNER

 

di Luigi Rezzuti

 


Una notte magica quella di Jannik Sinner alle ATP Finals di Torino: il tennista si San Candido riporta il tennis al centro del momdo dello sport italiano.

Jannik Sinner batte per la prima volta Novak Djokovic  davanti a un  pubblico che ha fatto fatica a contenere il suo entusiasmo nel corso delle oltre tre ore di gioco.

Nonostante le due vittorie per il discorso qualificazione in vista delle semifinali non è ancora chiuso e servirà ancora il match con Rune per avanzare nelle Finals.

Che potesse essere una notte magica forse un po' lo si era già capito, la crescita di Jannik Sinner nel 2023 è stata esponenziale ed è venuta a galla soprattutto negli ultimi mesi con le bìvittorie prima a Pechino e poi con la conferma a Vienna.

Il match contro Djokovic ha dimostrato esattamente questo, testa e gioco di Sinner ora vanno di pari passo.

Il giocatore di San Candido aveva già dimostrato di essere freddo e glaciale.

Nel corso della maratona contro il serbo sono stati pochissimi i passaggi a vuoto per di più contro un avversario che fa proprio della costanza uno dei suoi punti forti.

Il discorso semifinale però nonostante le vittorie con Tsitsipas e Djokovic non è ancora chiuso, bisognerà battere Rune.

Più complicato invece lo scenario nel caso di una vittoria di Djokovic per 2-o contro Hurkacz e una vittoria per 2-1 di Rune contro Sinner.

In questo caso i tre tennisti sarebbero tutti a pari punti e con lo stesso coefficiente di ser (5 vinti e 3 persi con la questione che verrebbe risolta solo dal coefficiente game che in questo momento vede l’altoatesino in vantaggio rispetto agli altri con una situazione però ancora fluida.

Tre ore di maratona in campo e altrettanto in televisione dove le attenzioni degli sportivi italiani si sono concentrate sui match del PalaAlpitour.

E’ stata una serata di festa ma come accade per i grandi eventi la gara è stata vissuta su due fronti; uno in campo e uno sui social che hanno seguito con trasporto una serata in cui il tennis è tornato a essere al centro.

Adriano Panatta ha incoronato Sinner con toni entusiastici e alla dicendo: “Diventerà presto il numero 1 al mondo e lo sarà a lungo”.

Anche Alberto Tomba l’ex sciatore ha seguito con trasporto la partita facendo il tifo per Sinner.

(Novembre 2023)

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